Capitolo 22

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Il giorno del ringraziamento è stato bello quanto breve. Io, mia madre e i miei fratelli abbiamo pranzato tutti insieme ed eravamo felici. Mia madre era raggiante in realtà, la sorpresa di August ha fatto bene a tutti, in casa c'era un insolito clima di pace e serenità che non si respirava da tempo.

Chloe si è impegnata ad addobbare tutta la tavola ed il salone e la mamma non è andata a lavoro chiudendosi ore in cucina per preparare tantissime cose, tra cui il suo squisito tacchino.
August si è occupato di alcuni lavoretti di manutenzione, è stato l'uomo di casa, quella figura mancante ormai da mesi. La mamma non ha mai smesso di sorridere e Chloe si è goduta tutte le coccole e le attenzioni del nostro fratellone, peccato che però il pomeriggio stesso è ripartito dopo lunghi saluti e qualche nostra lacrima ed è ricalata l'ombra sui nostri volti. Sarebbe dovuto rimanere per il weekend ma mentre mio fratello ha portato felicità in ognuno di noi lui era a pezzi, anche se non lo dava a vedere. Per quanto si sforzasse di essere allegro i suoi occhi erano visibilmente cupi, alla fine ha deciso di lasciare Charlotte, lo ha fatto quella sera stessa del suo arrivo. Forse se fosse stato per lui avrebbe lasciato Miami quella sera stessa.

La porta di casa inizia a rimbombare, poi il campanello, poi altri colpi. Ancora insonnicchiata mi allungo per vedere che ore sono.

Ma che...

Sono le sette di mattino, di sabato, quale pazzo osa agitarsi fuori casa a quest'ora?!

Borbotto in una lingua che io stessa non conosco e mi obbligo a scendere dal letto.

"Un attimo!" urlo mentre faccio le scale, sono ancora mezza addormentata e a chiunque sia fuori giuro che sarà la mia prima vittima. Non immaginavo che mi sarei macchiata le mani così giovane ma essere svegliata così bruscamente di sabato mattina è un reato ancor più peggiore.

Apro la porta stropicciandomi gli occhi e una figura mi supera fiondandosi in casa.

"Dov'è?!" mi volto e riconosco la mia amica, o quasi.

"Allison dov'è quello stronzo di tuo fratello!" Charlotte è in piedi nel salone di casa mia. È in tuta con i capelli raccolti in modo disordinato e due occhiaie a far da padrone, ha un aspetto orribile.

"Char..."

"Non risponde ne alle mie chiamate ne ai miei messaggi."

"Charlie..."

"August Peter scendi subito!" Urla verso le scale. Chiudo la porta di casa e mi avvicino a lei.

"Charlie, Gus non c'è. È andato via ieri pomeriggio. È già tornato in Alabama." le comunico e i suoi occhi si spalancano.

"Che? Cosa, come... No, lui non..." scuote la testa più volte ed indietreggia.

"Ha preso un aereo ieri pomeriggio."
le dico dispiaciuta.

"No, non è vero!" si precipita in camera sua e spalanca la porta trovando una stanza immacolata.

Avanza di qualche passo ed io resto ferma sul ciglio della porta, poi si lascia cadere sulle ginocchia e inizia a piangere.

Stringo le labbra, ha il cuore a pezzi, mi fa male vederla così.

"Lo ha fatto davvero, se n'è andato senza dirmi niente... mi ha lasciata così!" mi avvicino per sedermi al suo fianco.

"Mi dispiace tanto Char, ma lui..." si volta in fretta con il volto rigato dalle lacrime.

"Lui è solo un vigliacco Allison, un vigliacco! L'ho messo prima di qualsiasi cosa, prima della nostra amicizia sapendo quanto fosse importante! Gli sono stata vicino quest'estate mentre tu eri via e tuo padre vi ha lasciato. Ho iniziato quest'ultimo anno cercando da subito una soluzione, rivalutando perfino la mia permanenza qui. Stavo pensando di lasciare mio padre malato e mia madre per raggiungerlo, perché non riuscivo ad immaginare un futuro senza August e lui che fa?! Non regge tre mesi di distanza, inizia a divagare sulle nostre aspirazioni, su ogni possibile problema... Scuse! Tutte scuse, è solo un grandissimo vigliacco, è scappato perfino senza dirmi nulla!" mi urla contro e io stringo ancor di più le labbra. Vorrei poterla consolare come merita, dirle le giuste parole ma sono letteralmente sopraffatta.

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