𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟓. 𝐑𝐢𝐭𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐈𝐧𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐢

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Hermione

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Hermione

La cosa brutta del diario, pensava Hermione, era che una volta scritto qualcosa non c'era modo di tornare indietro.

Si era lasciata prendere dalla foga del momento e per un istante aveva dimenticato che ora doveva misurare le parole, perché la persona dall'altro lato lei la conosceva anche al di fuori di quelle pagine.

Si era aperta come era solita fare, anche se non avrebbe dovuto farlo come prima.

Ripensando alla risposta che gli aveva dato, Hermione avvertiva un profondo senso di imbarazzo.

Avrebbe potuto scrivergli semplicemente che lo perdonava ancora una volta, che gli avrebbe dato un'altra, un'ultima, occasione e di non sprecarla, se in qualche modo ci teneva.

E invece no, aveva dovuto strafare e ora non sapeva dove trovare il coraggio per guardarlo negli occhi quando lo avrebbe rivisto in carne e ossa.

"Patetica! Sono dannatamente patetica!"

Sospirò, afferrò la sua cartellina e scese rapidamente le scale, sperando vivamente di non incontrarlo in Sala Comune.

L'idea di ritrovarsi lì, da soli, la faceva andare nel panico; per qualche motivo, credeva che rivederlo a lezione o in Sala Grande sarebbe stato molto meglio, perché avrebbero avuto altro a cui pensare o sarebbero stati circondati da persone e non avrebbero potuto discutere dei recenti avvenimenti.

Tirò un respiro di sollievo quando non lo vide, ma non appena aprì la porta per uscire andò a scontrarsi direttamente contro il suo petto, visto che il biondino stava rientrando nel dormitorio nello stesso momento.

La prima cosa che Hermione avvertì dopo l'impatto furono le mani di lui chiudersi decise sulle sue spalle e stabilizzarla, impedendole di cadere per terra; serrò gli occhi e imprecò mentalmente.

"Perché non può mai andarmene una per il verso giusto?"

Quando incrociò il suo sguardo, però, Draco aveva un'espressione divertita sul viso.

Forse, ipotizzò Hermione, era dovuta al fatto che era arrossita leggermente e stava per punzecchiarla.

«Tutto bene, Granger?»

«Stavo uscendo...»

«...E io stavo entrando, sì» terminò per lei il ragazzo, inumidendosi le labbra e trattenendo un mezzo sorrisetto.

Hermione deglutì e distolse lo sguardo da lui, puntandolo sulle sue scarpe.

«Ehm... devo... vediamo... lezione», biascicò imbarazzata lei e poi sfrecciò via lungo il corridoio.

"Stupida, stupida, stupida!" si rimproverò mentalmente, avvertendo ancora lo sguardo del Serpeverde sulla sua schiena mentre la osservava fuggire via. "Hai fatto la figura di una dannata stupida!"

Salazar's Code | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora