Inizio di una nuova vita

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San aveva pianto fino a prosciugarsi per tutto il giorno e tutti la notte. Da quando aveva scoperto quello che era diventato, cos'era successo, non era ancora riuscito ad alzarsi dal letto di Wooyoung. Quest'ultimo era rimasto in piedi in un angolo della stanza per tutto il tempo, senza riuscire né ad avvicinarsi a lui, né a lasciarlo solo.

"San... vuoi provare ad alzarti?" disse dopo qualche ora che aveva smesso di piangere, esausto. "Vuoi vedere gli altri? Farti una doccia?"

Giusto. A quanto pareva Wooyoung gli aveva lavato il suo sangue dal viso, ma i suoi capelli erano ancora incrostati del sangue di quando, apparentemente, qualcuno gli aveva sbattuto così forte la testa sul muro da fracassargliela. Una doccia lo avrebbe fatto sentire un po' meglio.

Poi realizzò una cosa. "Gli altri...?"

"Hongjoong e Yeosang. Non sono davvero i miei fratelli. Almeno, non biologici. Io e Hongjoong ci conosciamo quasi da tutta la vita, poi Yeosang ha iniziato a vivere con noi circa un centinaio di anni fa. Da allora ci guardiamo le spalle a vicenda, siamo una specie di... clan. O famiglia. Chiamalo come vuoi. Insomma, adesso ne fai parte anche tu."

Giusto. Avrebbe dovuto aspettarselo. Quei due gli erano sempre sembrati strani, lo avevano sempre messo in soggezione. Ora capiva il perché.

"...Mi farei volentieri una doccia."

Si alzò dal letto. Il suo corpo gli sembrava diverso. Si sentiva forte, più del solito, ma allo stesso tempo un bruciore alla gola lo perseguitava e guardare gli spiragli di luce che filtravano dalla tenda scura gli dava l'impressione di essersi ficcato un ago negli occhi.

Notando la sua espressione dolorante, Wooyoung si affrettò a spiegare. "La luce non ci fa molto bene. Non preoccuparti, è questione di abitudine. Presto potrai uscire di giorno quasi normalmente."

San annuì in modo assente. Di tutte le cose che aveva sentito dal giorno prima, questa era la meno sconvolgente.

Non appena uscirono dalla stanza, San notò che anche il resto della casa era tetro, sporco e malconcio. Sospirò.

"Ti faccio vedere la casa," disse Wooyoung, prendendolo per il braccio. San non sapeva se dirgli di non toccarlo o se chiedergli di stringerlo.

"Quelle due sono le camere di Hongjoong e Yeosang. Non entrare se non te lo dicono loro. Ci teniamo tutti alla privacy. Quello là è il bagno. Manca solo il salotto, vieni."

"E la cucina?"

"...Non c'è. Non cuciniamo."

"Giusto..."

Non appena entrarono in salotto, San vide gli altri due alzarsi di scatto.

Fece istintivamente un passo indietro.

"Ciao San, Wooyoung ti ha già spiegato tutto? Come ti senti?" chiese Hongjoong.

"...Non lo so."

"Capisco... Vedrai che ti sembrerà tutto più chiaro con il passare del tempo. Non è così male come sembra. Puoi contare su tutti noi, non solo su Wooyoung. Adesso siamo una famiglia."

San annuì, poco convinto.

Intervenne Yeosang. "Hai sete? Solitamente la prima cosa che si fa una volta svegli è andare a caccia, ma Wooyoung ci ha detto che hai già bevuto—"

"Yeosang—" cercò di interromperlo Wooyoung.

"A caccia?" disse al contempo San.

Yeosang annuì. "Per nutrirci."

A San girava la testa. "Scusate, vado a farmi una doccia..."

Wooyoung fece per seguirlo istintivamente, ma San lo fermò subito. "No. Ho bisogno di un momento da solo."

Blood and Devotion | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora