Innocenza disarmante

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Wooyoung osservò il viso di San, coperto di sangue, incosciente accanto a lui.

Come avevano fatto ad arrivare a quel punto? Com'era possibile che Wooyoung, in tutta la sua lunga vita, si fosse ripromesso di proteggere un'unica persona e avesse fallito nel farlo? Non riusciva a capacitarsene.

Com'era possibile che persino il cuore candido dell'unico individuo che gli aveva ridato un po' di fiducia nell'umanità ora fosse macchiato come il suo?

Gli posò una mano sui capelli, accarezzando delicatamente le ciocche corvine. Non sapeva se sperare che si svegliasse presto o meno. Non sapeva come spiegargli ciò che gli aveva fatto.

Se ripensava a com'era iniziato tutto, gli veniva da piangere. Avevano ragione gli altri. Avrebbe dovuto lasciarlo stare fin dall'inizio, non avrebbe dovuto lasciarsi coinvolgere, avrebbe dovuto ignorarlo come aveva sempre fatto con chiunque altro.

Ora la vita di San era rovinata, ed era solo colpa sua.

SEI ANNI PRIMA DEL MOMENTO CHE CAMBIÒ TUTTO

Wooyoung entrò nell'istituto scolastico in cui avrebbe passato un anno, inspirando a pieni polmoni quel profumo inebriante di sangue fresco e giovane.

Dopo anni passati a nascondersi nel buio, a parlare solo ed esclusivamente con Hongjoong e Yeosang, Wooyoung aveva deciso di spacciarsi per un nuovo studente e frequentare un anno di scuola. Era la soluzione migliore che aveva trovato per combattere la noia.

Avendo fisicamente vent'anni, non poteva spacciarsi per più giovane di un diciottenne, quindi si era arreso all'idea di passare solo un anno in quel posto, ma era pur sempre meglio di niente.

Hongjoong l'aveva pesantemente criticato per la sua scelta, ripetendo in continuazione che non aveva senso mettersi nelle condizioni di rischiare di farsi scoprire se non era strettamente necessario. Una scuola era un luogo ricco di tentazioni. Tuttavia, Wooyoung aveva imparato bene l'arte dell'auto controllo, quindi si sentiva abbastanza sicuro di sé da correre il rischio. Aveva deciso che non si sarebbe nutrito di nessuno studente, onde evitare che si diffondessero strane dicerie, quindi tutto sommato a suo parere il rischio era piuttosto limitato.

Yeosang, dal canto suo, l'aveva preso in giro. "Sei così annoiato da tornare a scuola dopo duecento anni?"

Sì, era così annoiato.

Camminò lentamente lungo i corridoi, sentendosi un lupo travestito tra le sue prede... cosa che effettivamente, era, in un certo senso.

Guardò il proprio orario delle lezioni. Francamente, le lezioni erano la cosa che attendeva di più. Era curioso di sapere cosa si insegnasse a scuola oggi, rispetto a quando ci era andato lui. Erano passati talmente tanti anni... qualcosa doveva pur essere cambiato. Aveva letteratura alla prima ora. Bene, almeno la giornata sarebbe stata fin da subito interessante.

Passò di fronte ad un'aula socchiusa e, grazie al suo udito iper sviluppato, sentì che al suo interno qualcuno piangeva. O meglio si sforzava di non farlo, ma i piccoli, sporadici singhiozzi strozzati che non riusciva a trattenere lo avevano tradito. Aprì la porta, incuriosito.

Vide un ragazzino mingherlino immobile di fronte ad una teca di vetro. Il ragazzino, sentendo la porta aprirsi, si voltò di scatto. Aveva gli occhi lucidi e il naso rosso che colava.

"Qualcosa non va? Chi sei?" chiese Wooyoung. Restava sempre intrigato quando non capiva una reazione umana.

Il ragazzino arrossì. "Sono una matricola. Io... non vedevo l'ora di venire per il primo giorno, ma poi mi hanno detto che tra due settimane vivisezioneremo queste rane," il ragazzino si scostò da davanti alla teca, permettendo a Wooyoung di vedere le due sfortunate ranocchie. "Il fatto è... che non è giusto. Loro sono qui imprigionate, poverine, e non sanno che presto moriranno. È troppo crudele, non voglio che muoiano per colpa nostra," concluse il ragazzino tirando su con il naso.

Blood and Devotion | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora