𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟗. 𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐬𝐦𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐥𝐚𝐳𝐚𝐫

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Draco

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Draco

Si ritrovò nel corridoio, a qualche passo dal gargoyle, premuto contro il muro dalle braccia Blaise. Doveva aver urlato molto, perché la gola gli faceva male. Riusciva ad avvertire un'unica, singola, emozione che aveva soffocato tutte le altre: disperazione.

Se Pansy aveva detto la verità, ed era sotto Veritaserum quindi le probabilità che le cose stessero davvero così erano altissime, non avrebbe potuto risvegliare Hermione.

Se Pansy aveva ragione e quella sua affermazione non era data solo dalla quantità di informazioni in suo possesso, Hermione era veramente andata.

Si rese conto solo in quel momento di aver basato la sua esistenza futura sulla presenza della strega nella sua vita; si sentiva come se non sarebbe mai stato in grado di andare avanti se l'avesse persa davvero. Ed era tutta colpa sua, perché nulla di tutto quello sarebbe accaduto se si fosse tenuto lontano da lei.

Si scoprì a provare una forma d'odio del tutto nuova verso suo padre, quell'uomo che avrebbe dovuto tenere a lui e che invece lo aveva mandato all'inferno quando aveva solo sedici anni e che, non contento, aveva deciso di portargli via anche il suo futuro, quella poca felicità che era riuscito ad avere, la ragazza che amava.

E poi odiò anche sé stesso, per aver pensato, in tenera età, che fosse una persona da ammirare, per aver cercato di essere come lui, per aver provato orgoglio nell'essere suo figlio. Desiderava con tutto sé stesso che venisse mandato ad Azkaban, che ci restasse per il resto della sua vita. Se lo meritava. Se Hermione non avesse potuto avere il futuro glorioso e felice che meritava, Lucius avrebbe dovuto pagare per i suoi crimini e amaramente, anche.

E Draco... Draco avrebbe trascorso il resto della sua esistenza colpevolizzandosi per quanto accaduto, struggendosi per il desiderio di rivederla, tormentandosi con i loro ricordi e con la promessa di una vita serena insieme che non avrebbero mai avuto.

«Malfoy?»

Potter lo guardava con un sopracciglio sollevato.

Forse aveva smesso di gridare senza neanche rendersene conto.

Lo avevano trascinato fuori dall'ufficio della McGranitt subito dopo la fine dell'interrogatorio a Pansy Parkinson, quando era stato travolto da una rabbia cieca e dalla disperazione più totale per le rivelazioni finali della ragazza.

Il suo respiro era affannoso e frammentato, mentre Potter scostava Blaise e avvicinava il viso al suo; quando gli parlò, lo fece scandendo molto lentamente le parole.

«Ascolta, non importa quello che ha detto la Parkinson», sussurrò cautamente, «noi troveremo una soluzione, d'accordo? Non ci arrenderemo, continueremo a cercare finché Hermione non sarà di nuovo sveglia e tra noi.»

Draco non era mai stato propenso a crogiolarsi in false speranze e nell'illusione del "tutto andrà bene", ma quella volta, non aveva alcuna scelta, doveva crederci, se avesse voluto sopravvivere. Quella volta, doveva di nuovo credere che il Prescelto avesse ragione, che alla fine avrebbero avuto successo.

Salazar's Code | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora