CAPITOLO 22

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Un insidioso martello stava pesantemente colpendo il loro cuore, le loro mani erano appiccicose a causa del sudore e avevano difficoltà a respirare. Ecco cosa stavano avendo in quel frangente Taehyung e Su-Jung. Avrebbero invocato tutte le santità immaginabili pur di salvarsi la pelle. A-Yeong s'inginocchiò, però mentre stava per affacciarsi sotto il letto un ticchettio alla porta la interruppe e si rimise subito in piedi. Si stirò con le mani il vestito e diede il permesso a chiunque fosse di entrare dentro la stanza. Young-Mi si mostrò davanti i suoi occhi e l'avvisò che l'autista fosse arrivato e che la stesse aspettando giù. A-Yeong in modo spocchioso uscì fuori dalla stanza, dando una spallata alla povera cameriera che non aveva fatto nulla di male se non avvertirla. Non appena la donna lasciò la camera Su-Jung e Taehyung spuntarono fuori dal letto.

"Su-Jung! Non avevi detto che era uscita?" parlò, asciugandosi le mani sul pantalone mentre la guardava con l'espressione di una persona che fosse tutt'altro che calma.

"Tae, era davvero uscita! Non perdiamoci in chiacchiere e andiamocene immediatamente da qui!" lo tirò dal braccio, ma i piedi del ragazzo divennero un tutt'uno con il pavimento. Non se ne sarebbe andato via da quella stanza finché non sarebbe riuscito ad aprire quel cassetto chiuso a chiave che tanto lo incuriosiva.

"Dobbiamo scoprire cosa c'è lì dentro!" riferì con fermezza, indicando il cassetto.

"Verremo un'altra volta. Ma adesso dobbiamo filarcela via!" disse la donna. Dopo vari battibecchi fra i due Su-Jung riuscì ad averne la meglio e lo convinse.

Entrambi erano seduti sul prato del giardino. Taehyung giocherellava con la morbida erba. Ed ogni volta che entrava in contatto con la natura si rasserenava. Era come se riuscisse a scaricare tutti i suoi pensieri come quelli che stava vivendo da quando era uscito fuori dal coma, ovvero quelli che lo preoccupavano e lo tormentavano. Si sentiva come se stesse vivendo la sua vita solo in una piccola percentuale. L'altra invece sorpassava alla grande quella minima. Se non ci fossero stati Jungkook ed Haru, quella piccola percentuale non sarebbe nemmanco esistita. Ma non erano solo Jungkook ed Haru ad essere preziosi per lui, lo erano anche tutte le altre persone che lo circondavano.

"A cosa stai pensando?" la donna si voltò verso di lui ed avvertì tutta la malinconia di Taehyung.

"Sono solo un po' triste. Ma non è nulla d'importante." sospirò il ragazzo.

Taehyung non era solo un po' triste ma un bel po'. Però allo stesso tempo era contento. Era strano questo suo conflitto del suo stato d'animo, vero? Ma per Taehyung non lo era affatto. Era triste perché si sentiva come se lui fosse la causa di tutta quella situazione creatasi. E non avrebbe mai voluto che anche le persone a lui più care venissero coinvolte. Tuttavia era contento perché non era più invisibile agli occhi del marito. E quel suo scalino irraggiungibile, che tanto Taehyung definiva Jungkook, l'aveva raggiunto. Come si ripeteva sempre gli sarebbe bastato passare anche un minuscolo attimo con lui e se lo sarebbe fatto andare bene. Anzi doveva farselo andare bene. Perché il ragazzo era pervaso da una immensa ed infinita incertezza. Aveva detto al marito che l'avvenire di ogni giorno avrebbe aperto le porte ad uno nuovo. Ma se proprio uno di quei giorni non fosse riuscito ad essere ancora lì al suo fianco e quei attimi così tanto amati e desiderati da lui gli sarebbero stati strappati via da un momento all'altro senza pietà? Per questo motivo voleva viverselo anche nel più futile istante.

Il ragazzo si riscosse dai propri pensieri e si alzò. Si pulì di alcune erbette che gli si erano attaccate al pantalone e scoraggiato si avviò verso la porta di casa, lasciando da sola Su-Jung che restò seduta sul prato. Convinta che fosse meglio che avesse bisogno dei suoi spazi.

Per di più Taehyung si dimenticò di chiamare Jungkook, che durante una riunione tenutasi con tutti i suoi dipendenti non faceva altro che osservare e controllare ogni secondo il cellulare. Stava ansiosamente aspettando qualche notizia da parte del marito. I dipendenti che stavano proponendo delle idee per portare dei miglioramenti all'interno dell'azienda, non fecero altro che parlare al vento. Perché Jungkook né gli ascoltò e né gli presto attenzione. Ad un certo punto sbatté un pugno contro il lungo e rettangolare tavolo in vetro che fece sussultare tutti i presenti per il suo improvviso cambiamento d'umore. Era passato da taciturno ad arrabbiato in men che non si dica.

THE SECRET OF MY LAST LIFE - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora