Sforno i miei biscotti con tanto amore, ma proprio lo stesso amore che una lettrice dedica al suo libro preferito, quello che uno chef dedica al suo piatto più speciale, quello che una mamma dedica alla propria figlia.
Li ripongo dentro ad una scatoletta rosa abbastanza capiente da far entrare in modo molto ordinato i miei 24 biscotti dai mille colori.
Il loro colore sfarzoso mi trasmette una sensazione unica di felicità.
Quella felicità che ti vibra nelle vene.
Quella felicità che faresti il patto col diavolo per averla.
Indosso la mia divisa monotona grigia. Per rivitalizzare un po' il tutto, indosso i miei amatissimi fiocchi rosa, che reggono la mia frangetta un po' cresciuta dietro il capo, mentre dietro una lunga spina di pesce lega i miei capelli lucidi color nocciola.
Mi guardo allo specchio soddisfatta, mentre Lui mi avvolge con le sue enormi braccia, in un abbraccio stretto, ma non troppo, dolce ma non eccessivo.
Il giusto, per far galoppare al mio cuore tremila ostacoli.
<<I tuoi occhi...>> incomincia a dire, mentre le parole gli si incastrano e serrano la sua gola, facendolo deglutire rumorosamente.
<<I tuoi occhi sono così vivi oggi, cookie. Come mai?>> riesce poi, dopo qualche secondo a terminare.
<<La vita è troppo breve per farci ammalare l'anima, sugar.>> dico con un biscotto in bocca, rubato da quella scodellina rosa, che avevo in mano prima di riporla nel mio zaino dietro di me.
<<Hai ragione, guarirò la mia con te. Posso?>> attende una risposta mentre osserva la sua figura perfetta nel riflesso di quello specchio contornato da quelle luci giganti.
<<Guariremo insieme.>>
Il suo viso si volta verso di me, osservando i miei occhi blu.
Il suo sorriso, che poi contagia anche il mio, pone fine a quel discorso.
<<Siete pronti, bellissimi?>> ci richiama mia mamma scendendo le scale.
Affermiamo entrambi all'unisono, e andiamo in macchina, diretti a scuola, ma prima...
<<Lila! Vieni qui!>> mi corre incontro la mia piccola cagnolina, un po' vecchiotta ma con ancora tanta voglia di giocare e correre.
Lila è sempre stata una cagnolina molto testarda, le ha provate tutte.
È scappata dal finestrino della macchina, ha rincorso un cagnolino facendo cadere la tovaglia dal tavolo, incastrata nel suo collare, con tutti i piatti, è scappata, ha assaggiato qualsiasi cosa sia commestibile, e si, ha vissuto la propria vita appieno.
Dicono che ci assomigliamo. Chissà.
Mi corre incontro mentre ha i miei calzini in bocca.
Mi salta addosso con tutta la tenacia e gioia che ha, e mi lecca il viso come solo lei sa fare.
Mi rallegra ancora di piu.
Si, forse ci assomigliamo per davvero.
Arrivo prima io a scuola, e inizio a scorgere a qualche metro di distanza quei capelli biondi.
Quella chioma corre verso di me, e nel frattempo saluto mio padre, e Brian.
Il nostro saluto è sempre così particolare.
Scende dalla macchina. E con le nostre mani: schiaffo contro schiaffo a destra, schiaffo contro schiaffo a sinistra, pugno sopra, pugno sotto, pugno contro pugno, ci prendiamo le mani stringendole mentre con i nostri piedi concludiamo quel saluto stupido, e come ciliegina sulla torta: mento-bacio.
Cos'è il mento-bacio? Semplice.
Io giro la faccia di 180° gradi. Si, avete capito bene.
Così le mie labbra si trovano sul suo mento, e il mio mento si trova sulle sue labbra.Mentre ci baciamo in questo modo così strano, di soppiatto Bee si avvicina a me, e con le mani sui miei fianchi, mi solletica così forte che urlo.
Si unisce anche Brian alla tortura, e vado così in panico che il mio cuore prende il sopravvento.
<<Vi prego smettetela!>> urlo nelle risate, ma in realtà è terribile.
Due mani al collo mi stanno provocando di nuovo quella sensazione di asfissia, ma il clacson di mio padre interrompe tutto, facendomi di nuovo respirare.
Grazie a dio.
<<Ragazzo entra, prima che farai tardi.>> esclama mio padre.
<<Ciao ciao cookie, a dopo. Ciao Bee.>> dice un po' triste, ed entra in macchina mimando con le labbra un "ti amo".
Ricambio.
Appena la macchina si allontana, le domande mi assalgono fino nelle tempie.
<<E perche... perché... e poi ceh...>> continua a blaterare così tanto velocemente che non riesco ad afferrare tutti i discorsi vari che unisce in una maniera incredibilmente bene insieme.
<<Piano, piano, piano... una cosa alla volta.>> dico, dando enfasi a quelle parole in modo teatrale, gesticolando.
<<Oh si, scusa.>> una cosa che sicuramente caratterizza Bee nell'essere semplicemente Bee è il fatto di essere logorroica.
Parla, parla e ancora parla. Non le si sta dietro!
<<Ieri Sam ha portato il criceto a scuola, quello senza zampa!>> urla così forte che fa voltare un gruppetto di ragazzi poco distanti da noi, che ci fissano. Probabilmente ieri mancavano.
C-cosa? Il criceto senza zampa?
<<Lo so sembra assurdo!>> dice con una luce di divertimento negli occhi.
<<La professoressa Smith stava spiegando, e mentre stava per scrivere sul registro l'assegno, si è ritrovata questo cosettino grigio senza un arto sulla cattedra! Sam, ti giuro! È saltata!>> dice divertita ridendo a crepapelle.
Non ci posso credere. Un giorno che manco e succede l'impossibile... sembra quasi la sorte di ogni studente che si assenta.
<<Si! Stavo morendo dalle risate!>>
<<E poi?>>
<<E poi appena la prof ha collegato che era di Sam, l'ha mandata dal preside. Ma devo dire che era proprio carino!>>
D'improvviso, con quella magia inquietante che circonda la presenza di quella ragazza, Sam ci passa attorno con superbia. <<Oggi chissà, magari capiterà dell'altro. Molto probabilmente a te se continuerai a parlarne.>> spruzza acida e velenosa, con la lingua di serpente.
Proprio come quegli animali, striscia via, lontana da noi, ma che lascia l'impronta e la scia paurosa e allarmante.
<<Minchia...>> dico sbuffando, ma non termino manco l'ultima lettera che uno schiaffetto di ammonizione si scaglia contro la mia spalla, e voltandomi noto la professoressa Smith con aria minacciosa che mi obbliga di non dire parolacce o mi spedisce dritta dal preside.
Bee, alle spalle dell'insegnante, gesticola in modo infantile facendomi implodere dentro dalle risate, con un piede già dentro la fossa della sospensione.
Penso che non ci sia cosa più brutta di mantenere una risata.
All'allontanarsi anche di questo essere pauroso, ironicamente faccio il segno della croce chiedendo chi sarà il prossimo.
La campanella suona, e Bee mi prende per mano facendoci correre nell'aula.
Le lezioni sono state molto creative, a dirla tutta.
Abbiamo colorato, riso e scherzato mentre in ogni materia parlavamo del Natale.Natale ormai è alle porte, mancano solo due giorni.
Il suono del termine dell'ultima ora fa scattare tutti in piedi, a correre felici fino fuori scuola, augurandoci buone feste di fretta e furia.
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RomanceChi l'avrebbe mai detto che da un biscotto potesse nascere una vera e propria storia d'amore?