15 ~ Too Late

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"I'm holding on your rope, got me ten feet off the ground,
And I'm hearing what you say, but I just can't make a sound,
You tell me that you need me, then you go and cut me down, but wait...
You tell me that you're sorry, didn't think I'd turn around and say
That it's too late to apologize, it's too late."

Luke sente qualcosa muoversi accanto a lui e apre lentamente gli occhi, ma li richiude immediatamente, perché la stanza è troppo illuminata e la sua testa è troppo andata. Non avrebbe dovuto bere, ma cavolo, non avrebbe dovuto fare metà delle cose che ha fatto la scorsa notte.

Poi sente qualcosa avvinghiarsi a lui, la pelle liscia di qualcuno contro la sua gamba e una mano calda che gli sfiora il petto nudo. E senza l'effetto dell'alcol, quel contatto, gli risulta soffocante e invadente.

Ma non dice nulla, non la scosta e non si allontana. Lascia che Victoria lo accarezzi delicatamente, perché per quanto gli possa fare male il fatto di ritrovarsi in un letto con una ragazza che non è quella che ama, allo stesso tempo è consolante.

E quando lei appoggia la testa sulla spalla di lui e sussurra il suo nome, lui riapre gli occhi e decide che è ora di andarsene.

"Ehi Vic, fammi alzare." Dice con la voce ancora assonnata. La bionda rotola sull'altra parte del letto facendo scivolare il lenzuolo lungo il suo corpo, scoprendola quasi del tutto. Ma Luke non ci fa nemmeno caso.

"Dove scappi?" Lo guarda con un'espressione interrogativa mentre lui si alza e comincia a rivestirsi.

"A casa." Afferra la sua T-shirt nera dal pavimento e la infila velocemente, poi si guarda intorno perché con la testa che gli martella gli è impossibile ricordarsi dove ha messo le chiavi.

"E' ancora presto, rimani ancora un po'." Victoria si mette a sedere e tira su il lenzuolo fino a coprire il seno. "Ti prego." Piagnucola.

"No, devo andare." Risponde lui, distratto. "Hai per caso visto le mie chiavi?"

"Sono nella mia borsa." Fa spallucce. "Sicuro che non vuoi rimanere?"

"Sì, dammele." Victoria sbuffa e gli indica col dito la sua borsetta, sopra alla scrivania. Lui l'afferra e gliela passa.

"Ti ho visto parlare con Nora, ieri sera." Tira fuori le chiavi, ma non gliele passa. Luke solleva un sopracciglio.

"Quindi?"

"Quindi sei venuto alla festa con me, perché eri con lei?" Per un attimo Luke si chiede se stia scherzando, poi però vede i suoi occhi e capisce che è seria.

"Vic, non ti devo alcuna spiegazione. Dammi le chiavi." Allunga la mano verso di lei, ma lei tira la sua indietro, stringendo ancora di più il mazzo di chiavi.

"Hai passato la notte con me, certo che mi devi delle spiegazioni!" Urla quasi, facendo irritare Luke ancora di più.

"Non stiamo mica insieme!" Si giustifica lui, alzando il tono di voce quanto quello di lei. Victoria sussulta, poi abbassa gli occhi sulle chiavi che ha in mano e gliele porge.

"Provi qualcosa per lei?" Dice, a voce bassa.

"No! È la mia migliore amica!" Mente spudoratamente e farlo è come una coltellata che lo dilania, mentre si chiede se avrebbe dovuto usare il passato. Era la sua migliore amica. Perché la Nora di adesso, non è la Nora che avrebbe scelto il suo migliore amico a tutto e a tutti.

"E per me? Provi qualcosa per me?" Il suo tono ansioso fa sentire Luke in colpa e non riesce a dirle che no, non prova altro che semplice attrazione fisica.

"Ne riparliamo un'altra volta, ora devo andare." È tutto ciò che riesce a dire, poi si volta e lascia la stanza senza guardarla.

Scende le scale rigirandosi le chiavi tra le dita e lamentandosi tra sè e sè per il dolore alla testa, e quando arriva in fondo, si blocca improvvisamente.

Vede Ashton che dorme a testa in su sul divano e quasi gli viene un infarto, ma poi capisce che i capelli della ragazza che è stesa addosso a lui, e che nasconde il viso nell'incavo del suo collo, sono di una tonalità di castano troppo chiara per essere quelli di Nora, e che quelle gambe sono assai più lunghe delle sue e che lei non indosserebbe mai una gonna così corta, nè quei colori troppo sgargianti.

E ancora una volta sente quella sensazione. Quella che ti fa sentire come se avessi quintali di sabbia sul petto, migliaia di litri d'acqua nei polmoni, ma che ti fa respirare lo stesso, perché ti fa soprattutto sentire sollevato.

Luke esce da casa Hood scuotendo la testa e stringendo i denti perché ancora una volta, Ashton ha fatto del male a Nora. E lui non ha fatto nulla per impedirlo.

Per tutto il viaggio verso casa non fa altro che pensare a lei, a dove possa essere e con chi, visto che Ashton è ancora a casa di Calum, con un'altra ragazza semi nuda spalmata sopra. Per questo, quando la vede seduta sui gradini della sua veranda, gli viene voglia di correre da lei e chiederle scusa, anche se pensa che non dovrebbe essere lui a farlo.

E infatti non lo fa. Si ferma davanti a lei nello stesso istante in cui lei si alza. Lui incrocia le braccia al petto e lei lascia cadere le sue lungo ai fianchi.

"Mi dispiace." Dice Nora. "Mi dispiace per tutto, davvero. Mi sono comportata da stronza e non avrei dovuto. Sei il mio migliore amico e sei la persona più importante di tutti, per me. Non avrei dovuto metterti al secondo posto." Luke non risponde, aspetta con ansia che lei continui, cercando però di non farle notare quanto dipenda dalle sue parole, cercando di non dare a vedere che è appeso ad ogni lettera che le esce dalla bocca, e che se lei smette di parlare, lui cadrà. "Non so perché l'ho fatto, probabilmente ho avuto solo paura che lui potesse... Non so, che mi avrebbe lasciata. Non ho avuto la forza per ribattere, per fare qualsiasi cosa. Ma dovresti capire, lo sai, sono debole io. Lui ha un carattere troppo forte per me, ed io non so gestirlo come dovrei. Ma imparerò, lo giuro. Non posso perderti... Quindi ti prego, facciamo come avevi detto tu, rendiamolo il nostro segreto." Sorride speranzosa "Come con l'aereoplanino di Michael." Ma Luke non riesce a ricambiare il sorriso, e le scuse di lei non lo fanno stare meglio per niente. Allora scuote la testa e per un secondo non riesce nemmeno più a pensare.

"No, è troppo tardi." Dice soltanto.
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Traduzione testo: "Sono appeso alla tua corda, mi tieni sospeso a tre metri dal suolo, sto ascoltando quello che dici, ma non riesco ad emettere alcun suono, dici che hai bisogno di me, poi vai via e mi stronchi, ma aspetta... dici che ti dispiace, non pensavi che mi sarei girato e avrei detto che è troppo tardi per chiedere scusa, è troppo tardi."

Timbaland ft. OneRepubblic - Apologize

Woven ~ Luke Hemmings (in sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora