Prologo

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Quando mi sono svegliato era buio .
Nel vicolo solo la nebbia .
Non riuscivo a mettere bene a fuoco,i miei occhi erano stanchi,ma non nel modo che conoscevo. Le luci dei lampioni sulla strada erano fioche,il che mi portò a pensare che forse l'alba stava arrivando,ma che diavolo ci facevo lì disteso?
Mi alzai con fatica dal pavimento umido, appoggiandomi con le mani sul muro cercando di trovare l'equilibrio giusto per non scivolare.
Di solito l'alcool mi dava la nausea ma di nausea non ne avevo affatto quella mattina.
Avevo fame,la cosa mi sorprese,non ne sentivo la noia nello stomaco da un po'. Mi drogavo da giorni e bevevo da mesi,mangiavo si e no, panini,pasta e se mi andava bene passavo da Hugh ,mi offriva sempre qualcosa di caldo se c'era da mettere in riga qualcuno e a volte anche se tutto era tranquillo e non servivo da
paciere,per così dire.
Mentre camminavo il sole prese posto nella via illuminandola di un tenue rosa e colorandone gli edifici che la incorniciavano.
Le finestre chiuse,i profumi del mattino,qualcuno stava preparando del caffè,l'aroma mi colpì in pieno. Cavolo avevo fame davvero! Girai l'angolo e trovai il forno aperto,mi frugai le tasche dei jeans e trovai subito quello che stavo cercando,sì mi sarebbero bastati per una colazione abbondante,così entrai.
Luisa,in piedi dietro al bancone a sistemare il pane ancora caldo sugli scaffali,si voltò di scatto,l'avevo spaventata.
--Ehi,buon giorno. Allora che ti dò?Tua madre ha mandato te a prendere le paste o sei qui per fare casino? Magari....oh no! Devi ancora rientrare,giusto? Eh già,anche mio figlio rientra tardi come te sai? Ma io ci sono abituata ormai e poi lui non si caccia mai nei guai,invece tu hai un talento naturale....tua madre non ci sta bene,dovresti saperlo....non rispondi? Va bene allora?--
La possibilità di tapparti la bocca con una mazza! Avrei voluto dirle ma mi limitai ad indicare. Uscii con un sacchetto pieno di paste alla marmellata che divorai nel raggio di duecento metri,trovai il viale libero dai soliti vecchietti che si radunavano lì tanto per passare il tempo,mi sedetti su una panchina,ormai sazio,di auto in giro ben poche,adoravo sentirmi il padrone del viale! Da bambino ci giocavo correndo su e giù con gli amici la domenica appena si usciva dalla chiesa,oppure nel giorno di mercato se avevamo le vacanze. Era trascorso un sacco di tempo da quando non passavo una mattina come quella,libero di poter correre su e giù. Ma oggi ero solo,i miei amici d'infanzia ormai non mi parlavano più...il viale era tutto mio! Corsi come un folle avanti e indietro,feci qualche giravolta,persi l'equilibrio e caddi a faccia in giù,le ginocchia,i gomiti mi facevano male,mi sentivo stravolto da quanto la cosail dolore in particolare,mi elettrizzava. Perché?
Mi alzai,i palmi delle mani graffiati lasciavano uscire sottili strisce di sangue,bruciavano un po' ma mi sentivo bene,attivo,strano come una caduta del genere mi faceva sentire ...meglio. Riuscivo a percepire le pulsazioni del cuore sotto le ferite e questo mi eccitava,di che diamine mi ero fatto la sera prima?
Già, la sera....la sera prima....non mi ricordavo molto bene,non mi ricordavo quasi di nulla a dir la verità,solo alcuni dettagli. Ricorsi al mio cervello e mi concentrai per poter in qualche modo vedere il tragitto che avevo compiuto,le persone incontrate o la musica...la musica la ricordavo,sbiadita come la mia memoria,non riconobbi nemmeno un pezzo di quelli ascoltati ma sapevo che c'erano,proprio lì dentro la mia testa. Riuscivo quasi a percepirne qualche nota,un subissarsi di note in effetti,una dietro l'altra veloci e stridule. M'immobilizzai di colpo nel riascoltarle nelle orecchie e poi un tonfo, così forte da schiacciarmi...e fu allora,proprio in quel preciso punto dello spartito ora pulsante e nitido che...vidi!

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