I can't trust you.🌌

(CAP.35) BUONI E CATTIVI

(LUMINE'S POV)

Quello lì non poteva essere Ajax, mi ripetevo costantemente nella testa, come poteva una conversazione di dieci minuti con suo padre averlo plasmato così tanto?
Mi aveva trattato in una maniera orribile, era totalmente fuori di sé, se mi avesse portato rispetto, forse non avremmo fatto quella scenata.
Mi chiusi nella camera che mi aveva indicato Teucer prima della discussione, sconfortata, provai a controllarmi ma invano, caddi in un pianto silenzioso. Le lacrime mi scivolavano sulle guance con lentezza, mi sedetti appoggiando la schiena sulla porta, avevo lo sguardo perso nel soffitto, la mia vista cominciò a sfocarsi per l'acqua presente nei miei occhi.
Iniziai a pormi una domanda:

"Merito davvero tutto questo?"
Sussurrai tra me e me.

Provai lo stesso a godermi un pò di quiete, per rifugiarmi nei miei pensieri e riflettere. Ne avevo bisogno.
Ma qualcuno bussò alla porta, dapprima immaginai chi fosse, ma non ero pronta mentalmente a confrontarmi con lui.
Poi sentii una voce maschile, differente da quella di Ajax, era piuttosto profonda: "Chiedo scusa, disturbo?" Era suo padre.
Non volevo farmi assalire dal panico, quindi mi ricomposi e aprì.
"Buonasera, desiderate qualcosa?" Chiesi cercando di modellare la mia voce rotta dal pianto.
"No, vorrei solo parlare" Replicò con tono stranamente allegro.
"Perdonatemi, ma è molto tardi e-"
"Si tratta di mio figlio" Mi interruppe serio. Conosceva il mio tallone d'Achille eh?
"D'accordo, ma vi prego di non impiegarci tanto" Concessi io, lo feci entrare, e mi distanziai da quell'individuo stolto.
"Ho sentito che avete avuto un brutto litigio" Iniziò a conversare lui, sembrava godere di questa nostra situazione. Io annuii, non volevo proferire parola a quell'essere, momentaneamente.
"Allora questo conferma le mie ipotesi" Replicò soddisfatto.
"Di cosa state parlando?" Mi costrinsi a parlare.

"Mia cara, voi due non siete fatti per stare insieme"
Quell'affermazione mi infastidii, gli lanciai uno sguardo malevolo.
"Potreste argomentare?" Gli proposi con i nervi a fior di pelle.
"Vedi- disse iniziando a girovagare per la camera- lui è un Fatui, una persona malvagia e corrotta" Commentò osservando una scrivania in legno di quercia nera.
"Pare che voi non conosciate vostro figlio allora" Ribattei severa, lui mi rispose con una fragorosa risata:
"Ecco cosa da fastidio ad Ajax, il tuo caratterino non è da sottovalutare" Sogghignò lui.
"È stato proprio quel caratterino che l'ha fatto innamorare di me" Replicai con decisione.
"Credi davvero? Forse ti sei dimenticata della tua posizione sociale?- mi fissò- Sarebbe molto semplice estrarti informazioni, se ci sono i tuoi sentimenti di mezzo"
Quel lurido bastardo intendeva manipolarmi, dove voleva arrivare?
"Siate più diretto"
"Sei sicura che mio figlio ti ami davvero? Riflettici su"
Sciocchezze.
"State dicendo tutto questo perché voi non accettate la nostra relazione" Affermai.

"Tu credi? Io sto semplicemente cercando di non farti illudere- sospirò- che interesse avrebbe Ajax per una donna come te? A parte l'estetica, non sei null'altro"
Come osava offendermi in quel modo? Mi portai una mano in grembo e iniziai a stringere il tessuto del vestito con violenza, per placare la mia rabbia.
"Come osate dire una cosa del genere? Ajax non ha pensieri così superficiali-"
"Allora perché non si è presentato a scusarsi?- mi chiese- dovrebbe essere già qui, e invece non lo vedo da nessuna parte"
Rimasi sconcertata da quelle parole, per una volta non riuscii a ribattere. L'uomo si avvicinò a me, con un ghigno malefico sul viso.

"Ti conviene capire una cosa: anche se mio figlio ti ama veramente, non potrete mai stare insieme con serenità. Tu sei un'eroina, una buona, e i buoni non hanno mai un posto nella vita dei cattivi"
"E voi non dovreste avere un posto nella società per quanto contorta e malata la vostra mentalita è"