Capitolo 15 - Parte 1 ( 🆄🅻🆃🅸🅼🅾 🅲🅰🅿🅸🆃🅾🅻🅾)

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Giorno 29 Giugno 2007

Se c'è una cosa che apprezzo dell'aula magna esterna è il fresco. Sono seduta in uno degli scaloni, e nonostante un'ampia fetta solare invada la mia postazione non muoio dal caldo, anzi. Mi stiracchio, godendomi il tepore sulla pelle nuda. Amo il sole, e con il caldo esploso nell'ultimo periodo non sono mai riuscita a godermelo, finora.

Finalmente!

Torno a concentrarmi sulla lettura di "Duma Key", sbadigliando, ascoltando l'odore dell'estate e i versi dei piccioni.

Le scuole sono finite da poco, e se non avessi ottenuto la chiave da Piero non sarei potuta venirci, qui.

Non si poteva nemmeno prima, solo che adesso fa più figo. Sa tanto di regola infranta. Mi diverte.

È stata una buona mossa accordarmi con lui su quando usare la stanza proibita, mi dico, contemplando lo spiazzo deserto chiazzato di luce. Non ho nessuna intenzione di incrociarlo mentre spaccia. Faccio una smorfia. Anche no.

In compenso, contrabbandare risposte ai compiti in classe in anticipo grazie a Sarah e scambiare panini con Teo è favoloso, da queste parti. Sorrido, ripensando alle volte in cui è capitato di passare l'intera ricreazione quaggiù, tutti insieme in santa pace, tutte volte in cui nessuno ci ha mai beccati. Nick è perfino riuscito a portare la chitarra una volta, ora che mi ricordo, e l'abbiamo ascoltato suonare mentre Chris improvvisava una batteria sul suo zainetto dopo essersi portato le stecche dietro. È stato spassoso, e come sospettavo, ecco un'altra cosa che a Christoph riesce alla grande. Sì, mi ripeto per l'ennesima volta da quando sono qui, chiedere al rasta la chiave è stata un'ottima idea.

Un messaggio ronza nella mia tasca. Appoggio il libro di King a pancia sotto sullo scalone e prendo il Samsung.

Ho un messaggio su T.A. a quanto pare. È Karen. Lo apro.

EMERGENZAAAAA DOVE SEIIIII VIENI SUBITO STO ALLA PORTA

Schiudo le labbra e aggrotto la fronte.

Ma che cazz...

Districo le gambe, ficco il libro in borsa e salgo le scale a due a due, rimbalzando sulle Converse.

Ultimamente io e Karen abbiamo ricominciato ad andare d'accordo. A pensarci adesso, i primi tempi della convivenza sono stati tosti. Lei invitava spesso le sue amiche, quindi non avevo molta intimità. Era una cosa normale, non avendolo lei potuto fare per tantissimo tempo, ma io non ero ancora abituata a nulla, della nuova vita in casa con i miei. Non facevamo altro che bisticciare e tirarci i capelli, io e lei.

Karen dovrebbe prendere una cintura nera per il tiro alla chioma. Anche con papà non è andato subito tutto bene, riflettendoci un momento. Spesso mi ha fatto infuriare la sua mancanza di attenzione e concentrazione. Ci siamo punzecchiati continuamente per le abitudini sbagliate di entrambi, io con lui per il suo stringere troppo forte la Moka quando la chiude e il lasciare i mozziconi a galleggiare nel lavandino, tra i piatti sporchi. Lui per il mio sparpagliare scarpe e borse e giraffe domestiche in giro per la casa, col rischio di farlo ammazzare inciampandoci sopra.

Certo che ce ne vuole per non notare D'Arty e sbatterci addosso. Nemmeno con mamma è stata liscia, in effetti... non appena prendevo un brutto voto per svogliataggine, minacciava cose orrende, tipo che mi avrebbe steso fuori insieme ai panni da asciugare, appendendomi per le orecchie. Parecchie volte le sono sfuggita, scappando dai suoi capelli che cercavano di acchiapparmi le caviglie. Non avrei mai detto potesse tornare a regnare l'ordine.

E invece, si sono stabilite delle regole. Sarà per questo che infilarmi di soppiatto nell'aula magna esterna mi fa sentire così libera? Ehm. Tra i turni per la pulizia, per gettare la spazzatura e per cambiare la lettiera al gatto, sto diventando la casalinghetta perfetta.

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