𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟑. 𝐈𝐥 𝐑𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐃𝐢𝐚𝐫𝐢𝐨

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Hermione

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Hermione

Si gettò sul suo letto e pianse come non aveva fatto per mesi.

Si sentiva una stupida, perché pensava di aver trovato un confidente che la capisse veramente e invece era solo Draco Malfoy che giocava con i suoi sentimenti. Lo era stato per tutto il tempo.

Lei gli aveva rivelato i suoi pensieri più intimi, le sue insicurezze, le sue sofferenze... le stesse incertezze su cui il Serpeverde era solito far leva per ferirla i primi anni a Hogwarts. Gli aveva fornito tutte le sue debolezze su un piatto d'argento, senza sapere che stava già sfruttando quella più grande: il diario stesso.

"Stupida, stupida, stupida!"

Non aveva mai pensato, neanche per un attimo, che potesse esserci lui dall'altra parte, che il ragazzo così tormentato e solo con cui scambiava quelle note potesse essere lo stesso ragazzo che l'aveva infastidita per anni; nemmeno quando lo aveva rivisto a Hogwarts e aveva trovato un Draco Malfoy che aveva riveduto le proprie posizioni e le proprie credenze, perché aveva desiderato con tutto il cuore che fosse qualcun altro e forse alla fine se n'era convinta, rifiutandosi di vedere come stavano le cose realmente.

Perché adesso che ci ripensava, aveva tutto perfettamente senso.

Tra i Serpeverde figli di Mangiamorte erano davvero pochi quelli che erano stati coinvolti in prima linea dai genitori e da quello che le scriveva, dalle cose che sosteneva di aver visto o sentito, dal modo in cui parlava della sua famiglia e dei suoi obblighi verso di essa... lei avrebbe dovuto capirlo subito. Malfoy era stato sotto i riflettori più di chiunque altro, ma il fatto che le aveva rivelato di non avere più nulla contro i Nati Babbani l'aveva destabilizzata al punto da indurla ad accantonare definitivamente ogni sospetto verso di lui.

Perché Hermione non avrebbe mai immaginato che il biondino avrebbe rivalutato le sue vedute. Capire i propri errori durante la guerra era un conto, abbandonare l'ideologia che vedeva i Purosangue come superiori alle altre tipologie di maghi era un'altra cosa. Per Draco Malfoy, quello significava rinunciare a tutto ciò che lo rendeva sé stesso e ricostruirsi da zero. Non lo aveva mai creduto in grado di fare una cosa del genere, non veramente.

Eppure, ora capiva tante cose.

Il perché non gli andasse mai di scrivere a lezione, per esempio; temeva che potesse riconoscere la sua scrittura associandola a quella del diario e al contempo realizzava perché le fosse sempre sembrata familiare, fin dall'inizio di tutta quella storia. Non era la prima volta che vedeva la calligrafia di Draco Malfoy, ma al contempo non la conosceva abbastanza bene da collegare i puntini immediatamente.

Adesso sapeva perché il modo in cui il Serpeverde le parlava durante le conversazioni più gravose le suonava familiare, anche quando non era ancora abituata a sentirlo parlare normalmente con lei.

Era stata una stupida a non realizzare che Draco stava facendo esattamente quello che il ragazzo del diario le confidava in cerca di consiglio; scusarsi con una persona che aveva ferito, trovare il modo di parlarle... Perché mai avrebbe pensato che lui potesse voler fare ammenda con lei.

Salazar's Code | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora