Pietrificata, resto in attesa, per capire se mi sono sbagliata o se ho ancora travisato tutto.
Passano istanti infiniti in cui l'unico suono udibile è il mio battito cardiaco rimbombarmi nei timpani, qualche automobile in strada, la quale sagoma sfrecciante getta riflessi sulle pareti trapassando le tapparelle, null'altro. Infilo la seconda scarpa.
Se non ti avesse soccorso, saresti rimasta riversa sul marciapiede per chissà quanto.
Il mio cuore guizza.
Eh no, fantasia un cazzo, io lo sento benissimo!
"Chi sei?!" Urlo in puro istinto alla stanza vuota, tappandomi subito la bocca con la mano.
Lo sai.
Frugo convulsamente nei jeans, cercando quel dannato gingillo, terrorizzata nel modo più totale. Quando lo trovo, il suo sguardo limpido e fermo mi fa paura, perché lo sento, sento che sta fissando me. Sembra quasi bruciante, nel fondo della mia mano tremante.
"Tu...come...che cosa..."
Non hai bisogno di parlarmi ad alta voce.
Richiudo la bocca, interdetta. Beh, okay. "Che sta succedendo? Perché ti sento parlare?" Penso, prudentemente.
Passano ancora manciate di istanti infiniti e vuoti, nei quali rimango impalata, ritta dentro le Converse, nel buio chiazzato di albore di questa stanza che non conosco, a perdermi nel piglio della piccola iride. Diverse macchine sfrecciano in strada, sotto di noi.
Nessuna risposta.
"Allora, Anvil, ti senti un po' me..."
"AH, MERDA!" Sobbalzo, terrorizzata. Ruoto su me stessa in preda al panico mulinando le braccia, ritrovandomi in pochi millisecondi schiantata sul comodino. La lampada si rovescia, infrangendosi al suolo in mille note rotte, lasciandomi nel buio. Un aculeo di dolore si conficca nella mia schiena, dopo mio impatto con il mobiletto... sono certa mi verrà un bel livido.
Seduta nel limbo, osservo il placido bagliore esterno descrivere il volto di Markus in sottili righe di luce, sfocianti sotto le serrande.
Ma chi sei, un ninja?! Quando sei arrivato?
Segue ancora silenzio.
La mano dell'uomo attraversa il buio, infine, protendendosi verso di me. La aggrappo, lasciandomi issare per la seconda volta.
Mark solleva le tapparelle, rivelando il viale alberato che solitamente percorro per raggiungere la fumetteria, qui a Maceria... chi l'avrebbe detto. Quando ritorna a guardarmi, ha un'espressione totalmente tombale, la inquadro appena mi abituo all'improvviso bagliore del giorno.
Ora mi ammazza.
"Mi... mi dispiace per la lampada." Balbetto. "Era molto, ehm... antica?"
"Basta che tu non ti sia fatta male." La sua risposta a colpo sicuro mi spiazza completamente. Rimette dritto il comodino. Dopodiché, prosegue, infilando una mano in tasca: "Sei una che si spaventa facilmente..."
"Sì, lo so!" Esclamo, forzando una risata sarcastica stonante perfino alle mie orecchie. "Odio i film horror, infatti." Mi sembra di sentire il libro di Stephen King che sto leggendo urlare "BUGIARDA!" dall'ombra della mia casa.
Sigh.
Questa entrerà nella storia come la peggior performance mai tenuta nella top 10 delle esibizioni Pinocchiche.
Recupero da terra l'occhio greco, il maledettissimo, dannatissimo occhio greco, cercando di non pensare a quanto appena successo, schiaffandolo nel più recondito e profondo angolo del mio zainetto. Mi avvolgo la sciarpa al collo, ritrovata sulla scrivania assieme al resto delle mie cose. Rimettere lo zaino in spalla è come tornare a riavvolgersi il peso dei miei problemi addosso. Scaccio subito il pensiero.
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Good Luck
Novela JuvenilLa sveglia che suona, la mamma che urla e un'altra giornata da trascorrere a scuola in un paesino di provincia: L'inferno personale di Anvil è pronto ad accoglierla anche oggi!Essere adolescenti è già abbastanza incasinato di per sé, ma se sei una r...