Capitolo 5

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Dopo aver cantato la canzone del buon compleanno, Brian soffia le quattordici candeline poste in modo circolare sulla torta-biscotto realizzata da me, strizzando gli occhi per esprimere il desiderio, e poi guardandomi negli occhi, intensamente.

Il desiderio che ha appena espresso, a parer mio è quasi scontato, e il fatto che ci sia io, mi fa ardere il cuore di calore e amore.

I suoi intensi smeraldi si posano nei miei occhi blu, mandandomi quasi in tilt.

Questo ragazzo, in tutti questi anni, non mi ha fatto dubitare nemmeno una volta di aver fatto la scelta sbagliata.

Lo amo troppo, e il mio cuore ogni volta che lo vede si rotola dentro di me urlando di sposarlo, perché è perfetto.

Lo sguardo che mi ha appena lanciato, sembrava più di una semplice occhiata veloce, perché a me pareva che durasse un'eternità. Ogni volta che mi guarda così, mi fa intendere così tante cose che mi perdo nel pensare cosa magari vuole intendere, ma oggi è diverso.

Oggi Brian ha quattordici anni. Ciò può intendere una sola cosa: è pronto per baciarmi.

Lui si, ma io no.

Ho ancora tredici anni, ma desidero più di me stessa di assaporare le sue labbra, di provare quel mix di sensazioni che parlano così tanto nei libri, ma l'anno di differenza che portiamo, mi pesa addosso più di un macigno.

Dopo un'eternità, Brian leva il suo sguardo rovente su di me, stappando la bottiglia di champagne.

Molti ragazzi stanno alla sua festa, che fanno un rumore fragoroso per tutta la dimora.

Brian ha deciso di festeggiare i suoi quattordici anni nella casa delle vacanze dei suoi genitori.
Una graziosa Villa sul mare dotata di stanze decisamente gigantesche.

Dopo aver versato un goccio a testa dello spumante, e una fetta di torta, Brian si avvicina a me, e io gli corro in contro per abbracciarlo. Un abbraccio così forte da fargli la faccia rossa, ma gli abbracci forti sono la dichiarazione di affetto più grande che so dare, più di mille parole.

<<Auguri, sugar.>> gli dico tra la spalla e il collo della mia ragione di vita, poi continuai <<Auguri, quattordicenne.>>.

Sento un sospiro sulla mia spalla, probabilmente ha sorriso.

<<Grazie, cookie.>> sorrido come una cretina davanti a quel nomignolo, che tanto mi piace.

<<Ora tocca a te.>> mi dice stringendomi in fianchi, mentre si avvicina sempre di più al mio orecchio.
So benissimo a cosa si riferisce, ma purtroppo non posso comandare io il tempo.

Mi allontano da lui, prendendo Bee per mano e trascinandomela fuori.

Brian resta di stucco dal mio allontanamento improvviso, ma mentre corriamo io e Bee riusciamo a gridare <<Non ti muovere da dove ti trovi.>>. Corriamo verso il pullman che ci ha accompagnato fin qui, e prendiamo tutto il necessario per la pazzia che ho architettato.

I genitori di Brian ci seguono, aiutandoci a portare il tutto e sistemarlo per bene.

Mentre loro organizzano il tutto, io prendo una bandana verde, e gliela fascio attorno agli occhi e al capo, in modo che non riesce a vedere niente di niente.

Con le mani sulle spalle, lo guido fuori, facendolo sedere sulla grande distesa di prato che c'è.

<<Sally, cosa sta succedendo?>> mi dice Lui, ma io mi limito a ridacchiare e zittirlo.

<<Sally sto tremando dalla voglia di sapere cosa hai progettato questa volta.>> dice impaziente e trepidante.

Mi fa vedere la sua mano, e davvero posso notare un lieve tremore.

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