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Un cellulare squillò al momento giusto. La donna frugò nella borsetta e comparve un Samsung vecchiotto. Lo lasciò suonare senza rispondere, tenendolo tra le dita affusolate, prive di anelli, le unghie colorate di rosso. Walter stava per dire qualcosa a proposito delle suonerie, tanto per portare la conversazione su un terreno meno scivoloso, ma il telefono smise di suonare.

"Un numero che non conosco" disse la donna, mentre rimetteva il cellulare nella borsetta. "Ma tu non dovevi essere in montagna?"

"In montagna io?" disse Walter contrariato. Non aveva mai sopportato le vacanze in montagna. Poi capì che era meglio non scoprirsi: "No... ho avuto un contrattempo."

"Ancora quella storia?" disse la donna preoccupata, sembrava sincera.

Di quale storia parlava? Non sapendo che cosa dire, Walter cercò la scappatoia più facile:

"No. Un problema con la macchina."

"Allora è per questo che sei in treno."

"Sì, domani vado in officina, dovrebbero averla riparata" disse Walter estraendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e cominciando muovere le dita sul display alla ricerca di cose inutili sul web. Sperava che la donna smettesse di incalzarlo a furia di domande. Si chiese chi fosse questa tipa e che cosa rappresentasse per Valerio. Di sicuro non era la sua donna: si sarebbe comportata altrimenti. Poteva essere un'amica o una collega o magari una sua ex compagna o addirittura una ex moglie. No, ex moglie non poteva essere: troppo curiosa e amichevole. Una parente forse. Certo, era attraente, su questo non c'era dubbio.


La donna smise di parlare, guardò Valerio, disinvolto nell'uso di un recentissimo iPhone, si chiese che fine avesse fatto il vecchio cellulare a tasti, e rimase di stucco quando si accorse del Rolex Submariner al posto del solito orologio al quarzo da quattro soldi. Anche l'abbigliamento, seppur poco serioso, aveva qualcosa di ricercato che non apparteneva al suo modo di essere; erano spariti anche i mocassini di finta pelle scamosciata, che esibiva con orgoglio. No, non era da Valerio, e poi l'abbronzatura; proprio lui che era sempre pallido. Sembrava anche più in forma e meno preoccupato di quanto lo fosse negli ultimi tempi e più sicuro di sé. Cos'era successo? Lo conosceva da circa un anno e non l'aveva mai visto così: sembrava un altro. Forse aveva risolto quel problema e adesso si sentiva libero di fare ciò che voleva.

Dopo qualche minuto di silenzio, la donna decise di approfondire, anche se Valerio sembrava poco propenso a parlare:

"Ritornando a quella faccenda... sappi che io sono dalla tua parte, qualsiasi cosa succeda" disse la donna. "Sono convinta che tu sia sincero."

"Ti ringrazio per la fiducia, ma non c'è motivo di..." disse Walter guardando fuori dal finestrino; sembrava cercare un appiglio per cambiare discorso. Infatti: "Toh! Siamo già arrivati."

La donna volse lo sguardo all'esterno. Si alzò, fece un passo verso la porta, si fermò.

"Immagino che tu sia a piedi. Se vuoi ti do un passaggio fino a casa."


Walter stava per rifiutare, ma cambiò idea all'istante, perché fuori dalla stazione non avrebbe saputo da che parte andare senza la guida della mappa elettronica e poi un passaggio da una bella sconosciuta non si poteva rifiutare, anche se faceva troppe domande. Pensò che non sarebbe stata una cattiva idea quella di chiuderle la bocca con un bacio, nel caso avesse continuato.

Si alzò nel preciso istante della fermata, perse un poco l'equilibrio e si ritrovò a contatto con la schiena della donna; stava per abbracciarla fingendo di cadere, quando arrivarono altre persone da dietro a scalpitare.

"Scusa, non ho fatto in tempo a tenermi."

Lei si voltò a guardarlo, scostandosi una ciocca di capelli dal viso.

"Oh, niente: capita anche a me ogni tanto."

La donna scese per prima, fece qualche passo, poi si fermò. Walter rimase a guardarla: era flessuosa e aveva un bel modo di spostare il peso da una gamba all'altra mentre aspettava, con le mani nelle tasche dei jeans scoloriti.

"Cosa fai lì impalato?"

"Niente, arrivo" disse Walter affiancandosi. Lei era qualche centimetro più bassa di lui: semplicemente perfetta. "Dove hai messo la macchina?"

"Vicino" disse lei mentre cercava le chiavi nella borsetta.

A una ventina di metri dalla stazione, la donna raggiunse una 500 X nera. Appena salito, Walter si accorse dello sguardo quasi divertito della tipa.

"Cosa c'è?"

"E me lo chiedi? È la prima volta che accetti un passaggio da me. Da che parte andiamo?" disse la donna. "Non so dove abiti."

Walter sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Adesso era veramente nei guai. Se avesse detto di non saperlo, lei avrebbe chiamato i carabinieri e lui sarebbe stato arrestato.

(...)

"Ahahah, che faccia hai fatto. Lo so benissimo dove abiti."

"Infatti lo sapevo, per questo non ho detto niente" rispose Walter, tranquillizzato solo in parte. Ora più che mai, con la mente in tumulto, era combattuto tra l'idea di baciare la donna e quella di dirle tutto, prima che fosse troppo tardi.



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