Consiglio di guerra

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San, il giorno successivo, si ritrovò seduto attorno al tavolino in salotto con Wooyoung, Hongjoong e Yeosang a fissarlo.

Si schiarì la gola, a disagio. "Allora, sono quattro, proprio come noi. Il loro leader è chiaramente Seonghwa, il vampiro che hai incontrato, Wooyoung," disse facendogli un cenno. "Ha 160 anni."

Hongjoong intervenne. "Ed è il leader, hai detto? Piuttosto giovane per essere a capo di un gruppo di vampiri," commentò.

San avrebbe riso nel sentir definire un centosessantenne giovane, se in tutta quella situazione non ci fosse stato proprio niente da ridere.

"Però mi hanno fatto capire che è il migliore tra loro. È anche incredibilmente veloce, persino più di te," disse rivolto ad Hongjoong. "Quando mi ha preso per il braccio e ha iniziato a correre mi sembrava di volare, non so come ho fatto a stargli dietro."

Hongjoong annuì gravemente. "Che ci dici degli altri?"

San si sentiva estremamente a disagio ed in colpa. Non gli piaceva spiattellare tutto quello che sapeva riguardo a qualcuno che l'aveva accolto, sapendo che grazie alle informazioni che stava fornendo sarebbero stati in grado di fargli del male. Soprattutto dal momento che non aveva ricordi di quando quei vampiri avevano fatto del male a lui. Ma Wooyoung era sicuro fossero stati loro ad ucciderlo, quindi lui si fidava.

Non era mai stato tipo da volersi vendicare, ma i torti peggiori che aveva subito in vita sua erano state prese in giro e piccoli furti da parte dei classici bulletti senza cervello che volevano solo farsi quattro risate. Qua la situazione era diversa. Qualcuno con l'intenzione di ucciderlo l'aveva picchiato a morte, sbattendogli la testa contro il muro così forte da maciullargli il cranio. Nessuno poteva salvarsi da un colpo del genere. Questo significa che la persona che l'aveva aggredito era stata perfettamente conscia del fatto che lui sarebbe morto, che la sua famiglia avrebbe perso un figlio e avrebbe provato un indicibile dolore.

San poteva essere compassionevole quanto voleva, ma non poteva permettere che un individuo del genere circolasse a piede libero e potenzialmente facesse lo stesso ad altre persone.

Fece un sospiro, costringendosi a proseguire.

"Il braccio destro di Seonghwa si chiama Jongho. È parecchio forte, molto più di me, ma non è particolarmente veloce. Attacca in modo incontrollato e non ha molta tecnica, si vede che è abituato ad affidarsi alla sua sola forza. Poi ci sono Yunho e Mingi. Yunho è una via di mezzo, è forte e veloce, ma non forte quanto Jongho e sicuramente meno veloce di te, Hongjoong. Mingi invece... sebbene la sua stazza potrebbe far pensare il contrario, forse è il più debole tra loro. Non so quanti anni abbiano loro tre."

Wooyoung gli mise la mano sul ginocchio, premendolo piano, per dargli coraggio. Sapeva che per lui non era facile parlare.

"Ottimo, grazie San. E dove vivono?" continuò ad interrogarlo Hongjoong.

"Isolati nella foresta, in una casa che presumo fosse abbandonata prima del loro arrivo."

"Credi di riuscire a ritrovare il posto esatto?"

"Direi di sì, anche se come ho detto Seonghwa correva così veloce che mi ha un po' stordito."

"Ottimo. Sono sicuro che ce la farai. In questi giorni dovremo iniziare ad addestrarci. Wooyoung mi ha detto che facevi arti marziali, dico bene?" chiese Hongjoong.

"Sì, è vero."

Hongjoong sorrise. "Ottimo, ci potrai insegnare sicuramente qualcosa anche tu, allora. Anche noi ci siamo sempre affidati solo alla forza e alla velocità, come hai detto degli altri. Quando si ha un corpo con certe potenzialità, si tende ad affidarcisi completamente. Quando invece il corpo è debole, per difendersi bisogna avere talento. Tu hai la fortuna di possedere entrambe le doti."

Blood and Devotion | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora