2 - Vacanza trepidante

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Caro Diario,

la mia vita non mi regala mai dei lunghi periodi di serenità: questo è il pensiero del giorno.

Ai miei dodici anni, ho scoperto di essere stata adottata dall'ultima famiglia in cui sarei dovuta finire: i Monaldeschi; gente ultra religiosa che ho mollato prontamente, iscrivendomi al LPA, collegio situato dall'altra parte dello Stato. In quella "prigione di lusso", ho incontrato un Gregoriadis, Gualtiero, che mi ha lasciata in pace perché di "Monaldeschi" avevo solo il cognome e non il sangue. A sedici anni ero stata rapita per essere consegnata a degli Epuratori, fanatici che, nel corso dei secoli, avevano messo a rogo le mie antenate.

In quell'ultima serata del ballo del LPA, la nottata che è costata a me e Gilberti l'espulsione definitiva da quella scuola, e il trasferimento al Terzo Quarto (perché il preside Mazzacani ci aveva voluto fare un "favore" non facendoci perdere l'anno scolastico), avevo scoperto, e nel peggiore dei modi, che Serena mi aveva ingannata per diversi mesi e, come se il dolore del suo tradimento non fosse stato sufficiente, il giorno seguente, eravamo stati informati tutti del suo improvviso decesso.

Adesso ho ventuno anni e le cose non sono migliorate, ma ho come la sensazione che sarà in quest'anno che, nella mia vita, si raggiungerà davvero il culmine della follia.

Oggi, avrei dovuto partecipare agli esami, pensa, e invece... Riuscirò mai a diplomarmi? Perché mi è così difficile ottenere quell'insulso pezzaccio di carta?

Sono trascorsi diversi giorni dalla nostra rivolta di classe e molti dei miei ex compagni sono stati arrestati. Cosa che ha poco stupito gli abitanti di Cruentapugna. Siamo ancora sulla bocca di tutti, ovviamente; sui social parlano solo di noi, dato che qualche deficiente aveva avuto la brillante idea di riprenderci col proprio cellulare.

Cioè, tu vedi gente pestata e il tuo primo istinto, invece di soccorrere le vittime, è di metterti a riprendere la scena? Ooook.

Quindi, tutta quella discussione nella saletta, tenuta per sapere chi avrebbe continuato e chi no a frequentare la scuola, è stata abbastanza inutile.

Il preside del Terzo Quarto, tale Luca Angela (un demente coi capelli da pazzo e con una sorella che si fa chiamare "Margy Fiorellino") è stato costretto a sporgere denuncia contro di noi: i medici avevano dovuto fare rapporto, dopo le spiegazioni date loro dai docenti. Non abbiamo potuto negare nulla, davanti all'evidenza...

Davvero pochi di noi hanno avuto la fortuna di uscirne puliti. Kevin Barone, col padre in politica, se l'è cavata con trecento ore di lavori socialmente utili, arresti domiciliari e una disintossicazione obbligatoria in un istituto sanitario privato. Fosse stato per me, a quel tipo avrei fatto passare di peggio, ma è andata così.

Però – c'è da dire –, i nostri prof avevano specificato che noi quattro (io, Gilberti, Johnny e Mario) eravamo, sì, arrabbiati come gli altri, per la notizia della bocciatura, ma che non avevamo aggredito nessuno, anzi... Ci hanno difesi, affermando che noi eravamo stati gli unici a cercare di proteggerli sul serio.

Nella confusione della rivolta io non ci avevo fatto caso, avevo frainteso lo sguardo di Gilberti: il Principe Introverso non stava trattenendo Johnny per impedirgli di compiere chissà quale brutta azione, bensì – come poi mi ha spiegato lui stesso, in seguito –, lo stava semplicemente aiutando a fermare Vezio, che si era sfilato la cintura nel tentativo di strangolare Balbi.


Udii bussare alla porta d'ingresso del mio appartamentino e, dalla violenza adoperata, capii si trattasse di Johnny.

Poggiai svelta la penna blu sul tavolino da salotto e chiusi in fretta il mio diario su cui, fino a pochi momenti prima, stavo riversando il mio oceano di pensieri; lo portai accanto al mio fianco sinistro e ci piazzai sopra la mano come a volerlo proteggere da attacchi nemici.

Il giglio di fuoco (SN7)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora