Part 9

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Sciolgo il guinzaglio di Kaia e la lascio libera per la casa. Nonostante facesse freddo aveva bisogno di essere portata fuori perché stava impazzendo e stava facendo impazzire anche mio padre ed Ambra. E avevo bisogno di una sigaretta, ma non potevo farlo nel mio giardino quindi dovevo allontanarmi per forza. Ero a casa loro ancora, dal litigio con Paulo erano passati ormai 7 giorni, ma non volevo tornare ancora a casa. Stavo per farlo quando Gustavo mi chiama dicendomi di dover rispettare le decisioni di Paulo e non influenzarlo - detto da lui-. Fin quando ci sarebbe stato lui a casa non ci sarei tornata "Perché non la porti un pò da tuo marito ? Non dovete tipo dividervi i giorni come si fa quando si hanno i genitori separati.." si lamenta quando Kaia inizia ad abbaiare al televisore che stava vedendo papà "Ti prego non nominare ne figli ne genitori.." gli rispondo io e lui spalanca gli occhi realizzando. Sapeva il motivo per cui avessimo litigato, io volevo non dirglielo ma giustamente è stato avvisato dalla dirigenza, cosi ho raccontato anche della questione fare figli con Paulo e come la pensavamo entrambi.

"Dov'è Ambra?"

"A fare spesa, dovrebbe tornare a momenti" annuisco e mi siedo sul divano accanto a lui, non appena mi siedo sento il campanello suonare "Sarà lei?" chiedo io a mio padre, faccio per alzarmi ma mi precede "Tesoro vado io tranquilla. E' una questione di lavoro" lo guardo curiosa, chi verrebbe mai a casa di mio padre a ora di cena per parlare di lavoro? Arriva avanti la porta e si ferma, voltandosi verso di me prima di aprirla, mi guarda un pò titubante e alla fine, tirando un lungo sospiro si volta ad aprirla "Buonasera mister" inutile dire che riconosco subito l'accento e la voce, mi avvicino subito verso il portone a braccia incrociate "Che ci fai qui?" aspetto la risposta di mio marito mentre lui alterna lo sguardo tra me e papà "Tesoro l'ho chiamato io, dobbiamo parlare. E credo che dobbiate farlo anche voi due" scuoto la testa tirandomi indietro "Non ho voglia ora, devo studiare" so che mi stavo comportando da immatura evitandolo costantemente ma volevo solo aspettare che si risolvesse la questione e che lui prendesse una decisione inevitabilmente dal mio parere, ed il mio parere sarebbe stato contrastante al suo. Non volevo essere io a decidere il suo futuro. Perché aveva ragione, ero troppo condizionata. Vorrei restare a Torino per sempre, non voglio più andarmene e riniziare una nuova vita ora che finalmente ho tutto ciò che ho sempre desiderato.

Ma se Paulo avesse deciso di andarsene, avrei dovuto farlo. Perché il mio amore per lui era più importante di qualsiasi altra cosa "Quindi puoi andartene" gli dico "In realtà dovrei parlargli anche io" dice mio padre, annuisco e me ne vado al piano di sopra con Kaia, che ha iniziato ad abbaiare e piagnucolare quando ha visto Paulo. Pensavo che non lo sopportasse in realtà. Prima di girare l'angolo del corridoio mi chiedo se mi comvenga rimanere qui e cercare di sentire la loro conversazione, poi mi convinco che non sia una cosa corretta ed io sono una persona corretta. Così mi siedo sull'ultimo gradino e spengo la luce in modo che se si spostino in cucina non vedano il mio riflesso. "Allora? Hai gia preso la tua decisione? Te ne andrai?" chiede mio padre, inizia a battermi il cuore a tremila per la risposta che darà "Non lo so ancora.. vorrei parlarne anche com tua figlia. Se solo mi parlasse" confermo le mie teorie, se avessi chiesto a Paulo di restare sarebbe restato.
E se gli avessi rovinato la carriera e la felicità me ne sarei data la colpa a vita "Aldilà di quello che ti direbbe lei... tu sei importante per la squadra Paulo. Sei uno dei miei miglior giocatori e so che gli ultimi tempi siano stati difficili per te tra l'infortunio, il rivoluzionamento in campo, l'arrivo di Cristiano.. ma ho fiducia in te e so che con il giusto tempo e il giusto modo tornerai meglio di prima."

Appoggiavo in pieno il discorso di mio padre, speravo che la pensasse così anche lui "Sento di aver perso quella maglia che mi portava a fare goal.. ho 26 anni e sento che il mio periodo d'oro sia già finito." chiudo gli occhi e tiro un lungo sospiro pensando a come si possa sentire in questo momento. Vorrei tanto abbracciarlo e riassicurarlo che si stava sbagliando. Decido di tornare in camera e lasciare che loro due parlino tra di loro nonostante la mia curiosità. Volevo che si aprisse totalmente con mio padre. Entro in stanza e mi sdraio sul letto fissando il soffitto, pensando alla cosa giusta da fare. Che purtroppo dentro di me sapevo benissimo quale fosse. Dovevo solo trovare il coraggio di dirlo a Paulo quando sarebbe venuto da me a chiedermelo. Indipendentemente da come sarebbe andata, ero sicura che sarebbe stata la cosa giusta. Credo nel destino, quindi se cambieremo città è perché siamo destinati a doverlo fare e viceversa.

Sento bussare alla porta, tiro un lunghissimo sospiro e mi siedo con le gambe incrociate "Entra" Paulo chiude la porta alle sue spalle e viene verso il mio letto. Si siede sopra di esso e sposto i piedi per fargli spazio. Porta le braccia piegate sulle ginocchia e si regge la testa con le mani senza dire nulla, io faccio lo stesso e accarezzo Kaia comodamente sdraiata sulla mia pancia. Stiamo così per ancora qualche minuto, nessuno dei due parla, ogni tanto ci lanciamo qualche sguardo ma nulla di più. All'improvviso si sdraia al mio fianco,automaticamente intreccio le mie gambe con le sue e lui inizia ad accarezzarmi i capelli. Facendomi chiudere gli occhi per quanto sia rilassante. "Mi manchi" gli dico in un sussurro "Anche tu, tanto. Casa è così vuota e silenziosa senza di te"

"E sicuramente incasinata" gli dico io, lui ridacchia non negandolo e un sorriso si forma sulle mie lanbra "Possiamo parlare?" mi giro dal suo lato, rimanendo comunque allungata "Non aspettavo altro" mi risponde lui prendendo Kaia tra le sue braccia quando decide di abbandonarmi per andare da lui "Voglio chiederti scusa, sto cercando di farlo da una settimana ma volevi tuoi spazi quindi.. so di aver sbagliato a trarre le mie conclusioni senza neanche sentire le tue" annuisco "Quindi scusami. Non posso forzarti a fare una cosa che vuoi solo perché la voglio io"

"No Paulo non si tratta di non volerlo. Si tratta solo del fatto che non mi sento pronta e non perché non sono sicura su noi due. Io non sono sicura di me, ho 24 anni e tanti progetti da portare avanti. Abbiamo avuto vite diverse e questo è scontanto.Tu sei dovuto crescere troppo in fretta, a 17 anni vivevi già da solo in un paese che non era il tuo. Hai realizzato il tuo sogno,ti sei sposato e ora l'unica cosa che ti manca è mettere su famiglia" faccio una pausa "Io non ho ancora realizzato i miei, finire il college e iniziare il lavoro dei miei sogni, nonostante quello che stia facendo nella società mi piaccia da impazzire non è quello che vorrei fare per tutta la vita. E nonostante diventare mamma sia uno dei miei sogni più grandi,vorrei esserlo dopo aver realizzato questi in modo da poterlo essere in pieno." concludo così il discorso. Lui mi afferra ma mano e chiude gli occhi per un secondo, deglutendo "Sono stato stupido a non sentire la tua parte. Mi perdoni?" annuisco alzando gli occhi al cielo e gli stringo la mano "Sei fortunato che ti ami talmente tanto da perdonarti tutto.. però magari non mettermi le corna ecco. In quel caso non lo farei"
scherzo io e lui si mette a ridere "Approposito di questo.." si gratta il collo e evita il mio sguardo, poi scoppia a ridere quando vede che mi alzo di scatto e lo guardo con gli occhi spalancati "Scherzavo stupida. Non lo farei mai" mi afferra il braccio e mi butta su di lui. Gli tiro un pugno sul petto "Coglione"

"E dovremmo anche parlare di un altra cosa..." speravo non arrivase mai questo momento "Ecco per quanto riguarda questo" mi siedo con le gambe incrociate mentre lui mi accarezza la schiena da sotto la maglia "Se pensi che sia giusto per te iniziare un nuovo percorso non sarò io a vietartelo. Per quanto io ami tutto quello che stiamo costruendo qui.. la tua felicità è più importante di qualsiasi altra cosa. Quindi se vuoi andartene, sarò più che contenta di seguirti" mi guardo sorpreso, probabilmente non se lo aspettava neanche lui che dicessi una cosa del genere "Ma Torino è tutto per te.."

"E il calcio è tutto per te.Voglio che tu sia felice perché la tua felicità è anche la mia" gli do un bacio sulla guancia e lui sorride dolcemente guardandomi negli occhi "Quindi cosa hai deciso?" gli chiedo io ansiosa. Se la sua decisione finale dipendeva da me, beh ora ha la mia risposta "Ho capito che Torino è tutto anche per me. La Juventus è la mia seconda famiglia, solo il pensiero di non avere più tutto questo mi fa morire. Ora la mia vita è completa, non mi serve cercare altro" un leggero sorriso si forma sul mio viso sentendo queste parole "Ho rifiutato le altre offerte. Resto alla Juventus" scoppio dalla gioia e mi butto sopra di lui iniziando a baciarlo ovunque. Ero felice che avesse capito quanto questo posto sia speciale per entrambi, ma soprattutto quanto lo sia per lui. Ora speravo solo che sarebbe tornato a brillare come sempre e io lo avrei aiutato affinché ci riuscisse. "Ti amo Paulo. Ogni giorno di più"

sei bella come un gol al novantesimo (2) Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora