Questione di scelte

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IL GIORNO IN CUI CAMBIÒ TUTTO

Wooyoung stava andando a prendere San al lavoro, come sempre. Quel giorno aveva una sorpresa per lui.

Lo aspettò pazientemente fuori dal negozio di fiori, appoggiato al muro accanto alla porta. Quando finalmente San uscì, andandogli incontro con quel suo sorriso smagliante, Wooyoung non riuscì a non sorridere di rimando.

Dopo aver camminato per un po', ascoltando com'era andata la sua giornata, Wooyoung gli prese il braccio, trascinandolo in un vicolo isolato.

San si guardò attorno, confuso. "Wooyoung... che fai?"

"Ti volevo dare una cosa, quando l'ho vista ho pensato fosse perfetta per noi."

Tirò fuori dallo zaino una piccola teca contenente una rosa nera che era stata trattata in un qualche modo innaturale. Sarebbe rimasta fresca per sempre. Era proprio come Wooyoung. Oscura e immobile nel suo stato di perfezione apparente.

San la guardò affascinato, prendendola piano tra le dita. "Com'è bella, Wooyoung. Dove l'hai trovata? Perché è perfetta per noi?"

"Perché è proprio come me. Anche io non posso invecchiare. Anche io resterò per sempre come sono perché mi è successo qualcosa. È da sei anni che ti mento, ma ora devo dirti la verità, o ti perderò presto."

San lo guardava confuso. Wooyoung non poteva biasimarlo. Gli prese la teca dalle mani, rimettendola nello zaino. Poi mise le mani sulle spalle di San, spingendolo contro il muro.

"Wooyoung, cosa fai?"

"Ti voglio, San. Ti voglio in modi che la tua mente non può neanche immaginare. Non posso perderti. Se dopo aver scoperto la verità su di me, mi amerai ancora, sarò tuo per sempre."

San lo guardava con un misto di curiosità, paura e confusione. Presto avrebbe capito tutto.

Wooyoung ispirò il profumo dolcissimo del suo sangue, permettendo ai suoi canini di allungarsi, ai suoi bulbi oculari di diventare neri come la pece. San impallidì, scioccato. Wooyoung aveva la sensazione che fosse sul punto di scappare, ma non glielo permise. Lo schiacciò contro il muro, avventandosi sulla sua gola, assaporando finalmente il sangue che aveva sognato per anni, ignorando le grida disperate di San, il modo in cui si divincolava...

Wooyoung si svegliò di soprassalto, sconvolto. Si accorse che aveva i canini scoperti e, vedendo che San, accanto a lui, era sul punto di svegliarsi, si affrettò a riprendere sembianze umane.

I vampiri non avevano bisogno di dormire, ma potevano farlo. Da quando Wooyoung aveva iniziato a frequentare San aveva ricominciato a dormire dopo molti anni, cadendo nella routine di vita del ragazzo. Tuttavia, non sognava mai. Era la prima volta in sei anni che gli capitava. Perché aveva fatto un incubo del genere?

San aprì un occhio. "Wooyoung...stai bene? Hai fatto un incubo?"

"...Sì."

San lo afferrò, tirandolo contro il suo petto. "Vieni qui. Pensa da altro."

Wooyoung si ritrovò per un attimo spiazzato da quel contatto ravvicinato, soprattutto dopo il sogno che aveva fatto. Tuttavia, in men che non si dica, si sentì estremamente rilassato. San gli faceva quell'effetto.

Era solo un sogno. Non voleva dire niente. Niente.

Tuttavia, Wooyoung decise di non provare a riaddormentarsi. Non voleva rischiare di sognare di nuovo quella scena spaventosa. Quando fu mattina, San si stiracchiò sotto di lui. Wooyoung si scostò subito.

"Sanie... hai dormito bene?"

"Sì. Tu? Sei riuscito a riaddormentarti?"

"Sì."

Blood and Devotion | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora