Desiderare di essere migliori

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Per Wooyoung ci furono vari momenti di svolta, nella relazione con San. Il primo era stato il momento in cui aveva accettato di essere suo amico. Anzi il suo migliore amico, per dirla a modo di San. Il suo unico amico, per dirla in modo realistico.

Il secondo momento di svolta, fu il giorno in cui Wooyoung decise che non avrebbe più ucciso nessun essere umano. Non aveva mai pensato una cosa del genere in più di duecento anni.

Il fatto è che San credeva in lui e gli aveva spesso ripetuto quanto fosse buono e gentile, senza sapere che era proprio l'opposto. Era un assassino senza cuore. Lui non si faceva problemi a distruggere vite e famiglie, quando San piangeva per le rane dell'esperimento di scienze. Se aveva deciso di concedersi la compagnia di San, iniziò a pensare che forse avrebbe dovuto meritarla. Non poteva approfittare così della sua ingenuità.

Iniziò anche a pensare che se al mondo esisteva qualcuno come San, forse c'erano altre persone come lui. Forse aveva già ucciso dei San nella sua vita, delle rare anime candide, senza saperlo. Dal momento che lui e San erano diventati inseparabili, Wooyoung aveva conosciuto anche i suoi genitori. Sapendo che esistevano persone così innocenti, al mondo, poteva prendersi la responsabilità di strappare a dei genitori i loro figli, se c'era la piccola possibilità che fossero come San?

Inizialmente fu molto difficile. Hongjoong gli aveva spiegato che poteva provarci, che lo rispettava per questo, ma che avrebbe dovuto cancellare la memoria delle sue vittime, se fossero sopravvissute. Si chiamava manipolazione mentale. Hongjoong l'aveva usata solo qualche volta, per ben altri motivi, e si era detto disponibile a tentare di insegnargli.

La cosa era, francamente, molto complessa. Era un lavoro di precisione e controllo, una tecnica molto difficile da padroneggiare. Estrarre e manipolare un singolo ricordo era la cosa più difficoltosa. Il rischio di eliminare molti ricordi o di far addirittura impazzire il soggetto era molto elevato. Ma voleva provarci.

La prima volta che fece impazzire una persona, rimase molto scosso. Alla fine, decise di finirla. Era meno crudele ucciderla che farla vivere in quel modo.

Mentre aiutava San con i compiti di matematica, non riusciva a pensare che a quel primo disastroso tentativo.

"Wooyoung, stai bene?"

"Sì."

"Guarda che non devi fare finta di stare bene, se stai male."

Wooyoung si chiese se essere trasparente come San fosse contagioso, perché solitamente nessuno capiva cosa gli passasse per la testa.

Abbassò la fronte sulla spalla di San, concedendosi di respirare il suo profumo dolce come il miele, il profumo di un sangue che non avrebbe mai bevuto.

San non disse niente, gli mise solo una mano sulla schiena.

"Non mi chiedi cos'ho? Mi bombardi sempre di domande."

"No, non voglio saperlo se non me lo vuoi dire."

"...Cosa faresti se volessi fare una cosa buona, ma nel tentativo succedesse un disastro peggiore di quello che sarebbe avvenuto se non ci avessi provato?" chiese Wooyoung di getto.

San rimase per un attimo in silenzio. Wooyoung sapeva di aver chiesto una soluzione ai suoi problemi ad un ragazzino senza esperienza, ma per qualche motivo sentiva che era l'unico che poteva dargli la risposta.

"Mmm... ci riproverei finché non ci riesco, se ne vale la pena."

Wooyoung sorrise. Per lui valeva sicuramente la pena fare qualche altro tentativo.

Quell'anno passò come un soffio. Wooyoung non aveva mai avuto così tanto da fare in vita sua. Tra le ore passate a scuola, le ore passate con San, gli addestramenti con Hongjoong e Yeosang e nutrirsi, non aveva avuto un attimo di tempo per sé stesso. Non che fosse un problema, era stato proprio quello lo scopo del trovarsi una distrazione.

Blood and Devotion | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora