Capitolo 21 - Supernova

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📌 Supernova
Esplosione stellare molto potente ed estremamente luminosa.

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"Io credo di essermi innamorata di te."

Sul momento quelle stesse parole mi lasciano spiazzata, perchè le mie uniche intenzioni erano di rivelare il mio passato. 

Ma un pensiero trascina l'altro, e mi ero ritrovata a guardarmi dentro per la prima volta. Avevo visto la mia passione fisica, ma anche tutto l'intricato garbuglio di altri sentimenti che l'arrivo di Charles nella mia vita aveva provocato. E quella che all'inizio era mera attrazione carnale, adesso era qualcosa di più consolidato e profondo, qualcosa di importante. Qualcosa che poteva essere chiamato in un modo soltanto: amore. 

La consapevolezza di quello che ho combinato mi fa rintanare ancora più nell'angolo del divano (se possibile), oltre a coprirmi il viso con le mani per l'imbarazzo. Probabilmente sono pure rossa in viso. 

Per questo non mi accorgo di Charles che si avvicina, e con delicatezza mi sposta le mani dal volto. Sta sorridendo. "Non devi vergognarti." 

Io se potessi mi sotterrerei. "Come faccio a non vergognarmi? Tu volevi solo qualcosa di fisico, no? Io non volevo metterti in difficoltà..."

"Te l'ho detto subito che non sono bravo a dare il nome a ciò che provo, te lo ricordi vero?"

"Ti prego non sentirti obbligato..." Non voglio che ammetta qualcosa che potrebbe non essere vero, ne soffrirei troppo. 

Mi accarezza una guancia mentre farnetico. "Ho sempre avuto bisogno di cercare altro, anche quando avevo quella che sembrava a tutti la donna dei sogni. Beh, da quando stiamo insieme non ne sento più la necessità. Ti cerco, ti trovo al mio fianco, non ho bisogno di nessun altro. Credo che questo sia il modo in cui io amo, in cui io ti amo."

Sto ascoltando le sue parole con il cuore in gola, quasi ne sento rimbombare il battito nelle orecchie. Appoggio una mano sul suo petto: "Te ne prego, se non lo provi davvero... non dirlo."

"Ti amo Camille. Forse ti amavo già quando ti ho incontrato con una lampada impolverata in mano, ma ero troppo stupido per accorgermene."

Non gli permetto di dire altro, ormai sono sopraffatta. Gli salto al collo e lo bacio, lo bacio con il cuore più leggero che abbia mai avuto.

-

La dichiarazione di Charles aveva avuto su di me lo stesso effetto dello scoperchiare il vaso di Pandora: gli avevo raccontato ogni più piccolo dettaglio del mio passato, ogni angheria che avevo subito, ogni difficoltà che avevo attraversato. Avevo pianto, lasciando andare tutto lo schifo che mi ero portata dentro in questi anni, e Charles mi aveva consolato e risollevata. 

Mi aveva raccontato anche lui diversi dettagli della sua giovinezza, dei lutti che l'avevano condizionato, del motivo per il quale con le donne non era mai riuscito a comportarsi in modo 'appropriato'. 

"E' stupido ridurre tutto ad una 'storia finita male'. Ma di base è stato quello davvero. Tira e molla, mancanza di fiducia, chiamala come vuoi... quella volta non era stata colpa mia davvero. Avevo buttato tutto me stesso in quella che pensavo fosse la relazione della vita e poi era andato tutto a puttane." 

Non avevo mai avuto dubbi che dietro il comportamento di Charles ci fosse un motivo logico: più lo conoscevo e più diventavo convinta che lui non fosse il tipo da comportarsi da stronzo per motivi fini a se stessi. E questa ne era stata la conferma definitiva.

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Dopo cena la sorpresa più grande è sentire la suoneria del mio cellulare. Sullo schermo lampeggia il numero di Mimì. Titubo un attimo prima di rispondere, non ricordo neanche più l'ultima volta che abbiamo parlato. 

Inspiro e clicco "Pronto?"

"Ciao straniera, che fine hai fatto?" Il suo tono è gioviale come sempre, in sottofondo un rumore metallico che sembra quello della sua macchina da cucire.

"Sono successe un po' di cose... hai parlato con Susanne?"

"Sì, ci sentiamo regolarmente. Ti ho vista anche sui giornali, ci sono rimasto male che tu non mi abbia chiamato per spettegolare un po'." 

Non so come replicare senza confessare la mia mancanza di fiducia. 

"Beh davo per scontato che tu avresti dato ragione a Susanne. Non volevo metterti in difficoltà, ecco."

"E invece secondo me ha esagerato... vedrai che farete pace, me lo sento." 

Sospiro profondamente, spero proprio che abbia ragione. La mia amica mi manca molto.

"Comunque ti chiamavo anche per un altro motivo. Te la faccio breve: il prossimo weekend farò la mia prima sfilata, e vorrei tanto che partecipassi con il tuo ex vestito da sposa."

A stento trattengo un gridolino emozionato, sono davvero orgogliosa dello stilista. 

"Che meraviglia! Ma sei sicuro di non volerlo far indossare ad una professionista? Te lo presterei più che volentieri, lo sai..."

"Neanche per idea. Voglio tutte donne normali alla mia sfilata. E quel vestito è tuo, fatto per te."

Mi prendo un attimo per rifletterci bene e vincere la mia timidezza, davanti allo sguardo interrogativo di Charles che non ha ancora capito cosa stia succedendo.

"Va bene Mimì, sfilerò per te."

Come una cometa // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora