part 24

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"Stringiamoci a coorte siam pronti alla morte, siam pronti alla morte l'Italia chiamò SÌ!" urliamo a squarciagola il nostro bellissimo inno con tutti i giocatori della nazionale e i tifosi sugli spalti, i calciatori che non ci stanno capendo granché per quanto sono emozionati. E ci credo, questa è probabilmente la serata più bella della loro vita. Avevamo appena vinto gli europei. Ero e tremila io, non oso immaginare loro.

"Ho i brividi" dice Ivan guardandosi intorno nello stadio. Siamo scese appena finita la partita per festeggiare la vittoria ed è lo spettacolo più bello che abbia mai visto. La curva inglese è praticamente ormai vuota, ci siamo solo noi italiani in tutto lo stadio. I tifosi non riescono a smettere di cantare e di urlare per l'amore verso il nostro paese. "Che bello essere italiani" dico asciugandomi una lacrima. Sono sensibile di mio, molto patriota in generale, figuriamoci adesso che avevamo appena finto una finale ed ero in questo stato. Con gli ormoni a palla e un bimbo dentro di me. "Puoi dirlo forte! Non assistevo a una finale così da quella del 2006" mi dice Roberta mentre continua a scattare foto a suo marito. Se non fosse per i colori della maglia a tratti mi sembra di stare nell'alianz dopo una partita della juventus, visto che metà squadra della nazionale è juventina. Mancava solo mio marito e si sentiva molto la sua mancanza. Avevo ancora 2 settimane da passare senza di lui, non so come le avrei vissute. Scoppio a piangere all'improvviso e tutti si guardano confusi e preoccupati chiedendosi cosa fosse successo.

Faccio cenno verso il tunnel, dove erano appena usciti Immobile  con i loro figli mano nella mano per portarli sul podio con lui. "Oh...si è emozionata" dice Benedetta con un sospiro di sollievo, vedendo che non era successo nulla di grave "Vi rendete conto che tra qualche mese anche Paulo uscirà mano nella mano con un fagottino?"

"Un fagottino?" dice Ivana divertita, annuisco tirando su con il naso e pulendomi con un fazzoletto "Il nostro fagottino" mi tocco la pancia e inizio a piangere più forte quasi singhiozzando. Maddalena mi mette una mano sulla spalla e mi accarezza. Non riesco a smettere di piangere. È tutto così amplificato in questo momento
"Ehi ehi ma che succede ?" Claudio vedendomi da lontano in questo stato corre verso di noi preoccupato, così come Berna dietro di lui "È emozionata ed incinta, combo micidiale" le risponde Roby. Claudio mi abbraccia e mi accarezza i capelli ripetutamente "Ehi piccina cosa vorresti fare adesso per sentirti meglio?"
faccio spallucce "Non lo so... voglio abbracciare mio marito forse" tiro nuovamente su con il naso. Rendendomi conto che mi mancava più del dovuto e che l'associazione di pensieri prima a Paulo e poi subito dopo a Immobile con le sue figlie mi ha letteralmente distrutta "Allora non è emozionata, è triste" specifica Berna da dietro di noi riferito a Roberta "Non sono triste. Sono felicissima ma non riesco a smettere di piangere" dico io puntualizzando. Ed era vero, ero felice da impazzire solo che mi stava venendo da tirarlo fuori in questo modo. Vorrei urlare dalla gioia e piangere al tempo stesso. Dio mio i miei ormoni mi stavano facendo impazzire. "Ale prova ad allontanarti un po' dal caos e chiama Paulo, vedrai come ti sentirai meglio. Adesso stai così perché è un momento in cui stiamo tutti festeggiando insieme ma lui non c'è, e ti manca."

Annuisco un po' indecisa. Ma aveva ragione.
ero felicissima per tutto questo sera, avevo una voglia di vivere e un adrenalina allucinanti. Ma vedere tutte le mie amiche accanto ai loro uomini in una notte così speciale mi aveva fatto realizzare che 1 non avrei potuto condividere questo momento di felicità assoluta con Paulo, e sarebbe stato bellissimo farlo, 2 non potrò essere lì quando tra qualche sera giocherà anche lui la finale di Copa America. "Hai ragione Clà, vado a chiamarlo. Scusatemi se vi sto facendo perdere tempo..." dico a tutto il cerchio intorno a me "Non scherzare! Su va dentro e chiama il tuo amore" mi incita Carolina, la moglie di Chiellini, guadagnandosi un cenno di approvazione da parte di tutte le altre. Entro dentro gli spogliatoio a passo veloce, non voglio fare tardi e perdermi la premiazione ma ho bisogno di sentirlo almeno solo per tre minuti "Ehi dove vai ? Stai bene?" mi chiede il CT Mancini vedendomi entrare nel tunnel abbastanza toccata "Sisi sono solo un po' emozionata e devo fare una chiamata al volo!"

"Va bene, miraccomando non vorrai perderti la premiazione!" scuoto la testa in segno negativo e dopo avermi rivolto un sorriso volta le spalle e se ne va. Estraggo il telefono dalla mia borsa e cerco il suo contatto face time, è il primo che compare non a caso. Ci sentiamo tutti i giorni in videochiamata. "Nena! Ho saputo che avete vinto.." blocca il suo entusiasmo quando vede il mio stato e capisce che avessi pianto "Ma che succede?" inarca il sopracciglio preoccupato "Mi manchi" dico con un filo di voce. Lo vedo accennare un sorriso e poi vedo i suoi occhi leggermente lucidi "Anche tu mi manchi amore mio, non sai quanto. Non vedo l'ora di abbracciarti e baciarti quelle belle labbra carnose e quel pancione" ridacchio, sentendomi già meglio "Insomma sono felicissima che abbiamo vinto e di stare qui, però senza di te è così strano. E poi tutte le mogli vanno ad abbracciare i loro mariti per festeggiare invece io non potrò farlo quando toccherà a te"

"Nena..purtroppo non ho ancora la cittadinanza italiana per poter giocare con la tua nazionale"scuoto la testa, che scemo che era "Si ma io potevo comunque essere lì in Argentina per assistere alla tua di nazionale.." alza gli occhi al cielo "Non riniziare, ne abbiamo già discusso. E anche il medico ha detto che nel tuo stato non potevi farti tutte quelle ore di volo e reggere tutto quello stress" stavolta gli alzo io gli occhi al cielo. A me tutto ciò sembrava esagerato... "Si ma guarda come sto adesso?! Non sto peggio?! Mi sento sola come un un cane" scoppio a piangere di nuovo, stavolta per il nervosismo. Non riuscivo a capire perché fossi così emotiva e sensibile. Non potevo piangere ogni due per tre. Nostro figlio avrebbe sicuro pianto meno di me. "Vuoi che torni? Alessia dimmelo e io mollo tutto e prendo il primo volo per Torino" ci penso su un attimo prima di rispondergli. La mia risposta sarebbe un sì secco ma poi realizzo che non è giusto. Sarebbe da egoista. Lui è lì, che sta lavorando, e inseguendo il suo sogno. E io per un mio capriccio devo rovinargli tutto ciò ? "No amore. Hai una finale importante da giocare e per quanto vorrei averti qui con me, vorrei anche che tu scenda in campo, cacciassi le palle e dimostrassi a tutto il mondo chi sei. Porta la coppa in Argentina."

sei bella come un gol al novantesimo (2) Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora