part 7

413 29 1
                                    


"Ti rendi conto che mi hai tenuto nascosta una cosa del genere per un mese? Potevi parlarmene e dimmi che stavi pensando di andartene sapevi che prima o poi lo avrei scoperto!" gli punto il dito contro mentre cerco di non alzare troppo la voce, ma non so fin quando sia possibile non farlo "Io..volevo solo capire che possibilità avevo, chismare Gustavo mi è sembrata la cosa più giusta da fare" scuoto la testa mentre risistemo la mia scrivania pronta per andarmene a casa.
Questa mattina avevo scoperto tramite dei documenti sulla mia mail aziendale che Paulo e il suo agente, non che suo fratello, avessero chiesto alla società una cifra che era quattro volte il suo guadagno attuale o avrebbe valutato l'ipotesi di non rinnovare il contratto. Ecco il motivo per cui Gustavo era qui, so che tutte queste idee gliele aveva messe lui in testa "Da quanto ti importa così tanto dei soldi? Cosa ti cambiano due milioni in più? Sei già ricco da far schifo."

"Non è per soldi! Io qui mi sento di non valere più nulla..La maggior parte delle partite le faccio dalla panchina, i tifosi si lamentano di continuo dei miei infortuni, pensavo che quando Ronaldo sarebbe andato via sarei tornato a brillare invece sto andando sempre più in basso. Non mi riconosco, questo ambiente mi sta facendo appassire giorno dopo giorno" tiro un lungo sospiro mentre lo vedo toccarsi il ciuffo e appoggiarsi alla mia scrivania con le braccia incrociate sul petto "Datti del tempo. Sei stato fermo per quattro mesi, sai che serve tempo per recuperare. Cosa cambierebbe se andassi in un altra squadra? Tu ami la Juve, Torino, i tuoi amici.. davvero preferiresti riniziare da zero in un altra squadra e mandare tutti questi anni all'aria piuttosto che riprendere pian piano la tua carriera qui?" sembra pensarci un po' su e poi fa un leggero cenno di negazione con la testa, guardando il campo dalla vetrata del mio ufficio e vedendo il resto del gruppo mentre si allena "Torino è casa mia, i ragazzi sono la mia famiglia, qui ho tutto" annuisco, era così. Torino e la juve avevano dato tantissimo a Paulo per essere solo ambiente di lavoro. "Io non me ne andrei mai dalla juve, ma mio fratello pensa che la mia carriera calcistica stia andando verso il declino. Io non voglio fallire"

"Tu non stai fallendo! A tuo fratello importa solo dei soldi non della tua carriera. Altrimenti perché avrebbe chiesto un aumento nonostante la tua carriera stia fallendo come tu dici?"

"Ale" si avvicina a me e mi prende per i fianchi facendomi avvicinare a lui "Io mi fido di mio fratello. So che vuole il meglio per me" inarco un sopracciglio "Pensi che io non voglia lo stesso?"
"Tu sei troppo condizionata. Sei nata e cresciuta qui, c'è la tua famiglia, i tuoi amici, hai tutto qui. Ma capisci che io non posso buttare all'aria il mio lavoro per questo" scuoto subito la testa "Sei fuori strada Paulo" mi allontano da lui camminando avanti e dietro per la stanza "Si è vero amo Torino e vorrei restare qui per tutta la vita ma non si tratta di questo adesso. Io ti seguirei ovunque ma non se stai facendo una cosa che non è realmente nella tua volontà. Tuo fratello ti sta condizionando troppo."

Alza gli occhi al cielo "Perché invece di dare sempre la colpa a mio fratello non guardi prima te stessa? Io farei di tutto per te, ho sempre fatto di tutto perché ti amo e sono sicuro di quello che sei per me. Tu invece pensi a te stessa, non ti frega nulla che il mio sogno più grande stia andando di merda perché vuoi rimanere a Torino. Non vuoi nemmeno fare dei figli con me perché sei troppo concentrata a uscire con le tue amiche e ad ubriacarti ad ogni festa!" mi giro di scatto verso di lui e mi avvicino pericolosamente al suo viso pronta a stampargli la mia mano sulla guancia, ma non lo faccio. Mi ha davvero ferito e sento che se passo un altro minuto in questa stanza potrei scoppiare "Tu sei un egoista del cazzo! Non sai proprio un bel niente di me. Per quanto mi riguarda poi anche andartene a giocare in Cina e non aspettare che ti segua" prendo la mia roba e esco dalla stanza mentre lui cerca di bloccarmi chiedendomi di parlare. "Paulo lasciami stare o mi metto ad urlare!" gli dico mentre cerco di liberarmi dalla sua presa sul mio braccio quando mi segue per il corridoio.

È pieno di dipendenti che ci osservano commentando tra di loro, fare una scenata qui è l'ultima cosa che vorrei "Dove vuoi andare adesso? Alessia ti avviso se scappi di nuovo a Parigi o a New York stavolta non vengo a prenderti" mi fermo con il fiatone per essermi fatta una rampa di scale cercando di 'scappare' da lui "Sai cosa? Forse non voglio che tu mi riprenda stavolta" esco fuori dall'alianz e salgo nella mia macchina incazzata come mai prima d'ora. Cerco di calmarmi facendo dei lunghi respiri ma poi finisco con lo scoppiare a piangere.
Tutta questa pressione mi stava davvero facendo esplodere la testa. Era vero allora quando dicevano che i primi mesi del matrimonio erano i più difficili? Io pensavo che fossero i più belli e invece, forse era meglio se avessimo aspettato ancora un po' prima di fare un passo così importante. Come possiamo mettere su famiglia se non riusciamo a stare su neanche noi?

Decido che fin quando non mi sarò schiarita le idee andrò a stare da mio padre, nella mia vecchia casa. Ho bisogno di stare un po' da sola.
"Tesoro ciao! Che bello vederti" mi accoglie Ambra avanti il portone, mi butto subito tra le sue braccia e mi chiede cosa sia successo quando mi vede con gli occhi lucidi "Ho litigato con Paulo, ho bisogno di stare un po' lontana da casa" mi afferra la mano e la stringe "Puoi stare qui quanto vuoi! È pur sempre casa tua! Vieni ci prendiamo un tè caldo e mi racconti cosa è successo va bene?" annuisco e ci rechiamo verso la cucina.

Fortuna che c'è lei.

sei bella come un gol al novantesimo (2) Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora