Un fiore per un altro fiore.

342 18 4
                                    

Le labbra di Cristian era morbide, vellutate. Il cuore batteva impazzito. Avrei voluto che non si fermasse, non volevo che questo momento finisse. Ma Cristian si staccò un po' da me e mi guardò negli occhi.
«Non smetterei mai di baciarti..» disse sussurrando, a pochi centimetri dalle mie labbra.
«E allora non farlo..» dissi.
Mi sorrise e questa volta cominciò delicatamente a baciarmi il collo. Piccoli e delicati baci che mi facevano venire la pelle d'oca. Continuò a baciarmi risalendo il collo fino ad arrivare al mento. Mi attirò a sé e ci fece distendere sulla sabbia, lui sopra di me. Sorrise e continuò fino ad arrivare alle mie labbra. Le sue mani accarezzavano il mio corpo, delicatamente, come se fosse una cosa così fragile che da un momento all'altro potesse rompersi. Ci baciammo con passione, trasportati dai nostri sentimenti. In quel momento esistevamo solo noi due.
Le sue mani si intrufolarono sotto la mia camicetta, accarezzandomi la pelle. Rabbrividii al suo tocco. Rabbrividii al piacere che mi procuravano le sue mani , sfiorandomi dolcemente. Salirono sempre più su superando la pancia, poi si bloccarono.
«Sarà meglio andare..» disse alzandosi.
Rimasi scioccata. Perchè tutto ad un tratto si fermava? Stavo così bene tra le sue braccia. Forse non gli piacevo abbastanza. Mi rimisi in piedi, delusa. Mi dispiaceva lasciare questa spiaggia, spettatrice del nostro amore, a cui lasciavamo il calore dei nostri corpi e i nostri profumi.
Seguii Cristian fino alla moto. Mi porse il casco e lo presi, senza guardarlo. Lui si agganciò il suo e salì sulla moto. Io feci lo stesso ma per il viaggio di ritorno non mi strinsi a lui.

Arrivammo davanti casa mia. Era passata la mezzanotte. Sicuramente avrei ricevuto un richiamo dai miei ma non mi importava. Nulla avrebbe potuto farmi male più della consapevolezza che Cristian non mi amava. Se mi avesse amato non si sarebbe fermato, solitamente non ci si ferma all'improvviso in questo genere di cose. Forse non sarei stata pronta e l'avrei fermato io, ma almeno capivo che a lui interessavo sotto quel punto di vista.
Scesi dalla moto e mi tolsi il casco. Glielo porsi e senza guardarlo negli occhi mi avviai verso la porta d'ingresso della mia casa. Ma Cristian mi bloccò. Mi si mise davanti e mi guardò, preoccupato.
«Perchè sei arrabbiata?» mi chiese.
«Non sono arrabbiata» dissi.
Non ero arrabbiata, ero semplicemente stanca di illudermi che qualcuno potesse amarmi.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» mi chiese.
«No...» risposi, ma dalla mia voce trapelò incertezza.
«Sapevo che non avrei dovuto baciarti in quel modo sulla spiaggia, e se non mi fossi fermato....» disse lasciando la frase in sospeso.
Lo guardai sorridendo. Cristian era preoccupato di essersi spinto troppo oltre quando, invece, era quello che volevo anch'io. Non aveva niente di cui scusarsi, lo volevo tanto quanto lui.
«No, lo volevo anche io...che mi baciassi...» dissi imbarazzata.
«E allora perchè..» cominciò a dire ma lo interruppi.
«Perchè siccome ti eri fermato...pensavo...che..non mi volessi» dissi.
Mi guardò sbalordito, come se avessi detto una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Si avvicinò a me e prese le mie mani tra le sue. Appoggiò la sua fronte alla mia. La sua vicinanza mandava elettricità al mio corpo e il mio cervello faceva fatica a funzionare.
«Pensavi davvero che non ti volessi?» mi chiese.
Feci un cenno di assenso. Sorrise.
«Sei completamente pazza.» disse sorridendo.
Lo guardai male. Come si permetteva di darmi della pazza, ridendo di me. Era una cosa seria e facendo così confermava le mie incertezze. Non gli importava di me, voleva solo vedere fino a che punto sarei arrivata. E io da stupida mi sono fatta coinvolgere.
Tolsi bruscamente le mie mani dalle sue e lo spinsi via. Volevo entrare al più presto in casa. Ma Cristian essendo più alto di me e di conseguenza avendo le gambe più lunghe, mi raggiunse senza il minimo sforzo. Mi attirò a sé ma questa volta opposi resistenza.
«Lasciami.» dissi freddamente.
Ma lui non mi ascoltò e mi strinse ancora di più. Volevo che mi lasciasse.
«Guardami..» disse, cercando il mio sguardo.
Ma non volevo guardarlo negli occhi e cercai di sviare il suo sguardo.
Lui mi alzò il mento e mi costrinse a guardarlo.
«Ehi...non intendevo in quel modo. Se mi avessi lasciato finire la frase..Volevo dire che sei completamente pazza se pensi che io non ti volessi. Ti volevo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non mi importava di niente e di nessuno, solo di te. In quel momento sentivo solo il battito del mio cuore e del tuo che danzavano allo stesso ritmo, e il sapore delle tue labbra mi mandava fuori di testa. Amavo il modo in cui la tua pelle formicolava sotto al mio tocco. E credimi non mi sarei mai fermato, ma mi sono imposto di farlo. In quel momento desideravo fare l'amore con te. Ma se un giorno succederà, voglio che sia perfetto e non lascerò niente al caso.» finii il suo discorso.
Lo guardai con gli occhi lucidi. Lui mi amava. Mi desiderava come io desideravo lui.
Mi alzai sulle punte e lo baciai. Lui ricambiò il bacio e mi strinse a sé come se fossi la sua ancora di salvezza.

La solitudine incontrò l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora