Capitolo 2

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"Dove vuoi andare? Pensavo un po' in centro magari, o al parco, o possiamo fare entrambi.. gli altri sono al Beens ma non gli ho detto che li avremmo raggiunti"

Dice mentre guida verso casa sua. Io osservo fuori gli enormi palazzi e mi stupisco di quanto mi trasmettono familiarità, sono così grigi e imponenti.

"Perché?" Gli chiedo senza voltarmi.

"Ecco non sapevo se ti andava di rivederli" ammette imbarazzato.

Mi acciglio, in effetti una parte di me non è poi tanto entusiasta all'idea ma sono qui ormai e devo lasciarmi il passato alle spalle giusto?

"Al Beens va bene. Mi piaceva quel locale, faceva i frappé più buoni di tutta Chicago."
Mi volto a guardarlo non sentendo risposta e lui mi stava già fissando. Ha uno strano sorriso e i suoi occhi brillano come non lo facevano da tempo.

"Tutt bene Lo?" Gli chiedo e lui annuisce sorridendo ancora.

"È bello riaverti qui Rog" ammette e io schiudo le labbra ma finisco per non dire nulla, mi ha colto alla sprovvista. Così, poggio di nuovo il mento dove il finestrino della macchina e continuo ad osservare la mia vecchia città mentre siamo sommersi nel traffico. Caos, grattacieli, tanto grigio, mescolato a insegne super colorate e neon ma niente persone vagare in costume da mare, nulla l'accomuna a Miami. Ho vissuto due realtà totalmente parallele e ho cercato in tutto questo tempo di incastrarle a vicenda. Quasi come a voler far combaciare Outer Banks e Gossip girl e l'ho realizzato solo giungendo nelle sperduti valli del Nevada, insomma imaginate una discussione tra JJ e Blair Waldorf? Già, surreale, come le due realtà che volevo a tutti i costi far coincidere, la vita a volte è così strana e ciò che la tua mente si impone non aiuta certo.

Scuoto la testa divertita e noto Logan osservarmi con la coda dell'occhio.

"Che succede?" Chiede curioso.

"Ho appena paragonato Chicago e Miami a Gossip Girl e Outer Banks." Spiego e lui si acciglia, credo stia cercando una logica nella mia frase.

"Ma come, insomma perché mai... aaah, sei tornata decisamente Allison Faith" esclama divertito e scuotendo la testa, io arriccio il naso alla sua frase e sorrido.

Sembra proprio che sia così.

Dopo quaranta minuti raggiungiamo il quartiere dove c'è la casa di Logan, affianco alla mia, in cui ho vissuto per 15 anni. Osservo tutto con attenzione, sembra che io manchi da questo posto da soli pochi giorni e non da più di un anno, è tutto esattamente come lo avevo lasciato.

Parcheggia davanti la sua palazzina e scendiamo. Io resto a fissare l'edificio affianco, con gli occhi raggiungo il piano in cui si affacciavano le vetrate di casa mia, la luce del salone è accesa. Non abbiamo mai venduto la casa di Chicago, era in progetto farlo, ma sia mio padre che mia madre rimandavano sempre la cosa, credo che nessuno di loro avesse il coraggio di farlo e ad oggi chi l'avrebbe detto che sarebbe stato un bene. Dopo l'incidente a Miami e la doppia vita di papà venuta a galla, lui è tornato a vivere qui. Non lo vedo e non lo sento da allora, ha provato a cercarmi insistentemente più volte ottenendo sempre un mio rifiuto e pian piano credo si sia semplicemente arreso o abbia accettato che non ho alcuna intenzione di parlare con lui.

"Ally?" Mi richiama Logan e io lo raggiungo dentro.

"Sei sicuro che va bene se resto da te?" Mentre siamo in ascensore e raggiungiamo il suo appartamento inizio a sentirmi improvvisamente in imbarazzo e diamine che strano, non mi era mai successo di sentirmi così prima di entrare a casa di Logan, ho passato metà della mia infanzia e adolescenza tra quelle mura, che mi prende?

"Stai delirando ora? È ovvio che va bene, sai che i miei ti considerano come una di famiglia"mi rimprovera e io annuisco ricordando i suoi genitori.

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