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5 febbraio 2023,
Fiamma

Bloom stava per tornare in casetta dopo le prove, doveva solo prendere la giacca dalla sala relax. Niente poteva andare storto, entri, prendi la giacca, esci, vai a casa. Liscio e pulito. Sarebbe stato bello se fosse stato così, e invece entrando nella saletta rossa la scena che si trovò davanti le straziò il cuore. Samu stava seduto sugli scalini, da solo, sudato, piangendo, aveva probabilmente appena finito di provare la comparata per la sfida. Lo sentì singhiozzare, non l'aveva vista. Avrebbe potuto uscire senza dire niente, fare finta di nulla e andarsene, ma come avrebbe potuto?

«Samu?» Si avvicinò piano a lui, mantenendo una certa distanza. «Che succede?»

«Vai». Cercò di coprirsi il viso rigato dalle lacrime con le mani, la testa chinata sulle proprie gambe.

«Dimmi che succede». Gli mise le mani sulle spalle, sedendosi sullo scalino dietro di lui.

«Se vado a casa mi incazzo.» Singhiozzò, era il suo modo per dire che aveva una dannata paura di uscire. «Sai che fastidio è? Anni di impegno, arrivo qua, mi faccio quattro mesi il culo e poi così, perdo e gli cedo il posto.»

«Ma chi te l'ha detto che perdi?»

«Me lo sento». Sbuffò, ancora.

«Ma che cazzo ti senti?» Bloom si innervosì, non era da lui buttarsi giù così. «Ho visto lo sfidante Samu, se ci metti la testa vinci senza problemi, ma se fai così, se ti fai prendere dallo sconforto, sei finito.»

«Non voglio uscire.» Alzò gli occhi, guardandola.

«Non lo farai se ti impegni, sei tu l'artefice del tuo destino, non sta al giudice o al tuo sfidante, sta a te decidere chi resta e chi se ne va.» Annuì, si asciugò le lacrime e si tirò su.

«Uno.» Aprì le braccia, lei sapeva bene cosa voleva. «Uno solo, ti prego.»

Lo guardò qualche secondo, poi si fiondò fra le sue braccia. La stretta non durò più di dieci secondi, eppure ognuno dei due ne assaporò ogni attimo, dopo un mese senza toccarsi, senza baciarsi, senza parlarsi. Lei inspirò il suo profumo, infilando le unghie nella schiena scoperta che ogni giorno sognava di toccare nuovamente.

Si staccò, lo guardò e uscì, non più c'era niente da dire.

🂱

Samu ballava accanto al suo sfidante. Si stavano sfidando sulla comprata che Samu aveva provato fino allo sfinimento, e gli effetti dell'allenamento si vedevano, perché senza pensarci due volte il giudice fece vincere Samu, che si riprese la sua maglia. Per Bloom era bello vederlo così felice, dopo tutto, era bello vederlo stare bene e senza preoccupazioni dopo un mese. Prese la sua felpa, pronto a tornare al suo posto, ma invece di fermarsi continuò fino al banco di Mattia e poi fino a quello della rossa. Lei lo guardò, aggrottando le sopracciglia, confusa.

Levandole ogni dubbio, le afferrò il volto fra le mani e la trascinò in un bacio, uno che entrambi avevano sognato fin troppo. Aveva la mente vuota, e in quel momento non pensava a niente se non alle labbra del ballerino premute sulle sue. Il pubblico impazzì, così come i loro compagni e i professori, urlavano e applaudivano, Mattia vicino a loro era shockato. Samu si staccò e dopo averle sorriso, tornò in silenzio al suo posto. Maria lasciò correre, vedendo Bloom già rossa come i suoi capelli, senza bisogno che nessuno dicesse niente, i loro sguardi parlavano da soli.

🂱

«Ehi». Stava sdraiata a pancia in su sul suo letto, voleva scappare dal confronto e invece questo era venuta a cercarla. «Disturbo?» Samu stava poggiato allo stipite della porta, guardandola con un angolo della bocca alzato.

Flame | samusegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora