Capitolo 14 - Buco nero

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📌 Un buco nero è un corpo celeste con un campo gravitazionale (una forza di attrazione) così intenso da non lasciar fuggire né la materia, né la radiazione elettromagnetica, cioè la luce.

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Resistere alla tentazione di contattare Charles stava diventando sempre più difficile. 

Ero arrivata al punto di implorare Susanne di darmi il permesso di raggiungerlo in qualche modo, perchè stupidamente non volevo infrangere la mia promessa. Ma la mia coinquilina non cedeva, si barricava dietro al suo desiderio di volermi proteggere: avrei dovuto ricorrere all'arguzia. 

Il tono estenuato con cui mi aveva ripetuto per l'ennesima volta di non scrivergli o telefonargli, mi aveva dato un'idea. 

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Susanne mi ammazzerà quando lo saprà.

E' il mio unico pensiero mentre sono davanti alla porta dell'appartamento di Charles. Non so se lui sia in casa o meno, e neanche controllo se nel nascondiglio ci sia la chiave. Posso solo bussare e aspettare. 

Mentre attendo inizio a pensare che è molto probabile che lui sia via per lavoro, oppure nel suo appartamento principale, oppure...

Il mio elenco mentale viene interrotto dal rumore della serratura, e poi dalla porta che si apre. 

Charles solleva le sopracciglia meravigliato "Ehi."

"Ciao." Replico. 

Resto immobile sullo zerbino, non abbastanza intraprendente da entrare in casa senza ricevere un chiaro invito, né abbastanza coraggiosa da ignorare il mio desiderio più profondo e andarmene. 

La sensazione di essere trascinata via da due forze opposte non mi abbandona nemmeno quando Charles si sposta per permettermi di entrare. 

"Scusami se non ti ho chiamato, ma..."

Lo interrompo "Non serve che ti inventi scuse per indorarmi la pillola, non l'hai mai fatto prima e non è utile adesso. Cos'è successo?"

Mi racconta ciò che era accaduto dopo la mia fuga precipitosa da questo stesso appartamento: Charles era rientrato pochi minuti più tardi, e aveva trovato Angelique sconvolta. Lei si era presentata qui solo per lasciare alcuni vestiti e liberarsi l'armadio, si era ritrovata con una bomba che era esplosa lasciando macerie di vita intorno a sé. 

Non c'era stata nessuna possibile spiegazione logica, nessuna giustificazione, nessun modo per soffrire di meno: Charles aveva confessato. 

"Le hai detto che sapevo che avessi una ragazza?" Era un dubbio che volevo togliermi.

"E' tutto quello che ti interessa? Se hai fatto una figuraccia?" 

Ha un tono scocciato che mi coglie di sorpresa "Scusami, non volevo essere indelicata, fa finta che non ti abbia chiesto nulla."

Mi fissa intensamente per qualche secondo "Comunque no, non serviva che lo sapesse." 

Non so cosa dire. Sento che qualsiasi parola finirò per pronunciare rovinerà tutto, ma poi tutto cosa? Cosa ci è rimasto? Niente. 

Non avrei dovuto venire qui. Susanne aveva ragione. 

Mi alzo di scatto dal divano su cui mi ero accomodata "Devo andare."

"Aspetta, per favore."

"Perchè? A che scopo?" Cerca di trattenermi per un braccio, ma io lo scrollo via "Cosa siamo io e te?"

"Non lo so Camille, è da quando ti ho incontrata che non riesco più a trovare definizioni a nulla. Non ti so dire cosa sia, non voglio dire cose di cui potrei pentirmi, in un senso o nell'altro. Ma so che ti voglio nella mia vita. E spero che per ora ti possa bastare." 

Forse una minuscola parte nel profondo del mio animo, quando quella porta si era aperta, aveva sperato che con la fine della relazione ufficiale di Charles il nostro rapporto sarebbe 'salito di grado' e lui si sarebbe dichiarato. Era chiaro ora che questo non sarebbe successo. Perlomeno non oggi. 

Avevo aspettato che Charles decidesse per me, ma ora il coltello dalla parte del manico l'avevo io. Adesso toccava a me scegliere: chiudere questo capitolo una volta per tutte, o accontentarmi? 

Fisso Charles negli occhi, a lungo, e compio l'unica azione che mi sento di fare: mi avvicino e lo bacio.

Come una cometa // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora