part 20

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"Ti ringrazio davvero di essere venuta con me, non volevo perdere la trasferta ma mi sarei annoiata a morte stando tutto il giorno chiusa in hotel da sola"

Alla fine avevo convinto mio padre e Paulo a lasciarmi scendere con loro a Napoli, ero quella che comandava in casa Allegri e ora comando in casa Dybala. Solo che poi avevo realizzato che mentre sì allenavano, facevano conferenze e interviste varie, sarei rimasta da sola.
Mi avevano espressamente vietato di uscire da sola per la città, se proprio avessi voluto farlo ci sarebbe stata la guardia del corpo e l'autista ad accompagnarmi, così ho preferito chiedere ad Ivana di venire. Almeno passo un bel weekend a Napoli con la mia amica piuttosto che con una guardia del corpo. "Ma va anzi, menomale che me lo hai chiesto perché -ti sembrerà assurdo- ma non sono mai stata a Napoli. Solo di passaggio per venire al tuo matrimonio a Capri" la guarda scioccata "Certo anche io ci sono stata poche volte, quando scendo preferisco andare in costiera, ma a non esserci mai venuta..." dico io sorpresa "Dobbiamo recuperare. Tra poco ti porto a fare un giro della città"

"Paulo ha espressamente detto di rimanere qui e di non farti uscire"

Sbuffo "Per mio marito io non dovrei neanche andare a lavoro, lo sai che esagera. Che sarà mai un giro in centro, per Mergellina e Posillipo? Voglio farti vedere la città e devo prendere aria." le faccio capire che non c'era modo di farmi cambiare idea e che saremmo uscite senza fare troppi rigiri "Quindi direi di andarti a vestire che tra poco sì esce" mi alzo, recupero i miei occhiali da sole e l'asciugamano e mi incammino verso l'entrata dell'hotel.
Eravamo arrivate a Napoli questa mattina intorno alle 10, i ragazzi sono stati da subito occupati ed io e la mia amica siamo venute in piscina a prendere del sole. Faceva caldo al nord, figuriamoci al sud.

Anche perché la piscina aveva un infinity pool che dava su golfo, sì vedeva perfettamente il maestoso Vesuvio, tutta la città ai nostri piedi e per quanto fosse limpido il cielo anche la costa di Sorrento e Capri in lontananza.
Solo vedendo l'isola in lontananza mi vengono le farfalle nello stomaco pensando alla prima volta che sono venuta con Paulo e mi ha chiesto di essere la sua fidanzata, per poi sposarci sulla stessa isola due anni dopo. Ancora più assurdo pensare che la prossima volta che saremmo andati saremmo stati in tre.

"Sai che forse quasi quasi abbiamo fatto bene ad uscire?" mi dice Ivana mentre passeggiamo con troppe buste in mano per via Toledo, la guardo con uno sguardo come a dire 'te lo avevo detto'. Le avevo fatto fare proprio un bel giro turistico, avevamo passeggiato lungo il lungomare di Chiaia fino ad arrivare in centro, a piazza plebiscito. Dopodiché ci siamo lasciate tentare dai numeri negozi presenti a toledo, abbiamo pranzato con una bella pizza nella migliore pizzeria di Napoli -ammetto che volevo venire a Napoli solo per questo- e tra poco sarebbe arrivato il momento di tornare in hotel e preparaci. Dato che tra meno di tre ore sarebbe iniziata la partita.

"Devo dire che sono davvero sorpresa, é molto bella come città, non capisco perchè tutti ne parlino male" annuisco trovandomi d'accordo con lei

"Sì lo penso anche io, ma penso anche che noi la vediamo da turiste e soprattutto alloggiamo in un hotel a cinque stelle nel quartiere più lussuoso di Napoli. Viverla tutti i giorni e in zone diverse sicuramente non è lo stesso" sapevo ben poco su questa città dai mille colori e profumi, ma per quel poco che sapevo, ero a conoscenza che ci fossero molte zone da dover evitare.
E che il tasso di criminalità fosse molto alto, soprattutto di rapine. Ciò comunque non mi vietava di amare questa città così calorosa e accogliente. "Hai ragione..alla fine tutte le città sono così. Essendo nata a Praga posso confermarlo" lei meglio di me sapeva quanto una città potesse apparire come la più perfetta all'apparenza ma quante cose sì celassero dietro di essa. Mentre ci incammiano verso il lungomare per riprendere la strada fatta precedentemente parliamo del più o meno, ma inizio ad avvertire i primi colpi di stanchezza.

"Ti senti bene?" mi chiede lei vedendo che la mia espressione in questo momento non era delle migliori "Diciamo. Mi fa un po' male la schiena.. sono stanca" le dico io tranquillizzandola. Mi rendo conto che forse farsela a piedi dall'hotel a qui, che sono 30 minuti di camminata, iniziassero a pesarmi. Il che mi è sembrato strano inizialmente, poi ho subito realizzato il fatto che fossi incinta e mi stancavo molto più facilmente "Allora chiamo Victor e gli dico di venirci a prendere qui, sediamoci nel frattempo" le dico di non preoccuparsi e che ce l'avrei fatta per altri dieci minuti, ma insiste e mi fa sedere un una panchina "Sta arrivando, gli ho detto che ti stavi sentendo poco bene e subito ha capito di doversi precipitare" mi informa lei tornando verso di me dopo aver terminato la chiamata "Cosa? Perché glielo hai detto? Ora informerà sicuramente mio padre o peggio, Paulo."

Conoscendo Victor e la sua fedeltà verso mio padre, ero sicura che lo avrebbe fatto "Pensi che non se ne accorgeranno da soli che sei uscita? Hai fatto foto con una trentina di persone, le vedranno sicuramente. E poi torniamo in hotel con tutte queste buste...!" alzo gli occhi al cielo, a questo non avevo pensato. Avevo mentito ad entrambi dicendo che sarei stata in hotel in piscina o alla spa, al massimo sarei scesa sul lungomare vicino l'hotel. Non che avrei fatto 4km di camminata verso il centro. "Bisogna corrompere Victor, gli dirò di fingere che ci abbia portate lui fino in centro" dico con no chalance beccandomi un occhiataccia dalla ragazza avanti a me.

"Alessia! Ma dove siete state?" non appena mettiamo piede nella hall dell'hotel trovo mio padre con Pavel, Agnelli e Paratici che viene verso di me con uno sguardo preoccupato "Tranquillo papi, abbiamo fatto un giretto in centro" tira un sospiro di sollievo e mi da un bacio sulla fronte "Ero preoccupato quando tornando in hotel non ti ho trovata da nessuna parte"

"Ero con Ivana" la indico mentre parla anche lei con suo padre "Va bene allora, basta che stai bene. Va a prepararti che tra poco-" non riesce a terminare la frase che qualcuno parla alle sue spalle "Dove cazzo sei andata a piedi e da sola tu?" Paulo. A quanto pare non avevo fatto in tempo a parlare neanche con Ettore, la guardia del corpo, per corromperlo e fingere che fosse con me.
"Amore rilassati, sono andata a fare un giro in centro con Ivana. Ci ha portate Victor" nel frattempo lui avanza verso di noi e spero proprio che non mi faccia una scenata -come quella appena fatta- avanti ai dirigenti e mio padre.

"Non è vero. Victor mi ha chiamata poco fa dicendomi che non ti stavi sentendo bene ed è dovuto venire a prenderti" abbasso lo sguardo, sapevo che sarebbe stato inutile ceracre di corromperlo, troppo fedele alla società per esserlo a me "E in più senza guardia del corpo"

"Alessia..." dice mio padre con tono di rimprovero, appoggiando il suo giocatore e andando, ovviamente, contro di me "Che ti è successo? Stai male?" mi chiede di nuovo Dybala questa volta più con un tono preoccupato che arrabbiato "Niente, sto bene. Ero solo stanca, ma ora vado a fare un bel bagno caldo, mi preparo e sarò prontissima per andare allo stadio" faccio per scansarli e passare tra di loro ma mi sento afferrare per un polso "Forse è meglio che tu non venga alla partita." mi dice di nuovo mio marito con un tono autoritario, sembra quasi un ordine più che un consiglio "Paulo smettila. Sto bene ti ho detto"

"Certo come quando avevi detto che venire a Napoli non sarebbe stato stressante, poi mi chiamano per dirmi che non stai bene"

"Oddio vuoi rinfacciarmelo a vita ora?"

"Alessia, porti mio figlio in grembo. È normale che mi preoccupi" scuoto la testa "Sei così preoccupato che succeda qualcosa a tuo figlio che non ti chiedi neanche di cosa abbia bisogno io. Per te dovrei smettere di vivere per questo." non gli lascio il tempo di rispondere che mi volto nuovamente e vado nella mia stanza. Mentre sento i miei occhi farsi sempre più lucidi, e infatti non appena arrivo in camera sbatto la porta e mi lascio andare in un pianto liberatorio.

Avevo gli ormoni a palla, l'emotività sulle stelle e il nervosismo più grande di questo hotel. Iniziavo a chiedermi : ero io quella imprudente o lui quello troppo prudente?

sei bella come un gol al novantesimo (2) Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora