flame: 21

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23.11.22,
Fiamma

«buongiorno» bloom cercò di sorride a Lorella, che l'aveva convocata in sala, ma uscì fuori solo una smorfia imbarazzante. Non era il giorno giusto per sorridere.

«ciao Bloom, siediti pure» Lorella sorrideva, ma c'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Bloom sapeva che se l'aveva chiamata lì voleva parlare di qualcosa di importante. «ci sono diverse cose di cui dobbiamo parlare» la rossa annuì. «lèggiamo insieme la lettera di Rudy»

Il giorno prima aveva ricevuto una lettera dall'altro professore, un compito piuttosto complicato.

Cara Bloom,
sto mantenendo la mia promessa e ti sto mandando compiti su compiti, senza fare sfide, nella speranza che io veda un miglioramento. Ma questo non avviene, anzi con il tempo che passa peggiori sempre di più. Nelle ultime due puntate sei sempre stata nelle ultime posizioni, ed è chiaro a tutti che hai avuto un crollo nel rendimento. In ogni caso, una delle caratteristiche che la tua professoressa ti vanta tanto è la tua bella voce molto intonata, che però io non vedo perché ci sono tanti errori nelle tue cover. Comunque, sei  molto brava a mascherarlo nascondendoti dietro i tuoi amati strumenti. Hai cantato con la chitarra classica, quella elettrica e anche il pianoforte. Ma ora voglio vederti scoperta, nuda. Il mio compito consiste nel cantare una canzone a cappella, aiutandoti solo con il ritmo delle mani. Senza base, ne aiuti o strumento. Vediamo quanto sei intonata, buon lavoro.
-Rudy Zerbi

«eccoci qua» scherzò, facendo ridere la sua insegnante.

«prima di tutto ti faccio sentire la canzone, vai Manu» diede il via alla vocal coach. Ascoltarono il pezzo in silenzio, guardandosi.

«è bellissima, già la conosco» fu il piccolo commento che fece alla fine.

«è un compito difficile ma so che lo puoi fare, perché la voce la hai e sei molto brava... ma dobbiamo parlare di altro» Bloom strinse i pugni dietro la schiena. «qualcosa di questa lettera è vero però, giusto?» ovviamente annuì, non poté fare altro.

«nelle ultime settimane hai fatto un crollo e non capisco il motivo... sei bravissima Bloom ma così non possiamo andare avanti» la sua insegnante sospirò. «ho parlato con Manu, mi ha detto che anche a lezione non fai che sbagliare e sei sempre stanca, non ricordi le parole... che ti succede Sofi?» le parlava gentilente, con aria materna.

«lo so, me ne rendo conto. È un brutto periodo, sto cercando di uscirne-»

«perché sei così?» non le voleva dire la verità, non l'avrebbe mai fatto. Non usava i suoi problemi come scusa, voleva superare quello senza dirlo. Non voleva essere giustificata.

«io... non lo so» mentì.

«pensaci, allora. Questo compito oltre che per Rudy è importante anche per. Voglio vedere come lavorerai su questo e sulla cover. Voglio vedere come andrà la classifica questa settimana e come canterai questa canzone. Non te lo nascondo, se non sarò soddisfatta domenica ti sospenderò la maglia» fu in quel momento, che il mondo le crollò addosso.

Da due settimane andava male tutto per lei, ma quel giorno era anche peggio probabilmente. Stava andando tutto in rovina, ogni cosa per cui aveva lavorato duramente le stava lentamente scivolando via dalle mani e per quanto ci provasse non riusciva ad afferrarlo. Andavano male le esibizioni, le classifiche, i compiti e adesso Lorella le voleva sospendere la maglia. Com'era riuscita a nascondere tutto il suo talento al punto da deludere la sua insegnante, che aveva creduto in lei dal primo momento?

Rientrò in casetta sbattendo la porta d'entrata, poi quella della camera, poi quella del bagno. Si sciacquò le mani con forza, il sangue usciva dalle ferite che stava grattando con rabbia sperando di alleviare il dolore e l'ira che le bruciava dentro. Aveva bisogno di sfogarsi, ma sapeva di non poter colpire niente, non era a casa sua. Si mise le mani nei capelli tirandoli, si colpì le cosce rumorosamente, strinse i pugni, ma niente funzionava. Singhiozzava rumorosamente e le mani le tremavano, aveva voglia di urlare. Ma non lo fece.

Non aveva chiuso la porta a chiave, solo qualche minuto prima che si aprisse di scatto rivelando il volto preoccupato di Samu. Perché era sempre lì quando ne aveva bisogno?

Quando lo vide, le lacrime aumentarono e così i singhiozzi che si fecero più forti al punto da quasi impedirle di respirare.

«vieni qui» le fermò le mani, stringendole tra le sue, la strinse a se con forza, sorreggendola. «urla, nana. Sfogati» sapeva quanto ne aveva bisogno, e lui le diede il permesso che stava cercando.

Lasciò andare un urlo che le fece tremare le gambe, sarebbe caduta a terra di peso se non l'avesse afferrata dai fianchi, tenendola su e stretta a se.

«va bene, va tutto bene» sussurrò sui suoi capelli, accarezzandoli mentre lei riusciva finalmente a calmarsi, adesso che si era sfogata.

Quando fu più calma, lui si staccò per prenderle le mani, si avvicinò al lavandino e le sciacquò, stavolta con una dolcezza disumana. C'era amore in quel gesto, e c'era amore nei baci che ci posò sopra con delicatezza, prima di metterci i cerotti.

«la devi smettere di farlo» fu duro. «non è la prima volta, anzi lo noto sempre. Non devi trattenerti e farti del male, così» le alzò le mani davanti al suo viso. «devi parlare nana, devi sfogarti. Non importa cosa pensano gli altri, non importa se dovrai dire qualcosa di cattivo, non importa se parli con me o con qualcun altro, però fallo. Basta trattenersi, basta farsi male» la fissò negli occhi, poi le diede un bacio in fronte e la accompagnò in camera.

Quella sera lei non aprì bocca, perché non aveva niente da dire. Le si era seccata la bocca, e tutto ciò che fece fu guardare un film con Samu, Ludovica e Wax. La ballerina era corsa sul divano dopo le prove, quando le avevano detto che Bloom aveva avuto una crisi. La rossa aveva sorriso, perché si preoccupata più per lei quella che era diventata sua amica il giorno prima, di molti altri con cui in teoria aveva molte più legame.

Stava comoda, con la testa sulla spalla del riccio e le gambe incrociate alle sue, lui le aveva girato un braccio intorno alle spalle e la accarezzava dolcemente. Le lasciò un bacio sulla testa, mentre lei sbadigliava.

«sei stanca?» il film stava finendo, e lei si stava quasi addormentando su di lui. Bloom annuì. «andiamo a dormire, dai»

Si tirarono su, gli occhi della rossa erano già semichiusi e le bruciavano. Salutarono tutti quelli svegli che erano in salone, poi andarono in camera e si stesero nei loro letti.

«mi sei mancata» confessò lui a bassa voce per non svegliare Samuel che dormiva profondamente sul suo letto.

«anche tu» sussurrò mezza addormentata. «grazie Samu»

Allungò una mano fuori dal materasso, lui la afferrò ed incrociò le dita, facendo penzolare le mani fra i due letti.

«sempre»

Si addormentarono così, lontani ma vicini, con le mani strette e i visi girati l'uno verso l'altra.

Flame | samusegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora