Il giorno seguente mi svegliai tardi, la sveglia non aveva suonato ed ero in clamoroso ritardo. Mi vestii velocemente, presi lo zaino e uscii fuori dove mia madre mi stava aspettando. Salii in macchina e partimmo. Era da giorni che mia madre si comportava in modo strano, ma pensai che fosse solo stanchezza. Poi all'improvviso la sua voce spezzò il silenzio.
«Hai preso tutto?» mi chiese distrattamente, continuando a guidare.
«Si» le risposi.
«Come va con Cristian?» mi chiese.
«Bene..» risposi insicura.
«Cosa succede?» mi chiese preoccupata.
«Niente..» risposi.
«Tesoro, io ti conosco e capisco quando c'è qualcosa non va, fidati di me. Io sono qui per aiutarti.» concluse, tristemente.
Sospirai e pensai che in fondo mi avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno, e chi meglio di mia madre avrebbe potuto comprendermi?
«Ti sei mai sentita confusa sui tuoi sentimenti?» le chiesi, tristemente.
«Certo, mi è capitato molte volte ma alla fine ho capito chi volevo accanto a me, tuo padre Alice, solo lui. Lui era la persona che mi rendeva felice con un semplice gesto, con lui ho passato i più bei momenti della mia vita, con lui ho imparato ad amare. So che a quest'età è difficile capirci qualcosa ma tu ascolta sempre il tuo cuore.» concluse, sorridendo.
Ascoltare il mio cuore, ecco quello che avrei fatto d'ora in poi.Arrivammo davanti al cancello della scuola e scesi velocemente dalla macchina. Camminai velocemente per il corridoio quando all'improvviso mi fermai. Vicino alla porta dell'aula stampa vidi Edoardo baciarsi con Valentina. Il cuore perse un battito e gli occhi mi si riempirono di lacrime, non poteva star succedendo davvero. Li vidi scambiarsi baci sempre più intensi finchè lui non le sorrise ed entrarono nell'aula stampa, chiudendosi la porta alle spalle. Non volevo immaginare cosa avrebbero potuto fare, rinchiusi lì dentro, solo l'idea mi nauseava. Ingoiai le lacrime e mi feci forza, non era la prima volta che qualcuno mi tradiva con Valentina. In realtà io ed Edoardo non stiamo insieme quindi lui è libero di fare quello che vuole. Ma mi fa male pensare a loro due insieme, quando poco tempo fa io e lui ci siamo quasi baciati. Mi resi conto che anche se ci fossimo baciati per lui sarei stata una delle sue tante conquiste. Non provava niente per me, era tutto frutto della mia immaginazione. Tutte le cose carine che ha fatto per me, per esempio portarmi a Treviso, erano futili e senza valore. Il suo scopo era solo di avere un'altra conquista di cui vantarsi con gli amici, e poi si sarebbe trovato qualcun'altra con cui passare il tempo. Feci un respiro profondo e mi calmai. Non aveva importanza, per me lui non era niente. Era solo un semplice ragazzo a cui davo ripetizioni di spagnolo, niente di più.
Mi incamminai verso la mia classe e dopo aver bussato entrai. La professoressa mi lanciò un'occhiataccia, spazientita che avessi interrotto la sua lezione e dopo avermi rimproverata per il ritardo, mi fece sedere. Mi sedetti vicino a Silvia e sospirai. La cosa positiva era che finalmente il vicepreside aveva accettato il cambio di sezione da parte di Silvia e a quanto pare Edoardo gli aveva parlato dicendogli che non aveva più bisogno di ripetizioni e di conseguenza non aveva bisogno di me. Certo, era troppo occupato a restare attaccato a Valentina come una sanguisuga. Lei mi lanciò un'occhiata preoccupata, ma la rassicurai dicendole che andava tutto bene. In realtà niente andava bene ma preferivo evitare il discorso e fingere di star bene.La campanella dell'intervallo suonò. Sospirai e tirai fuori il mio libro preferito, e mi misi a leggere. Non avevo né la voglia né la forza di alzarmi da questa sedia, preferivo restarmene qui, da sola. Silvia si alzò e mi lanciò un'occhiata strana.
«Vieni al bar?» mi chiese.
«No scusa, preferisco restare qui» dissi, continuando a leggere.
«Stai bene?» mi chiese preoccupata.
«Si, tranquilla, sono solo stanca» risposi.
Lei mi lanciò un'occhiata strana, non del tutto convinta dalle mie parole.
«Magari ti porto del tè, così ti sentirai meglio» disse, uscendo dalla classe.
«Grazie» le dissi, senza alzare lo sguardo dal libro.
Sicuramente il tè non riuscirà a sollevarmi il morale e a farmi sentire meglio ma non volevo deluderla.
Qualcuno si avvicinò a me e mi fece sobbalzare, ero troppo presa dalla lettura che non mi ero accorta di nulla.
«Ehi, che fai?» mi chiese Edoardo.
Era molto più bello degli altri giorni, aveva un sorriso che poteva abbagliarti, e immaginai il motivo per il quale fosse così contento.
«Niente che ti possa interessare» risposi, freddamente.
«Sei arrabbiata con me?» mi chiese, sorpreso dal mio tono distaccato.
«Dovrei?» gli chiesi.
«Non capisco il motivo per cui ti comporti in questo modo» disse, deluso.
«Mi comporto come voglio» dissi, arrabbiata.
«Ti stai comportando da bambina» disse, freddamente.
«Scusa se non sono brava a comportarmi da donna come, invece, sa fare molto bene Valentina» dissi, con disprezzo.
«Cosa centra Valentina?» mi chiese, confuso.
«Forse dovrei iniziare a comportarmi come lei andando a baciarmi, e fare altro con il primo ragazzo che passa!» dissi, alzando la voce.
Mi guardò confuso ma poi vidi pian piano che iniziò a realizzare, e rimase sorpreso.
«Tu ci hai visti» disse Edoardo, realizzando.
«Sinceramente non mi importa con chi vai o cosa fai ma almeno abbi la decenza di fare determinate cose in privato» dissi, decisa.
«Ti ha dato fastidio vederci insieme?» mi chiese, sorpreso.
«No» risposi, insicura.
«Tu sei gelosa..» mi disse, avvicinandosi.
«Smettila.» dissi, freddamente.
«Perchè non lo ammetti una volta per tutte?» mi chiese, accarezzandomi una guancia.
«Edoardo..vattene via» dissi, sussurrando e mi alzai per allontanarmi da lui.
Dovevo mettere della distanza tra di noi, ero ancora arrabbiata per il suo comportamento indecente ma quando ero vicina ad Edoardo non pensavo lucidamente.
«Perchè scappi da me?» mi chiese, trattenendomi.
«Non voglio averci niente a che fare con una persona come te» dissi freddamente, togliendo bruscamente il polso dalla sua stretta.
«Guardami negli occhi e ripetilo» mi disse, riafferrandomi.
<<Lasciami.» dissi, seria.
«Non ti lascio finchè non me lo dici» disse, trattenendomi più forte per impedirmi di scappare.
Scappare, volevo solo andarmene da lì e non vederlo mai più. Mi aveva ferito il suo comportamento, non sapevo nemmeno spiegarmi il perchè, ma era così.
«Ho già detto tutto quello che dovevo dire» dissi, freddamente.
«Perchè reprimi i tuoi sentimenti?» disse, deluso.
«Non provo niente per te» dissi, decisa.
«Allora guardami negli occhi e dimmelo, e ti prometto che ti lascio in pace, sparirò dalla tua vita» disse, serio.
Non volevo che sparisse dalla mia vita, volevo che ne facesse parte. Questo ragazzo, senza permesso, si è preso una parte del mio cuore e vorrei tanto che me la restituisse. Ma nonostante questo non voglio che lo faccia visto che mi rende una persona migliore.
«No..» sussurrai.
«No cosa?» mi chiese, confuso.
«Non posso dirtelo» dissi, mordendomi il labbro per soffocare le lacrime.
«Perchè?» mi chiese, guardandomi dolcemente.
«Perchè non posso mentirti» dissi, con le lacrime agli occhi.
Lui mi attirò a sé e mi strinse tra le sue braccia. Mi strinse e mi accarezzò i capelli, dolcemente. Mi cullò come se fossi una bambina piccola, come se fossi così fragile da potermi spezzare da un momento all'altro. Mi strinse come se fossi la cosa più preziosa al mondo.
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La solitudine incontrò l'amore
Short StoryAlice era una ragazza come le altre. La solita ragazza con semplici occhi marroni ma che al suo interno nascondevano sofferenze e paura. Paura di vivere, paura di innamorarsi ancora, paura di rimanere sola. Passava le giornate sui libri, a leggere...