Stavo così bene tra le sue braccia ma poi Edoardo sciolse l'abbraccio, e mi guardò.
«Cosa vuol dire che non puoi mentirmi?» mi chiese, guardandomi.
Gli avevo detto che non potevo guardarlo negli occhi e dirgli che non provavo niente per lui perchè sarebbe stata una bugia, ma adesso mi pentivo di averlo detto. Avevo avuto la possibilità di farla finita, lui sarebbe sparito dalla mia vita e tutto si sarebbe risolto, ma il mio cuore non era d'accordo. Provavo dei forti sentimenti per Edoardo e non riuscivo a far finta di niente. Ero confusa, ma più di ogni altra cosa ero spaventata. Avevo paura di quello che provavo ma soprattutto l'idea di ferire Cristian mi faceva male. Lui non si meritava tutto questo, era una persona fantastica e io ero un mostro a fare una cosa del genere. Dovevo farmi forza e mettere fine a tutto questo perchè nonostante mi facesse star bene, sapevo che era sbagliato visto che faceva soffrire un altra persona.
«Edoardo...io non posso..» dissi mordendomi il labbro.
«Ali..io voglio te» disse accarezzandomi una guancia.
«Mi dispiace...» sussurrai, sull'orlo delle lacrime.
Avevo preso la mia decisione, anche se era sofferta. Non potevo mettere al primo posto la mia felicità fregandomene di come potrebbe stare Cristian. Per me lui era una persona importante e avrei fatto qualunque cosa per non ferirlo, anche mettere da parte la mia felicità.
«Non ti lascerò andare» disse stringendomi.
«È quello che devi fare» dissi allontanandolo.
«No..» disse prendendomi la mano.
«Ti prego, non rendere le cose più difficili» dissi, singhiozzando.
«Non lasciarmi..» disse, rifugiando la testa nell'incavo del mio collo.
«Non posso...» dissi singhiozzando.
«Ali..tu sei la cosa migliore che mi sia mai successa..è da giorni che ti penso continuamente, al tuo sorriso e a quella espressione da bambina imbronciata che tanto amo...Non posso vivere senza di te..» sussurrò, stringendomi come se potessimo fonderci in un'unica persona.
Ricambiai l'abbraccio stringendolo a me il più possibile, perchè non avrei mai più sentito le sue braccia avvolte intorno a me.
«Resta con me..» mi sussurrò all'orecchio.
«Ti ho mentito..» sussurrai allontanandomi da lui.
Era io momento di attuare la mia decisione, so che lo distruggerò ma quando passerà il tempo e capirà che non ha perso niente di speciale starà bene.
«Su cosa?» mi chiese, confuso.
«Su tutto...io non provo niente per te. Ho fatto una...scommessa con una mia amica e...» dissi singhiozzando.
Odiavo le bugie ma in quel momento era l'unica soluzione possibile.
«Non è vero..» mi guardò ferito.
«Non volevo ferirti...era un semplice scherzo..» dissi nel modo più convincente possibile.
«Uno scherzo?! Tu ti sei presa gioco dei miei sentimenti!» urlò.
«Non era mia intenzione..» dissi singhiozzando.
«Come hai potuto...io ogni giorno mi innamoravo sempre di più di te mentre tu... te la ridevi con la tua amica. Ti sei divertita?» urlò, e diede un pugno sul banco.
Sussultai, sapevo di averlo ferito profondamente ma dovevo farmi odiare. Non avevo altra scelta.
«Le prime volte era divertente..ma..» non mi lasciò finire che mi strattonò il polso.
Ecco, avevo distrutto tutto quello che di buono poteva esserci.
«Mi fai schifo.» disse a pochi centimetri da me.
Mi guardò con uno sguardo carico di odio, sembrava che volesse farmi sparire dalla faccia della terra. Se l'avesse fatto l'avrei ringraziato, volevo sparire. Gli avevo solo causato molto dolore da quando mi aveva conosciuto, e speravo che un giorno riuscisse a perdonarmi.
Mi guardò per un'ultima volta, con uno sguardo di ghiaccio che avrebbe potuto congelarti, e poi se ne andò.
Caddi a terra e singhiozzai, sempre più forte, fino alla disperazione. Avevo voglia di urlare, volevo solo morire. Avevo distrutto tutto, ero un errore, e non meritavo di vivere.Quando mi svegliai mi guardai intorno, impaurita. Ero distesa su un lettino e accanto a me c'era una signora vestita con un camice bianco, con i capelli neri. Poi vidi Silvia che mi guardava preoccupata. Mi dispiaceva darle sempre dei dispiaceri, anche lei starebbe meglio se non mi avesse mai conosciuta.
«Ti senti bene?» mi chiese la signora
«Dove mi trovo?» chiesi con voce roca.
«Sei in infermeria, ti ho trovata svenuta, per terra, svenuta. Mi sono preoccupata tantissimo e ti ho portata qui. L'infermiera, Claudia, ti ha fatto ingerire un calmante. Per fortuna ti sei svegliata..mi sono preoccupata a morte...pensavo che tu...» disse Silvia singhiozzando.
L'abbracciai e le accarezzai i capelli, per una volta ero io a consolarla e non il contrario.
«Sto bene» dissi, facendo del mio meglio per sorriderle.
«Dovresti restare qui per dei controlli» disse Claudia.
«Non serve davvero, mi sento molto meglio. Avrò avuto solo un calo di pressione» sussurrai.
«Penso che sia il caso che..» iniziò Claudia ma Silvia la interruppe.
«Ha detto che si sente meglio, per favore falla venire a casa con me e non chiamare i suoi genitori, si spaventerebbero troppo.» disse Silvia con tono abbastanza convincente.
«Non posso non avvisarli, è grave quello che è successo» disse Claudia.
«Lo farò io, ma ti prego, lasciami andare a casa» dissi con voce roca.
«Va bene» disse Claudia, pensierosa e per nulla convinta.
«Grazie» le dissi prima che uscisse e mi lasciasse da sola con Silvia.
«Mi devi spiegare cos'è successo» mi disse Silvia, con tono deciso.
«Non è successo niente» dissi sussurrando.
«Ho visto Edoardo uscire dalla classe arrabbiato e poi ho visto te distesa sul pavimento. Ti ha fatto del male?» disse, preoccupata.
«No, come puoi pensare che Edoardo possa fare una cosa del genere!» dissi indignata.
Poteva essere su tutte le furie ma non mi avrebbe mai fatto del male.
«E allora spiegami perchè non riesco a capire» disse Silvia.
E così le raccontai per filo e per segno quello che era successo. Le raccontai del primo incontro tra me ed Edoardo.
«Sei andata a Treviso con lui?» mi chiese.
«Si, e sono stata benissimo. Davvero Silvia, per un momento mi sono sentita felice, libera e giusta. Quando sono con lui non mi capita mai di pensare a Cristian, ma solo a cose belle.» dissi, sospirando.
«E poi...ci siamo quasi baciati..» sussurrai.
«Cosa significa che vi siete baciati?» chiese Silvia, scossa.
«Non ci siamo baciati..stavamo per farlo..ma è suonato il cellulare e ci ha..interrotti» dissi, imbarazzata.
«Meglio così» disse sospirando.
«Perchè?» le chiesi, delusa.
«Perchè se ci fossi stata io ti avrei impedito di commettere uno sbaglio simile» disse.
«Perchè fare quello che si sente è sbagliato?» chiesi, sospirando.
«È sbagliato solo in alcune situazioni, come questa. Fidati, te ne saresti pentita, e Cristian non merita che tu lo ferisca» disse, comprensiva.
«Io non voglio ferirlo, non l'ho fatto con cattiveria, giuro. È solo che Edoardo è così dolce, e poi è bello, gentile e mi intriga. Amo il suono della sua risata, il suo sorriso è qualcosa di magnifico» dissi, soprappensiero.
«Ali, sei innamorata di Edoardo?» mi chiese, stupita.
«Non lo so..» risposi, confusa.
«Stai cambiando..» disse, amareggiata.
«E questo è un male?» chiesi, esausta.
«In teoria è un bene cambiare, ti aiuta a crescere ma in pratica...ascolta, vorrei solo che tu ci pensassi prima di fare le cose. So che è una cosa che hai fatto col cuore, ma devi prendere anche in considerazione le conseguenze. Devi chiarirti le idee Ali, e solo tu sei in grado di farlo, nessuno può aiutarti. Purtroppo questa è una cosa che devi fare da sola» finii Silvia.
«Silvia ho rovinato tutto..» le dissi sull'orlo delle lacrime.
«Perchè dici questo?» mi chiese, confusa.
«Ho detto ad Edoardo che non provo niente per lui e che era tutta parte di una scomessa» le dissi, vergognandomi
«Ed è vero?» mi chiese, sorpresa
«Certo che no! Non farei mai una cosa del genere!» dissi, indignata
«E allora perchè gli hai detto una cosa del genere?» mi chiese, sempre più confusa
«Per allontanarlo. Io non voglio farlo soffrire, ma devo mettere ordine nella mia testa» dissi, esausta
«Lo hai distrutto, lo sai?» mi chiese, accarezzandomi i capelli.
«Lo so, mi odia» le dissi, singhiozzando.
«Gli passerà vedrai» mi rassicurò.
«Grazie...sei fantastica» sussurrai, abbracciandola.
Lei mi strinse a sé e mi accarezzò i capelli, dolcemente.
«Di niente, Ali. Tu sei la sorella che non ho mai avuto...» mi sussurrò all'orecchio.
Silvia era la ragazza più comprensiva e disponibile del mondo e faceva di tutto per aiutare gli altri. In realtà, per questa cosa, un po' la invidiavo.
Mi aiutò ad alzarmi dal lettino e mi accompagnò alla porta. Ci scontrammo con Giorgio che appena mi vide mi guardò con uno sguardo carico di odio. Capii facilmente il motivo per cui mi stesse guardando in quel modo.
«Come hai potuto» disse Giorgio.
«Mi dispiace..»dissi con voce roca.
«Non se lo meritava»disse arrabbiato.
«Lo so..»sussurrai.
«Spero che ti succeda qualcosa di brutto, da farti soffrire nel modo in cui lui adesso sta soffrendo.» disse freddamente e se ne andò.
Le sue parole mi colpirono duramente, come un macigno e mi sentii le gambe cedere. Avevo perso tutto, ma questa volta era stata colpa mia.
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La solitudine incontrò l'amore
Short StoryAlice era una ragazza come le altre. La solita ragazza con semplici occhi marroni ma che al suo interno nascondevano sofferenze e paura. Paura di vivere, paura di innamorarsi ancora, paura di rimanere sola. Passava le giornate sui libri, a leggere...