Per sempre

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TRE ANNI PRIMA DEL MOMENTO CHE CAMBIÒ TUTTO

Wooyoung era all'aeroporto. La madre di San gli aveva chiesto il favore di andarlo a riprendere al suo ritorno dal viaggio  studio estivo, perché i suoi genitori erano ancora in vacanza. Il sole gli feriva gli occhi anche con gli occhiali neri che aveva sempre con sé.

Quanto l'avevano preso in giro, Hongjoong e Yeosang, quando aveva chiesto in prestito ad Hongjoong la sua macchina.

"Da fenomenale predatore ad autista". Simpatici.

Finalmente vide San. Aveva i capelli più lunghi, si vedeva che non li tagliava da tanto. Si era fatto una mèche platino sul ciuffo scuro. Stava bene. Sembrava cresciuto.

"Wooyoung!" urlò entusiasta, correndo ad abbracciarlo.

Wooyoung ricambiò la stretta con cautela. Era da più di un mese che non si vedevano, Wooyoung si era già disabituato a stringere un essere umano senza bere il suo sangue.

"Che hai fatto ai capelli?"

"Ti piacciono? Me li ha fatti il mio compagno di stanza."

"Ti stanno bene. Ti sei divertito? È successo qualcosa finché eri via?"

"È andata molto bene, in realtà! Ma sarebbe stato più bello se ci fossi stato anche tu."

"Sarei stato fuori luogo tra voi ragazzini, non credi?"

"Forse sì."

Wooyoung gli prese di mano il borsone, caricandolo in macchina. Li aspettava un lungo viaggio sotto il sole. Che meraviglia.

"E io ti sono mancato?" chiese San. "Cosa hai fatto in mia assenza?"

"Sì, mi sei mancato," troppo, "Ero preoccupato per te. Non ho fatto niente di che, comunque... sono stato con i miei fratelli."

San annuì, pensieroso. Wooyoung aveva notato prima che la sua voce iniziava ad avere delle sfumature più calde e meno infantili, non vedeva l'ora che parlasse di nuovo per accertarsi che fosse vero.

"Senti, Wooyoung. Lo so che i tuoi fratelli sono più grandi di te e che per loro sono solo un ragazzino, però un po' mi dispiace non vederli mai. Tu passi un sacco di tempo con la mia famiglia, ma io non sono neanche mai stato a casa tua. Come mai? Ti vergogni di me?"

"Non ricominciare."

"Se non mi spieghi le cose è normale che le debba chiedere più volte."

Wooyoung sospirò. I riflessi del sole sulle macchine davanti a lui gli facevano venire l'emicrania e San non era da meno.

"Se non te le spiego è perché non posso e non voglio. Non puoi lasciar perdere e basta, per una buona volta?"

"...Ti senti bene?"

"Ho mal di testa. Non parlare per favore."

San si zittì, voltandosi dall'altra parte, posando la fronte sul finestrino. Wooyoung non avrebbe voluto offenderlo dopo un mese che non si vedevano, ma non sapeva come spiegargli che non voleva portarlo a casa sua perché aveva la paura di fondo che non ne sarebbe uscito vivo.

Wooyoung aveva sempre cercato di tenere separati Hongjoong e Yeosang da San. Nelle sporadiche volte in cui si erano visti non era mai successo niente di che, ovviamente. I due vampiri, in quegli anni, avevano imparato a rispettare il suo rapporto con San. Continuavano a non capirlo, a trovarlo pericoloso, a non capacitarsi di come Wooyoung facesse a passare tutto quel tempo con un umano senza nutrirsi di lui neppure una volta, ma... lo rispettavano.

Blood and Devotion | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora