flame: 23

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(Se siete sensibili preparate i fazzoletti lol)

25.11.2022,
Fiamma

Quando Samu uscì dal bagno dopo la doccia, già vestito, trovò Maddalena ad infilarsi una felpa, che gli riservò un'occhiata.

«Maria vuole tutti sugli scalini» lo informò, ricevendo un cenno confuso.

«perché?» indagò, strizzandosi i capelli con un asciugamano.

«non l'ha detto» la bionda alzò le spalle, prima di uscire e lasciarlo lì.

Non aveva il tempo di asciugarsi i capelli, così si mise una felpa per tenersi caldo, e corse sulle gradinate dai suoi compagni. Erano tutti lì ma, non si sorprese, bloom non c'era.

«non è ancora tornata?» si rivolse a wax sedendosi accanto a lui sullo scalino più basso. L'altro scosse la testa sconsolato.

«no, non c'è» Samu annuì comprensivo, ma dentro di se era preoccupato e soprattutto confuso.

Aspettarono qualche minuto in silenzio, poi arrivò anche Bloom. Indossava una tuta nella quale stava cercando di nascondersi, con scarsi risultati, e le mani si stringevano fra di loro dentro la tasca della felpa.

«eccoti! Vieni, Maria ci deve parlare» Ludovica con un sorriso le indicò il posto libero vicino a lei, ma la rossa rimase ferma al suo posto, in piedi davanti a tutti loro.

«No». Scosse la testa, sedendosi davanti a tutti loro, al fianco della TV spenta. «Sono io che devo parlarvi».

Non si può dire che con quelle parole non avesse spaventato tutti loro, perché si bloccarono confusi, guardandola senza dire una parola. Rimasero tutti in silenzio, a guardarla, e così fece lei, ma con sguardo puntato in basso, sulle sue dita che tiravano nervosamente le pellicine intorno alle unghie. Non riusciva a trovare il coraggio di parlare, la forza, non sapeva neanche da dove iniziare.

«Samu». La voce di Maria arrivava dall'alto, come sempre. «perché non ti siedi accanto a lei?» azzardò.

«io?» il riccio si puntò un dito al petto, poi dopo l'assenso della donna, si alzò e si avvicinò alla sua amica. «ehi nana». Si sedette al suo fianco, posando la mano sulla sua coscia.

Lei alzò lo sguardo per rivolgergli un piccolo sorriso, timido, quasi spaventato. Allungò la mano verso la sua, gli sfiorò il dorso. Subito, il ballerino gliela afferrò e la strinse con la sua, accarezzandola. Bastò quello a darle la forza di alzare in alto il suo sguardo, per puntarlo sui suoi compagni.

«immagino siate tutti molto confusi» sorrise imbarazzata, grattandosi la fronte con la mano libera. «Vi ringrazio per essere qui senza aver fatto tante domande. Vi ho fatto chiamare perché vi devo raccontare una cosa»

Prese un respiro profondo, racimolò tutti i terribili ricordi di quel giorno, e li spinse indietro insieme alle lacrime.

«Sono cresciuta in un piccolo paesino fuori Firenze». Aggrottarono le sopracciglia confusi, convinti che vivesse vicino a Tommy Dali, ma quello era prima. «Un posto un po' sperduto, dove tutti si conoscevano fra di loro, e la mattina per andare a scuola dovevamo fare mezz'ora di pullman. Non c'erano tante cose da fare, in effetti, e l'unico modo per avere una vita era far parte degli scout. Lì, non eri nessuno se non eri uno scout.» Le scappò una risatina, ironicamente. «Così quando fui abbastanza grande, i miei genitori mi segnarono agli scout proprio come anni prima avevano fatto con mia sorella Luce. Ci divertivamo, e ogni venerdì sera preparavamo gli zaini e partivamo con gli scout. Salivamo su questi autobus che a quell'età mi sembravano enormi e per tre giorni stavamo lontani chilometri dalle nostre famiglie, immersi nella natura a dormire nelle tende, a lavarci nei fiumi e a fare la pipì nelle siepi.»

Flame | samusegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora