(CAP.4) CONFUSIONE

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(CHILDE'S POV)

Lumine rimase in silenzio, quieta per tutto il percorso, e dovetti subire le lamentele e i pensieri di Paimon per almeno 24 minuti.

Sapevo il perchè di quell'interminabile silenzio, era sicuramente una conseguenza del bacio di prima, ero più che convinto che avesse apprezzato e da come mi aveva fissato.. Era anche molto evidente. Le lanciai qualche sguardo durante il tragitto, ma lei si limitava a guardare da un'altra parte e voltarsi.

Sicuramente non sapeva come reagire o come comportarsi, quindi mi evitava, avevo cercato di ucciderla e dopo un pò di tempo la bacio..
La sua reazione era comprensibile, ma sapeva bene come ero fatto, forse pensava che avessi fatto quel gesto solo per irritarla o illuderla.

Ma onestamente non lo sapevo neppure io, ne sentivo la necessità per un motivo a me sconosciuto.

Arrivammo e feci entrare sia lei che quell'esserino fastidioso con le sembianze da mocciosetta:
"Bene, arrivo subito, voi intanto potete andare nella vostra camera. La potete riconoscere dal pomello ovale" Dissi con allegria. Mi soffermai a guardare Lumine, ma Paimon con velocità mi coprì la visuale. Posizionandosi davanti a lei: "Paimon non ti lascerà toccarla un'altra volta, Paimon non si fida di te". Commentò con una vocina stridula colma di gelosia.

"Paimon, non pensi di essere un pò incoerente? Posso sempre lasciarti dormire fuori, no?" Dissi ridacchiando leggermente, la creaturina tornò al suo posto senza smettere di guardarmi male.

Me ne andai per un pò e le lasciai sole, quella sera dovevo confrontarmi con Lumine. Non era solo a causa del viaggio che ci aspettava, avevo solo bisogno di risposte da parte sua.

(LUMINE'S POV)

Io e Paimon aprimmo la stanza, lei si gettò sul letto immediatamente, la solita Paimon.
Come biasimarla però? Anche io mi sentivo esausta e specialmente confusa..

Era successo tutto così velocemente.

Sospirai, mi sfilai gli "stivali" e rimasi solo con la sottoveste bianca, che teoricamente doveva dar forma al vestito. Credo.
Avevo bisogno di riflettere un pò: dopo il gesto di Childe, non ebbi la più pallida idea di come comunicare con lui o cosa dirgli, era difficile non pensare a quel momento mentre gli parlavo o avevo qualsiasi minima interazione con lui.

Avevo solo bisogno di tempo e soprattutto di stargli alla larga.

Bussò alla mia porta, santi numi, cosa avrei dovuto fare? Un'altra volta, sentii il ticchettio delle sue nocche dietro la porta, era come un orologio. Quelle lancette, si prendevano pause di qualche secondo, e continuavano a muoversi.

Mi trasmettevano un'ansia enorme, ma poi si fermarono.

"Lumine? Apri, per favore"
La sua voce.
Non potevo evitarla per sempre, tremante, mi avvicinai alla maniglia e aprii.
Era davanti a me, con in mano un cumulo di lenzuola, mi sorrise, posò il tutto sul pavimento; ci squadrammo a vicenda: aveva le maniche della camicia arrotolate sopra i gomiti e i capelli sempre più disordinati.

Tutto ciò lo faceva sembrare così semplicemente bello.

Quando finì anche lui di studiare i lineamenti del mio viso e l'oscillare del mio abito, parlò:
"Perdona il disturbo, mi piacerebbe parlarti qualche minuto - diede un'occhiata a Paimon - in privato, se è permesso"
"Paimon, non se ne andrà finché non sarà Lumine a chiederlo" Dichiarò con orgoglio, mi rivolsi a lei:
"Paimon, ti prego, puoi aspettarmi in corridoio?" Le chiesi gentilmente, mi guardò sconcertata, si allontanò comunque, ma prima avvertì Childe con una certa violenza verbale:" Ascoltami bene, cerca di non combinare guai, e soprattutto - si avvicinò fluttuando al suo volto- non osare sfiorarla, toccarla, abbracciarla o qualsiasi altra cosa che coinvolga il contatto fisico. È la MIA migliore amica, quindi sii prudente brutto fatui molesto"
Childe le lanciò uno sguardo di ghiaccio:
"Va' e basta, per piacere" le ordinò serio, lei obbedì, la porta si chiuse.

Rimanemmo solo io e lui, lui e
io.















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