Mentre sto in questa macchina, i miei pensieri vagano riguardo al fatto che, alla morte della signora Miller, il marito non si è presentato. I miei pensieri vagano in luoghi oscuri, dove la mente non dovrebbe andare, per non avere pensieri forse sbagliati. Durante il viaggio a casa, di ritorno dalla dimissione, è calato il silenzio. Nessuno ha azzardato a proferire parola, fino al ritorno in casa mia. Mio padre, all'improvviso esordisce <<Tra un'ora vi vorrei parlare.>> tuonando, nel silenzio assoluto, facendo battere la voce sulle mura di un bianco gelido, che fanno sentire l'eco, che si risente dentro. Un accenno di "si" avviene attraverso la nuca di Brian, facendo un su e giù lieve con il capo. Subito dopo mi prende la mano, e mi porta in camera mia, stringendola lievemente, come se non avesse più le forze di fare qualsiasi cosa. Il rumore dei nostri passi, per dirigersi nella stanza, sono i rumori più prorompenti che vengono trasmessi in questa casa, in questo momento. Il mio cuore si rompe definitivamente, vedendo la persona che più amo dirigersi verso il mio letto, con il viso palesemente arrossato e contratto, per poi gettarsi sul cuscino, evitando di farsi vedere da me, dalla persona che più gli ha dato sicurezza in tutti questi anni. Istintivamente mi avvicino a lui, e mi siedo su un angolo libero del letto, poggiando lievemente una mano, e con il pollice accarezzare la schiena di Brian. Si gira dal lato opposto al mio, con il viso. Le guance arrossate si intravedono anche attraverso la carnagione leggermente scura, evidenziando anche una striscia che gli riga perfettamente la guancia. Lentamente mi avvicino a quel lato di viso, lasciandogli un bacio delicato all'angolo della bocca, pieno di parole non dette. Passiamo l'ora così, senza muoverci di un centimetro, e lasciare che il silenzio valga come tante parole, respirate attraverso l'anima, arrivando al cervello, e al cuore.
Dopo quell'ora, però, con coraggio, ci dirigiamo verso la porta di camera mia, fino ad ora chiusa. Il mio cuore causa un rumore udibile in tutta la camera, facendo poggiare la mano gelida del mio ragazzo, li. A quel tocco, totalmente innocente, il mio cuore ha iniziato a battere all'impazzata. Sento i suoi occhi addosso, che mi fanno ardere ogni singola parte del mio corpo, specialmente quella toccata o guardata. I nostri visi iniziano ad avvicinarsi, così lentamente che i movimenti potrebbero sembrare nulli, ma ad ogni millimetro più vicino, sento il suo respiro su di me. Quell'odore dolce e buono che indossa sempre, si fa sempre più fitto. Il cuore batte all'impazzata, mentre il cervello non collabora più. Le nostre labbra sono così vicine che, per qualche modo possibile, anche se ci dividono pochi atomi dalle nostre labbra, sento la sua carne che tocca la mia. Appena le labbra sono così vicine da toccarsi appena, la porta di camera mia si apre, facendoci scattare ad entrambi. Una folata di vento fa aprire la porta, socchiusa da prima. <<Sarà stato un segno.>> esordisce lui, con un ghigno, forse il meno forzato che ha fatto nelle ultime ore, mostrando che il suo cuore non è completamente rotto.
Scendiamo le scale lentamente, mentre la mia mano gelida, stringe la sua, quasi il doppio della mia. Questo semplice gesto mi fa sentire semplicemente protetta e a casa, e Lui lo sa, infatti accenna una risatina lieve, quasi come se non si sentisse. Arrivati al termine delle scale, si ferma, tira giù un groppo di saliva giù, e si dirige verso la camera da pranzo. Si siede in silenzio, e io mi siedo accanto a lui. Dopo qualche minuto di sguardi e pensieri, mio padre decide di iniziare il discorso. <<Mi dispiace per quello successo alla signora Miller, caro Brian. Queste cose non dovrebbero mai accadere, specialmente quando i ragazzi sono così giovani. Ma oggi, Brian, devi essere un ragazzo forte. Oggi, come per il resto della tua vita. Devi considerare questo giorno, come l'ultima pagina di un enorme capitolo. Capito, ometto?>> Brian resta incantato, all'udire di quelle parole. Acconsente lievemente. Poi mio padre continua <<Non ti nasconderò nulla, voglio che tu sia partecipe passo passo alle indagini. Il primo sospettato, come di solito succede per ogni omicidio del genere, è tuo padre.>> il rumore di un groppo in gola ingerito, si fa sentire. Gli occhi di Brian sono completamente spalancati, e le mani si racchiudono in un pugno serrato, facendo diventare completamente bianche le nocche, in netto contrasto del rossore nel resto della mano. La vena al lato del suo collo si inspessisce, ma Brian continua solo ed esclusivamente ad annuire. <<Ovviamente.>> si limita a dire. <<Nel frattempo, io e mia moglie Kate, insieme a Sally, ci prenderemo cura di te, e colmare il vuoto che si sta creando, o almeno provarci, nel tuo cuore.>> al termine di quelle parole, Brian si alza di scatto, rigido, chiedendo <<Posso dare un abbraccio a tutti voi? Vi prego. Ne ho bisogno.>>. Al susseguirsi di questa domanda, tutti e tre ci alziamo, esaudendo questo piccolo e innocente desiderio di un semplice ragazzo che ha ricevuto nella sua giovane vita, un qualcosa che non si augura nemmeno al peggior nemico.
Al termine di questo lungo abbraccio, Brian chiede la cortesia di andare a vedere casa sua, sommersa da polizia. Mio padre acconsente, e senza indugi si dirige al garage per prendere la macchina. In silenzio entriamo tutti. Una volta in macchina, lo stereo della macchina inizia a trasmettere una canzone che non ho mai sentito prima. La prima frase che sento è "If I saw you in heaven ". Mio padre poi spegne la radio e si scusa, giustificandosi dicendo che la sua macchina accende in automatico la radio, all'accensione. <<Un problema da risolvere al più presto per non sembrare indiscreti, come ora.>> dice con un pizzico di ironia mio padre, per smorzare la tensione. Brian invece, chiede la cortesia di continuare ad ascoltare la musica, facendolo un po' distrarre per poi quello che gli doveva aspettare. Dopo qualche secondo dalla richiesta, la stessa canzone suona alla radio, pronunciando "Time can break your heart" per poi entrare in una grotta e perdere il segnale. La sua è testa altrove. "Magari è un segno" penserà. Una volta usciti dalla grotta, vedo il suo sorriso incupirsi sempre di più. "I must be strong " e poi "and carry on", facendogli perdere del tutto la ragione, perdendosi nei suoi più cupi pensieri. <<Tears In Heaven>> il titolo della canzone dicono attraverso lo stereo, detto dal conduttore radiofonico. Brian si risveglia dal suo stato di trance, e le sue mani si spostano verso la tasca del suo jeans, prendendo il suo cellulare e digitando probabilmente il titolo della canzone, per ricordarsela.
Lo stop della macchina fa irrigidire tutti, specialmente Brian. Senza dire una parola, apre la portiera e corre diretto verso la porta della sua casa, sbarrata da del nastro giallo e nero. Le sue urla sovrastano qualsiasi suono esistente nel vicinato, attirando l'attenzione di tutti. Urla perché ha tentato di entrare in casa. Urla perché vuole indietro sua madre. Urla perché vuole vendetta.
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RomanceChi l'avrebbe mai detto che da un biscotto potesse nascere una vera e propria storia d'amore?