Capitolo 27 - J'accuse

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"Tutta la forza nelle azioni di tuo padre sta nel fatto che quella 'colpevole' agli occhi degli altri sei tu, che hai abbandonato la famiglia. Sei d'accordo?" 

Annuisco.

"Se tu confessassi la tua storia ad un giornale ad esempio, la gente capirebbe che razza di animale è lui. E ti darebbe ragione."

Capisco il suo punto di vista, dico sul serio. Ma confessare la mia vita in pubblico mi metterebbe troppo sotto i riflettori, non saprei come difendermi. E anche Charles verrebbe danneggiato. 

"Ho una soluzione anche per questo." Charles estrae da una tasca il suo cellulare, mostrandomi la prenotazione di un volo. "Ho già parlato in maniera informale con una giornalista di Le Figaro. Andiamo a Parigi, racconti quello che ti senti, e mezz'ora dopo siamo su un jet diretto alle Maldive. Resteremo là per tutta la mia sosta estiva, potranno contattarmi solo mia madre, i miei fratelli e Andrea."

Sono tentata di accettare, aveva pensato proprio a tutto. Avremmo passato tre settimane in paradiso, mentre la mia famiglia avrebbe avuto quello che si meritava. 

"Non posso chiederti di fare tutto questo, non te lo meriti..."

"Voglio che tu sia libera. Voglio che tu possa vivere la tua vita al meglio, senza doverti guardare le spalle continuamente. E se io posso far parte di tutto questo, beh... mi fa piacere." 

-

Con quale coraggio avrei potuto rifiutare? Eravamo volati a Parigi, dove una gentilissima giornalista mi aveva fatta parlare per quasi 3 ore. Avevo raccontato tutta la mia vita, da quando ero bambina, fino al mio fidanzamento e al rapimento. Mi aveva fatto confidare con i miei ritmi, pazientando nei momenti di commozione e sdrammatizzando quando possibile. 

Charles mi aveva chiesto se volessi che fosse presente, ma io avevo preferito lasciarlo libero. Non avrei detto nulla che già non sapesse, ma si stava già impegnando troppo per me. 

Scopro con piacere che avrei occupato due pagine e mezza di "Le Figaro" dell'indomani. Ma io non avrei avuto modo di leggerlo. A intervista conclusa, Charles mi aveva mostrato come aveva occupato il paio d'ore di 'libertà': riempiendo quattro valigie. Che in poco tempo erano state imbarcate su un jet privato diretto verso oriente.

Dopo aver cambiato due aerei, provo l'ebrezza di atterrare direttamente sull'acqua con un idrovolante. All'inizio sono un po' spaventata, ma la serenità di Charles al mio fianco e soprattutto l'avere sotto di me l'acqua più cristallina che abbia mai visto, mi distende i nervi.

L'albergo che ci ospiterà per i prossimi 20 giorni è formato da un'unica passerella in legno sospesa sul mare, che fa da corridoio per una ventina di palafitte che si alternano da un lato all'altro, per dare ad ognuna la giusta privacy. Ogni camera ha una zona soggiorno, una camera da letto, un bagno e una vasca idromassaggio sulla terrazza. 

Se dovessi immaginare il paradiso, lo penserei esattamente così.

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Charles è un ottimo nuotatore, quindi non mi sorprende che approfitti della nostra vacanza per esplorare la barriera corallina. Io preferisco non seguirlo: so restare a galla e nuotare in situazioni non troppo complicate, ma una gita di questo tipo è fuori dalla mia portata. 

Siamo qui da quasi una settimana, e vorrei davvero che tutto questo non finisse mai. Lo penso soprattutto in momenti come questi, mentre me ne resto seduta sul bordo della palafitta, le piante dei piedi che sfiorano l'acqua ogni volta che un'onda passa sotto di me. Manca poco più di un'ora al tramonto, ma la luce ha già iniziato a prendere una delicata sfumatura arancione. 

Charles ha mantenuto la promessa, e le persone con cui parla quotidianamente si possono contare sulle dita di una mano. Gli ho chiesto solo una volta se la mia intervista abbia comportato qualche conseguenza, ma lui mi ha detto di stare tranquilla, che era tutto a posto. 

"Charles! Maledetto" Alzo la voce per la sorpresa, quando il monegasco zuppo d'acqua mi abbraccia la schiena. La mia canotta di cotone si sta già impregnando di acqua salmastra.

Mi stampa un bacio sulla sommità della testa e poi si siede al mio fianco "Mi sei mancata oggi."

Gli sorrido "E' stata bella l'escursione?"

"Molto... Ah! Ho un regalo per te." Si fruga nelle tasche ed estrae una piccola conchiglia dalle sfumature porpora.

"E' bellissima, grazie!" 

E' un piccolo pensiero, ma fatto col cuore. E il cuore di Charles è decisamente grande.

-

Appena i miei piedi toccano il suolo francese, provo una sensazione strana. Non mi sento in pericolo come quando sono partita, ma percepisco nell'aria qualcosa di strano, qualcosa che nonostante fossi a migliaia di chilometri di distanza mi aveva aspettato qui a casa. 

"Sei sicuro che sia tutto a posto dopo la mia intervista?" Domando a Charles un'altra volta.

"Credo di sì, Andrea non mi ha detto nulla." 

Quello sarà stato sicuramente vero, ma appena rientro a casa nel Principato trovo una busta ad attendermi, e il contenuto mi sconvolge. 

La mia intervista una conseguenza l'aveva avuta: aveva fatto incazzare mio padre. 

E Marc aveva deciso di denunciarmi per diffamazione.

Come una cometa // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora