(CAP.12) MEDICAZIONE

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(AJAX'S POV)
"A-Ajax, sto bene" Mi disse cercando di trattenere una smorfia di dolore, mi preoccupai.
Mi sedetti a terra e tentando di essere prudente la presi tra le braccia, per poi sollevarla. Riuscii a trovare un tronco, la posai lì delicatamente, le feci appoggiare la testa su di esso. Dovevo assicurarmi che la ferita non fosse profonda e medicarla all'istante.

"Lumine, puoi alzare il vestito?" Le chiesi sfacciato, in circostanze normali mi sarei sentito in grande imbarazzo, ma rischiava di perdere una quantità troppo grossa di sangue e teoricamente anche la vita.

Lei annuì, obbedì e fece ciò che le avevo chiesto, per fortuna aveva dei pantaloncini sotto gli abiti.
Ora potevo vedere meglio la situazione: la ferita era profonda, ma non fatale, riuscii a tamponare il tutto con un panno che avevo nell'inventario, in caso di emergenze.
Dovevo ricucire il taglio, presi ago e filo.

"Lumine, ti farà male, non posso mentirti. Ma cercherò di distrarti, per non farti concentrare troppo sul dolore" Dissi, sperando di essere stato almeno un pò confortante.
"D'accordo. Sono pronta" Replicò dopo qualche momento di attesa.

"Va bene- Tenni il filo in mano e lo infilai nell'ago - sai? Mi piace il tuo fisico, hai delle belle forme" Commentai infilzando l'ago nei due lati della carne.
"Ugh. Sarebbe un buon modo per distrarmi?" Replicò stringendo i denti. Primo punto fatto.

"Oh insomma non essere sempre così fredda col tuo ragazzo" Toccava al secondo punto e feci lo stesso procedimento, con più lentezza.
"Non è ancora ufficiale. Ahi-" Si lamentò mentre terminavo il secondo punto.

"Cosa intendi? Non vuoi essere la mia ragazza?" Le chiesi mentre infilavo l'ago nella carne per la terza volta.
"Non sto dicendo questo. Dico solo che non ho mai avuto un fidanz- AHIA AJAX PER L'AMOR DI DIO VAI PIÙ PIANO" Mi rimproverò irrigidendosi.

"Ops, scusa" replicai. Riuscì a cucire gli ultimi due punti, bagnai la cucitura con dell'acqua dolce e avvolsi delle bende intorno al fianco e la mia medicazione era terminata. Le diedi da mangiare un pollo, lo divorò in cinque minuti (la mia donna era terribilmente vorace-).

Mi sedetti accanto a lei, sembrava giù di tono:
"Ajax.. non so davvero come ringraziarti- sospirò- ero venuta con te per aiutarti, ma tu stai aiutando molto di più me"
"Di cosa parli? Ti ho solo ricucito una ferita, avresti fatto lo stesso con me ragazzina" Risposi ridendo, ma lei mi guardò con serietà.

"Solo? Mi hai salvato la vita, in tutti i sensi Ajax. Senza di te sarei stata perennemente infelice, è come se non mi fossi mai sentita appartenere a qualcosa di concreto. Invece appartengo a te, adesso mi trovo qui, con l'amore della mia vita. Incredibile vero?"

Queste parole, il pensiero che stessi quasi per perderla, mi fece provare emozioni contrastanti.
Non potevo più mettere in pericolo la sua vita, era troppo preziosa per me.
Dovevo dirle la verità.

Le baciai la fronte, domani le avrei detto del mio inganno fallimentare. Mi avrebbe odiato a vita, ne ero consapevole ma l'avrebbe fatto ancora di più se glielo avessi nascosto:

"Lumine, anche se ho commesso sbagli imperdonabili, anche se potrei spezzarti il cuore, ti prego, ricordati che ti amo più di ogni altra cosa o persona al mondo. E non smetterò mai di farlo.
Ti prego credimi".


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