Primi cambiamenti.

163 9 0
                                    

«Scusa, devo rispondere» dissi a Edoardo e mi allontanai.
Risposi, e la voce di Cristian mi inondò di emozioni, come un fiume in piena.
«Ehi, piccola» mi disse la voce calda di Cristian.
«Ciao» risposi, freddamente.
Ero felicissima di sentire Cristian, mi mancava terribilmente e lo volevo qui vicino a me, ma qualcosa dentro di me stava cambiando, e questo non era un bene. E poi non si era fatto vivo per giorni e mi aspettavo almeno una spiegazione.
«Che succede?» mi chiese, allarmato.
«Niente» risposi.
«Perchè sei arrabbiata?» mi chiese, preoccupato.
«Perchè?! Forse perchè sei sparito e non hai mai risposto a nessuna chiamata?» dissi, alzando il tono della voce.
Ero arrabbiata, avevo passato settimane a chiedermi perchè non mi rispondesse, perché fosse sparito così da un momento all'altro.
«Mi dispiace, sono stato occupato» disse, serio.
«Non hai più tempo per me..» dissi, delusa.
«Non è vero..ma con il trasferimento e tutto non ho avuto un secondo di pace..Mi dispiace, se ti ho fatto pensare una cosa del genere. Io non posso vivere senza di te» disse dolcemente.
«Eppure sembra che tu stia vivendo ugualmente» dissi freddamente.
Non volevo essere crudele, ma lui non immaginava cosa significasse restare con il telefono in mano aspettando un suo segno, giorno e notte.
«Ali lo sai che se potessi prenderei il primo aereo verrei da te» disse, tristemente.
«Vorrei che tu lo facessi...Ho bisogno di te..» dissi, e gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Avevo bisogno di vederlo, non ero più sicura dei miei sentimenti, non ero più sicura di niente. Ero confusa, in panico, ero un mix di sensazioni.
«Anche io ho bisogno di te..»disse.
«Ritornerò il prima possibile, te lo prometto. Ma ti prego, non dimenticarmi» disse, amareggiato.
«Cris, non potrò mai dimenticarti..» dissi, singhiozzando.
La mia vita era un totale disastro, io ero un disastro. Sbagliavo e rovinavo sempre tutto, ero un semplice errore che distruggeva tutto quello che passava sul suo cammino. In quel momento mi sentivo un mostro. Stavo tradendo la persona che amavo di più al mondo e non potei non pensare a come si sarebbe sentito Cristian.
«Ti amo Ali, non sai quanto..» disse Cristian.
Quell'ultima frase mi spezzò il cuore, lui mi amava, mi ha sempre amato e me l'ha dimostrato senza aspettarsi nulla in cambio. Con lui ho passato i più bei momenti della mia vita, la mia prima volta, tutto. E non posso rovinare tutto per un ragazzo che a malapena conosco.
«Ti amo Cris..» dissi, calmandomi.
Sarebbe andato tutto bene, lui sarebbe tornato, ci saremmo amati più di prima e insieme saremo felici.
Quando riattaccai misi il telefono in tasca e sospirai. Mi asciugai le lacrime restanti e feci un respiro profondo. Tornai indietro e vidi Edoardo seduto sulla stessa panchina, dove l'avevo lasciato dieci minuti fa. Fissava un punto indefinito dell'orizzonte, concentrato. Sospirai e mi sedetti accanto a lui. Lui si accorse della mia presenza e si voltò a guardarmi.
«Sei tornata»disse, fissandomi.
«Si, scusa se ci ho messo tanto» dissi, dispiaciuta.
«Pensavo che te ne fossi andata» disse, triste.
«Non ti abbandonerei mai» dissi, mordendomi il labbro.
Questo ragazzo era entrato nella mia vita senza preavviso e mi stava stravolgendo tutti i piani.
«Andiamo dai» dissi, sorridendogli.
«Alice..» disse Edoardo, prendendomi la mano.
«Cosa c'è?» chiesi, sorpresa.
«Niente..» disse e mi lasciò la mano.
In un silenzio di tomba entrammo nuovamente in biblioteca e ci sedemmo alle rispettive sedie. Per tutta la durata della lezione Edoardo non mi guardò nemmeno una volta, troppo concentrato sul libro, e quando gli parlavo per chiedergli se ci fosse qualcosa che non avesse capito, lui mi rispondeva un flebile 'no' senza alzare lo sguardo dal libro. Rimasi delusa, perchè aveva cambiato atteggiamento? Lo preferivo quando era divertente e scherzoso.
Quando finì di fare gli ultimi esercizi lo salutai e me ne andai. La giornata aveva preso una piega inaspettata che non mi piaceva per niente, erano successe troppe cose. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno, di sfogarmi e di condividere questo peso. Ma alla fine decisi di tornare a casa e dormirci su, sperando che la notte portasse consiglio.

Arrivai a casa e la trovai vuota. Mia madre era al lavoro e non l'avrei rivista prima di sera. Così presi qualcosa da mangiare dal frigo e me ne andai in camera. Accessi la televisione e annoiata cominciai a scorrere i canali per trovare qualcosa di interessante da guardare. Alla fine mi arresi e la spensi.  Guardai il soffitto per un lungo periodo e poi chiusi gli occhi, rilassandomi. In questi ultimi mesi erano successe molte cose, positive e negative. Ma iniziavo a notare i primi cambiamenti, agli occhi degli altri indifferenti mentre per me erano chiari ed evidente. E questo mi spaventata, la diversità, il senso che stava prendendo la mia vita. Mi stavo imbattendo in un tunnel senza ritorno e devo decidere se percorrerlo, consapevole di non poter tornare indietro, o andarmene via.

La solitudine incontrò l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora