Nella saletta, eravamo stati raggiunti dal resto dei nostri nuovi compagni di classe che ci informarono subito che la nostra conversazione col Profilo era stata trasmessa in diretta.
Mancava all'appello Luigi, come anche Delia che, però, era stata lasciata fuori di proposito.
Cecilia Du Brul aveva preso la parola non appena entrata nella saletta: «Eccoli, i quattro veri responsabili che si nascondono dietro questa pagliacciata del social!»
«Ve lo avevo detto», si intromise Francesco, «che i primi bersagliati dalle accuse sareste stati voi.»
Ognuno puntò il dito contro qualcuno: tutti esprimevano la propria opinione e c'era chi parlava tanto per farlo e chi, invece, aveva trovato delle ottime motivazioni per accusare una determinata persona.
«Sta zitta, Cecilia!» Mario mi trattenne per un braccio. «Non puoi sopportare che io sia meglio di te in tutto e per questo devi far ricadere le colpe su di me. Ma fatti una vita, invidiosa...»
«Io, invidiosa di te, Pamela?» la biondina mi rise in faccia. «Ma chi ti credi di essere?»
«Chi mi dice che non sia il tuo amante il vero colpevole?» la domanda che le posi per ribattere, la zittì di colpo, facendole arrossare il viso dall'incarnato roseo. «Lui ci vuole fuori di qui da quando è stato assunto contro il mio volere... Ci ha sempre odiati, e me in special modo. Magari, ha trovato un modo alternativo per crearci problemi... Ti pare?»
Almeno una decina di ragazzi si voltarono a guardarci. Andrea Flocchini e Sabrina Bucci erano accorse al fianco della loro amica.
Forse, ho lasciato intendere troppo bene che il suo fidanzato lavora qui e che non è uno studente.
«Sei pazza!» Cecilia mi guardò con sufficienza, forzando un sorrisetto che non celava affatto l'odio che lei nutriva per me. «Io sono single, non so proprio a chi tu ti riferisca...»
«Certo, io sono la pazza... Con chi credi di avere a che fare? Fiuto le tresche come i cinghiali fiutano i tartufi... Non mi puoi fregare, non su questo. Io ho le prove!» riuscii a farla tacere in maniera definitiva.
La vidi ritirarsi in un angolo e parlottare esagitata con le sue due migliori amiche.
«Sono arrivate quest'anno, e quest'anno è uscita questa novità... Sono loro!» Giacomo puntò il dito sulle sorelle Girolamo; subito dopo, il ragazzo addentò un panino grande quanto la sua testa.
«Come ti permetti, grassone?» lo insultò Antonella. «Perché dovremmo fare una cosa così stupida? Non vi conosciamo neanche, per nostra fortuna...»
«Eravate tutti in mensa», puntualizzai; alzai la voce per sovrastare il casino generale, «e noi cinque qui... Non possiamo aver parlato con un nostro compagno. Il Profilo non è uno di noi.»
«Ma potrebbe essere stato un vostro amico, che avete ingaggiato per mettere su quella scenetta», chiarì Milena.
«Come può essere l'amico di uno di voi a caso...» le risposi io. «Non siamo noi quattro. Punto. E Francesco... No, nemmeno lui c'è dietro...»
«Come si ripete la storia, eh?» mi sussurrò Mario all'orecchio. «Pochi mesi fa eravamo riuniti qui, in questa stessa saletta, ma con altre persone e per un motivo diverso... Incredibile, non trovi?»
Johnny fischiò rumorosamente, dopo essersi portato due dita alla bocca. «Silenzio... Oh!» tutti si voltarono verso di lui in automatico. «Me ne occuperò io. La risolverò, vedrete. Ah, me ne frego se poi qualcuno ha voglia di fare il detective e di indagare per i cazzi suoi. Fate come preferite», il biondo avanzò, camminando avanti e indietro vicino al divano beige. «Vi dico solo questo però: non resterò qui a farmi puntare oltre questi riflettori addosso.»
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Il giglio di fuoco (SN7)
De TodoUna bocciatura sospetta. Quattro amici sono costretti a ripetere l'ultimo anno scolastico nell'inconsueto collegio che frequentano. Siamo a Cruentapugna, città popolata per lo più da esseri umani, dove vi sono antiche famiglie in guerra; ragazzi in...