Fuori diluviava e quando arrivai a casa ero fradicia. Mi diressi in camera mia, salendo le scale di corsa, e mi chiusi la porta alle spalle. Sospirai e aprii l'armadio per prendere dei vestiti e andai in bagno a cambiarmi. Strano che nonostante fosse fine giugno piovesse così tanto, ma forse dipende dal fatto che quest'inverno non ha fatto molto freddo. Mi feci una doccia, mi vestii e legai i capelli bagnati in una treccia. Mi sedetti sul letto e presi il telefono. Lo accesi e vidi che avevo tre chiamate perse da Edoardo e cinque da Silvia. Cancellai quelle di Edoardo e scrissi un messaggio a Silvia dicendole che stavo bene e che avevo avuto un imprevisto e sono dovuta ritornare a casa. Aggiunsi che non era niente di grave, giusto per rassicurarla. Buttai il telefono sul comodino e mi sdraiai sul letto. Guardai il soffitto per un periodo di tempo indefinito e poi chiusi gli occhi. Sperai che fosse tutto un brutto sogno ma purtroppo era la dura realtà. Cristian mi aveva chiamato due giorni fa e io non avevo risposto. Non so come sentirmi al riguardo, se esserne contenta o preoccupata. Le cose con Edoardo non andavano bene e l'ultima cosa di cui ho bisogno è il ritorno di Cristian. Pensavo di averlo dimenticato ma evidentemente non è così. Quando ho visto le sue chiamate sono rimasta sorpresa, ma la cosa che più mi preoccupa è che ho sentito qualcosa che non so spiegare. Mi sento confusa, non riesco più a pensare chiaramente e ho paura di provare ancora qualcosa per Cristian. Non è così strano, in fondo io l'amavo ma adesso pensavo di essere andata avanti, di aver ricominciato e invece mi ritrovo al punto di partenza. Non riesco a dimenticarlo, o forse non l'ho mai fatto. La verità è che ci sono persone che aspetteremo sempre, non importa quanto le nostre vite siano andate avanti, per strade differenti. Non importa se non ci parliamo più. Continuiamo ad aspettarle, e se dovessero tornare le accoglieremmo come se non fossero passati giorni, settimane, mesi, anni. Perchè le vogliano nella nostra vita. E non posso cancellarlo, rimarrà sempre un ricordo indelebile impresso nella mia mente, ma soprattutto nel mio cuore.
All'improvviso il cellulare si illuminò e comparve il simbolo di chiamata in corso. Mi allungai per prendere il cellulare e quando vidi il nome che lampeggiava sullo schermo il cuore mi sprofondò nel petto. Cristian.
Continuai a guardare il cellulare, incapace di muovermi, sperando che mi dicesse cosa fare. Ma invece continuava a vibrare, incessantemente.
Speravo che prima o poi smettesse ma non successe e così mi feci coraggio e rifiutai la chiamata. Ero così stravolta che ,presa dal panico, lo spensi. Lo buttai ai piedi del letto e rimasi lì a fissarlo. Sapevo che non avrebbe vibrato nuovamente ma in cuor mio speravo che lo facesse. Sospirai e presi il mio ipod e le cuffiette e mi lasciai cullare dalla musica.Mi svegliai a notte fonda, di soprassalto. Guardai la sveglia, lampeggiava 3:10 a carattere cubici. Sospirai e mi alzai dal letto, una volta sveglia non riuscivo più a dormire di nuovo. Andai in bagno a sciacquarmi la faccia e ritornai nuovamente in camera. Mi sedetti sul letto e presi il telefono rigirandomelo tra le mani. Non sapevo cosa fare, avevo troppa paura che Cristian mi richiamasse. Non ero pronta a parlargli, in realtà penso che non lo sarò mai. Il ritorno di Cristian includerà altri problemi tra me ed Edoardo, come se non ne avessimo già abbastanza per conto nostro. E in realtà ho paura. Paura di quello che potrei sentire per Cristian. Ho il terrore che rivederlo possa innescare qualcosa in me e preferisco evitarlo. Ma non potrò evitarlo per sempre, prima o poi dovremo parlare e devo iniziare a pensare a cosa potrebbe succedere. Non voglio far soffrire Edoardo e quindi preferisco chiarirmi prima le idee sul da farsi. Devo capire cosa provo per lui e cosa provo per Cristian. Sono sicura di provare qualcosa anche per Edoardo, non mi è del tutto indifferente, ma devo mettere un po' di ordine nella mia testa. Ovviamente proverò delle cose diverse per loro e dovrò capire quale tra queste sia amore. E la parte più difficile è questa visto che non so cosa voglia dire essere innamorata. Non lo sono mai stata. Si, per Cristian ho provato emozioni molto forti ma davvero questo può essere considerato amore? Come posso sapere se quello che provo è reale e possa rendermi felice? Dove trovo la certezza che lui mi ami veramente? Ho sempre pensato che quando mi fossi innamorata lo avrei capito subito. Lo avrei visto lì, e avrei saputo che era lui l'amore della mia vita, con una sola occhiata. Tipico dei film smielati che dovrei smettere di guardare. La vita non è un film, è molto più complicata. La persona giusta non la si trova per caso, andando a sbattere contro qualcuno o cadendo da una bici. No, non è così che funziona. La trovi dopo aver superato delusioni su delusioni, quando sei pronta a chiudere il tuo cuore oramai troppo fragile. E all'improvviso appare quella persona che stravolge tutti i tuoi piani, ma che ti rende felice. Non è semplice, a volte la persona giusta puoi averla davanti agli occhi e non accorgertene e fartela scappare. Oppure può mettersi in mezzo l'orgoglio e allora non andrai da nessuna parte. Ma ho sempre pensato che arriverà per tutti, prima o poi.
La vibrazione che partì dal cellulare mi risvegliò dai miei pensieri. Era Cristian.
Sospirai e col cuore in gola premetti il pulsante verde e portai il telefono all'orecchio, tremando.
«Ehi, finalmente» disse Cristian, sollevato.
Sobbalzai al suono della sua voce che non sentivo da molto tempo ma non era affatto sconosciuta.
«Ehi» dissi, respirando a pieno per calmare i battiti del mio cuore.
«Perchè non hai risposto a nessuna delle mie chiamate?» mi chiese, deluso.
«Adesso ho risposto» risposi, pensando velocemente a una scusa.
«Ali, ti ho chiamata per giorni e giorni e non hai mai risposto» disse, preoccupato.
«Sono stata molto occupata» dissi, presa in contropiede.
«E non hai avuto nemmeno un minuto per richiamarmi?>» disse, arrabbiato.
«No..io..» iniziai.
Ero in panico, non sapevo cosa rispondergli perchè aveva ragione. Non ho mai pensato di richiamarlo, anzi pensavo che magari si stufasse e la smettesse e non so con quale coraggio io abbia risposto. È stato un errore, non avrei dovuto farlo. Dovevo rifiutare la chiamata, anzi non dovevo accendere il telefono.
E poi è lui che per mesi e mesi non si è fatto mai sentire e adesso riappare come se nulla fosse.
«Mi stavi evitando» concluse infine, come se solo in quel momento gli fosse passata in mente questa idea folle.
«No» dissi subito, arrancando.
«Alice, non mentirmi» disse afflitto.
«Non lo sto facendo» dissi.
«E invece è quello che stai facendo, e adesso mi viene da pensare che forse è quello che hai sempre fatto» disse, deluso.
«Non puoi parlare seriamente» dissi, preoccupata.
«Ali, non so più cosa pensare» disse, amareggiato.
«Non puoi dubitare di quello che provavo per te» dissi, delusa.
«Provavi? Quindi adesso non provi più nulla per me?» mi chiese, afflitto.
«Non ho detto questo» risposi, confusa.
«E allora cosa volevi dire?» mi chiese speranzoso.
«Cris..io non lo so» risposi, sinceramente.
«Hai trovato qualcun altro?» mi chiese, a bruciapelo.
Impallidii anche se lui non può vedermi, fortunatamente.
«Ma cosa dici..chi..» iniziai in preda al panico.
«Ho parlato con Giorgio» disse, arrivando al punto.
«E cosa ti ha detto?» gli chiesi, incrociando le dita.
«Mi ha detto che hai conosciuto un suo amico, Edoardo mi pare, e siete molto amici» rispose, freddo.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Pensai velocemente a una risposta in modo da togliergli da testa queste sue supposizioni. Ma non era giusto mentirgli, non è mai la cosa giusta da fare. 'Meglio una cruda verità che una dolce bugia'.
«Si, ma siamo solo amici» dissi, schiaffeggiandomi mentalmente.
«Sicura?» mi chiese, dubbioso.
«Si» risposi, la voce ridotta a un sussurro
«Ali, guarda che puoi dirmelo tranquillamente se per te è più di un amico» disse, rassicurandomi.
In quel momento mi venne voglia di abbracciarlo. È sempre stato dolce e comprensivo con me, anche quando non lo meritavo.
«Siamo solo amici» dissi nuovamente.
«Meglio così» disse, addolcendo la voce.
In quel momento mi sentii orribile, gli stavo mentendo, ancora. E questo è sbagliato, lo sapevo, ma non abbastanza da fermarmi dal raccontare bugie. Ecco cos'ero diventata in quei mesi, una crudele bugiarda.
«Ti ho chiamata perchè volevo che fossi tu la prima a saperlo» disse rianimandosi.
«Sapere cosa?» gli chiesi, grata che avesse cambiato argomento.
«Tra una settimana ritorno» disse, ridendo.
«Cosa?» chiesi, confusa.
«Ritorno lì, da te, e ti prometto che sarà tutto diverso» disse, sicuro di sé.
E il mondo mi cadde addosso. Non poteva accadere a me, era tutto sbagliato. Dovevo dire la verità quando ne ho avuta l'occasione e adesso devo prendermi le mie responsabilità, come sempre. Era tutto un grosso e confuso disastro che io avevo creato.
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La solitudine incontrò l'amore
Short StoryAlice era una ragazza come le altre. La solita ragazza con semplici occhi marroni ma che al suo interno nascondevano sofferenze e paura. Paura di vivere, paura di innamorarsi ancora, paura di rimanere sola. Passava le giornate sui libri, a leggere...