Capitolo 9 - Afelio

1.3K 51 0
                                    

📌 Afelio
Punto di un'orbita planetaria in cui il corpo celeste si trova alla massima distanza dal Sole; è la posizione opposta al perielio.

- - -

Il cielo reso scuro dal maltempo ci accompagna inconsapevolmente fino alle luci radenti del tramonto, quando i raggi luminosi stanno per essere sostituiti dal buio serale.

Mi sono avvolta in due asciugamani, in attesa che Charles mi riconsegni i vestiti. Sa che questa casa ha una lavanderia provvista di asciugatrice, e se ne sta occupando.

Un sorriso divertito mi increspa le labbra, mentre i ricordi di quanto successo nella giornata di oggi riappaiono nella mia mente. E se non bastassero i ricordi, ci sono i muscoli intorpiditi da un piacevole indolenzimento, oltre ad un paio di segni scuri sulla pelle.

Che pazzia. Che assurdità. Che piacere.

Se già dopo la mia fuga avevo faticato a riconoscermi allo specchio di Susanne, ora il mio riflesso sulla vetrata scorrevole mi è completamente ignoto. Sospiro tentando di rassegnarmi al cambiamento, speranzosa che questa volta sia in meglio.

Seguendo il mio istinto mi dirigo in cucina, per cercare un bicchiere d'acqua. Il mio sorseggiare pensieroso però viene disturbato da un ronzio intermittente, del quale fatico a individuare la provenienza.

Alla fine realizzo che Charles aveva svuotato le tasche della sua giacca sul tavolino della colazione, e il rumore misterioso appartiene alla vibrazione del suo cellulare. Una rapida occhiata allo schermo illuminato mi fa sprofondare cuore e stomaco all'altezza delle caviglie.

Perchè la telefonata proviene da un contatto salvato come "Ange <3", e la notifica della chiamata persa non è sufficiente a nascondere l'immagine di sfondo: Charles mentre bacia una ragazza bionda che gli poggia le braccia al collo.

Uno sconforto che aumenta ulteriormente, quando dallo stesso numero proviene un messaggio "Com'è andato l'allenamento? Ti aspetto a casa stasera? Mi manchi <3"

Se riuscissi a focalizzarmi su qualcosa di diverso da quello schermo noterei le mie nocche diventare bianche attorno al bicchiere ormai vuoto, sentirei i miei piedi nudi gelidi contro il pavimento, ma soprattutto avrei udito Charles entrare nella stanza.

"Mi stavo chiedendo dove fos..." Le parole gli muoiono in bocca quando realizza cosa sto guardando. "Non avresti dovuto scoprirlo così."

"O forse non avrei dovuto scoprirlo e basta." Sputo quelle parole furiose senza riflettere, in questo momento sono solo accecata dalla rabbia.

Il silenzio tra noi due non è mai stato così greve come ora. Ne sento il peso addosso, come se fosse il telo di spugna che mi copre.

"Non hai niente da dirmi?"

"Non pensavo fosse importante."

Lo fisso incredula "Non importante? Magari sapere che tu avevi già una ragazza non mi avrebbe..."

Charles mi interrompe sgarbato "Non ti avrebbe fatto fare cosa? Sentiamo. Di cosa ti sei tanto pentita, Camille?"

La sua domanda mi ha colta di sorpresa. "... io non lo trovo giusto. Al posto suo non vorrei che..."

"Non è la domanda che ti ho fatto." Si avvicina fino ad avere il suo volto a pochi centimetri dal mio. "Camille: di cosa ti sei pentita, oggi?" 

Dovrei rispondere che mi sono pentita di aver accettato di incontrarlo, di avergli sorriso, di averlo seguito, di averlo baciato, di essermi fidata. 

Dovrei dirgli che mi sono pentita di avergli concesso il mio corpo, di averlo accarezzato, di avergli regalato la mia vulnerabilità. 

Dovrei trovare il coraggio di dirgli tutto questo. 

Ma quel verde unico dei suoi occhi, il suo fiato caldo che mi sfiora il naso e il tono che ha usato, sono sufficienti a farmi capire che tutto questo sarebbe una bugia. 

No: alla fine non mi sono pentita di nulla. 

Sono confusa e frastornata dalle mie emozioni, stanno succedendo troppe cose troppo velocemente. Non posso restare qui. 

Gli strappo di mano i miei vestiti, indossandoli per focalizzarmi su altro "Me ne vado."

Charles è confuso dalla mia reazione, probabilmente si aspettava che mi comportassi in un altro modo. "Ti accompagno."

"Non ho bisogno del tuo aiuto, posso trovare un taxi." Sono quasi pronta, devo solo infilarmi le scarpe.

"Non ne passano qui. Dammi un secondo." 

In poche mosse si è rivestito e ha raccolto tutto quello che aveva sparso in cucina, cellulare incluso. L'ho sentito vibrare ancora due volte.

Mentre Charles sta richiudendo la casa che ci aveva ospitato, io lo aspetto nella sua auto, cercando di raccogliere quel poco di dignità che mi è rimasta. 

Odio l'effetto che ha su di me, odio il fatto che non riesca a restare fedele a me stessa quando si avvicina troppo, odio tutte queste nuove sensazioni. Concentrarmi su questa rabbia, per il momento, è l'unica cosa a cui posso aggrapparmi per non capitolare. 

Ci siamo messi in movimento da pochi minuti quando vedo Charles toccarsi nervosamente il naso e cercare di intavolare un discorso. Fa in tempo ad aprire solo la bocca e prendere fiato, prima che lo interrompa. "No."

"Volevo solo..."

"Ho detto di no."

E con quello non si azzarda più a pronunciare una sillaba fino all'arrivo a Nizza, in una piazza poco lontano da casa. Sta ancora parcheggiando quando osa non rispettare la mia richiesta. 

"Lo so che a te è piaciuto tanto quanto è piaciuto a me. E credo che..." 

Non lo ascolto. Esco, o meglio fuggo, dalla sua auto senza neanche chiudere la portiera, troppo impegnata a lasciarmi dietro le sue parole tentatrici. Corro via a perdifiato, incurante della faccia sconvolta che devo avere, o delle persone che urto. Non mi importa.

Lo so che a te è piaciuto...

Infilo le chiavi nella toppa del portone con mani tremanti.

Lo so che a te è piaciuto...

Corro lungo le rampe di scale che sembrano infinite.

Lo so che a te è piaciuto...

Il mazzo di chiavi mi cade due volte a terra prima che riesca ad aprire l'uscio dell'appartamento. 

Lo so che a te è piaciuto...

Sbatto la porta dietro di me e scivolo in terra, appoggiando contro la schiena. Susanne mi osserva preoccupata dal divano, i suoi occhi mi porgono una muta domanda.

Lo so che a te è piaciuto...

"Ha una ragazza. Sono andata a letto con lui. E mi è piaciuto da impazzire."

Come una cometa // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora