Tutto mi sarei aspettata dalla vita, eccetto quell'inopportuna incursione nel mio letto: con un leggero lenzuolo che lo ricopriva proprio dove lo sguardo non doveva cadere, trovai un Gordon Gilberti che dormiva profondamente ed era anche un po' troppo nudo nel farlo.
Al segnale di cessato allarme, riposi la mia copia di Guerra e Pace sul comodino e mi avvicinai al mio amico. Il mio strepitare, che per fortuna non attirò le attenzioni né di Ellen e né tantomeno dell'anziana signora che viveva al piano inferiore, non destò minimamente il mio amico.
Gilberti, che occupava tutto il materasso matrimoniale con la sua imponente corporatura - tenendo una gamba piegata e l'altra distesa, con un braccio abbandonato su un fianco e l'altro sul petto -, aveva un che di seducente che faceva sì che i miei occhi fossero ammaliati dalla sua straordinaria avvenenza: la sua bocca, leggermente dischiusa, pareva invitare chiunque la guardasse a baciarne le allettanti labbra; i suoi capelli erano un suadente richiamo per le dita che volevano accarezzarli; i suoi muscoli, e la pelle perfetta, un chiaro oggetto di desiderio per la stolta di turno che avrebbe potuto perdere la testa per lui.
D'un tratto, Gilberti incominciò ad agitarsi nel sonno: scuoteva rapido la testa, mormorando parole che non riuscivo a comprendere; il suo respiro si fece affannoso, mentre digrignava i denti e stringeva le mani a pugno.
«Svegliati!» con poca delicatezza, lo scossi per le spalle. «Gilberti, cazzo, ogni volta che dormi... È solo un incubo! Apri gli occhi!» mi obbedì all'istante; puntò i suoi spaventati occhi verdi dritti nei miei e si portò una mano sul cuore, come volesse controllare che battesse ancora.
«Grazie, per avermi svegliato... prima che l'incubo peggiorasse», sussurrò, respirando a fatica come se avesse corso per un giorno intero, senza mai fermarsi; il suo corpo si era imperlato di sudore.
Mi coprii la visuale con una mano protesa in avanti, non appena il mio amico accennò ad alzarsi, indietreggiai di un paio di passi, chiudendo un occhio e sbirciando con l'altro. «Non toglierti la coperta di dosso! Sta giù e fermo! Prima rispondi alle mie domande...» presi un bel respiro, mi calmai, e subito dopo incominciai ad aggredirlo a parole. «Come sei entrato? Perché sei nudo? Che ci fai qui? Che avevi in mente di fare, eh? Speravi che facendoti trovare così, nel mio letto, io ti sarei saltata addosso più volentieri? Rispondimi!»
Gilberti si mise a sedere, tirandosi la coperta tutta sul punto che non ci tenevo a vedere.
«No!» ribatté lui; mi lanciò delle occhiate assonnate, mentre si grattava i capelli spettinati. «Qui la domanda è un'altra: perché non ci sei tu nel tuo letto! Abbiamo passato la notte fuori casa, eh? È stato un vero maleducato a cacciarti, o sei stata tu a scappare via, prima che lui si svegliasse?»
Il tono della sua voce era quello di uno che aveva solo voglia di litigare e questo mi fece serrare la mascella e stringere i pugni.
«Ma sentilo... Accusata dal tizio che si fa trovare nudo in casa d'altri...» incrociai le braccia al petto e scossi la testa, fulminandolo coi miei occhi ridotti a due fessure sottili.
«Sei fissata, sul mio essere nudo...» si tirò in avanti nel letto, avvolgendosi la coperta tutta intorno alla vita. «Perché non eri qui!» insistette Gilberti, mostrando di non volermi rispondere neanche se lo avessi sottoposto alle peggiori torture.
«Senti...» presi un bel respiro, «se sei arrabbiato con me perché non ricambio i tuoi sentimenti... Fattene una ragione! Non sei di certo il primo, e non sarai l'ultimo, a essere rifiutato!» cominciai a parlargli in maniera diretta, forse un po' troppo indelicata nel pormi. «Non hai alcun diritto di insinuare che io abbia passato la notte con Edoardo... Perché è a lui che alludevi, giusto? Sei ferito e mi dispiace, e molto più di quanto tu possa immaginare, ma trattarmi male non cambierà la situazione. Ora, dimmi che ci fai qui!»
STAI LEGGENDO
Il giglio di fuoco (SN7)
RandomUna bocciatura sospetta. Quattro amici sono costretti a ripetere l'ultimo anno scolastico nell'inconsueto collegio che frequentano. Siamo a Cruentapugna, città popolata per lo più da esseri umani, dove vi sono antiche famiglie in guerra; ragazzi in...