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Carmine stava fumando con il finestrino abbassato, guardava una tipa con la  minigonna che passava in bicicletta. Quando volse lo sguardo davanti a sé, vide Roberta che arrivava zoppicando, appoggiandosi al muro ogni tanto, teneva qualcosa premuto sul naso; di Valerio non c'era traccia. Eppure, li aveva visti uscire insieme dalla banca. Doveva essere successo qualcosa in quell'angolo di strada, dove non c'era visuale. Scese dalla Fusion e le andò incontro. Anche John doveva essersi accorto che qualcosa non quadrava, perché li raggiunse in un attimo.

"Cos'è successo?"

"Quell'idiota!" disse Carmine. "Quell'idiota l'ha colpita ed è scappato."

John si rivolse a Roberta:

"Da che parte è andato?"

"Non so, non ho fatto in tempo a vedere."

"E i soldi?"

"Eccoli!" disse Roberta mostrando la borsa.

John prese la borsa.

"Aspettate qui. Prendo la macchina e poi ce ne andiamo."

"Prendi quella di Valerio" fece Carmine.

Roberta continuava a tamponare il naso, e la mano che teneva premuto il fazzolettino era insanguinata. Un passante si fermò a guardarla.

"Che c'è? Disse lei scocciata.

"Ha bisogno di aiuto, signora?"

"Dovevi passare prima, stronzo. Adesso non servi più a un cazzo!"

"Ma come si permette? Guardi che io..."

"Non le dia ascolto" disse Carmine per non richiamare l'attenzione. "Ha una crisi di nervi. È appena stata lasciata dal suo fidanzato."

"Sì però..."

John di fermò inchiodando.

"Dai, salite!"


John tirò le marce come uno che fugge dopo aver fatto una rapina. Carmine si girò a guardare il passante: sembrava uno di quelli che non si fanno mai gli affari propri, e adesso stava telefonando. Magari chiamava i carabinieri perché insospettito dalle condizioni di Roberta.

"Accelera!" disse Carmine.

"Lo sto già facendo! Non serve che..."

"Rallenta invece!" Interruppe Roberta. "Così rischi di farci beccare da qualcuno. Che motivo c'è di correre?"

John rallentò.

"Hai controllato i soldi?"

"Sono nella borsa."

"Aprila! Voglio vederli."

Carmine allungò la mano dal sedile posteriore.

"Dalla a me, che controllo io."

Afferrò la borsa, e con le mani tremanti tirò la linguetta della zip.

"Ma... qui c'è solo carta!" disse incredulo. Vuotò il contenuto sul sedile. "Solo carta. Tutta carta straccia!"

John inchiodò la macchina.

"Fammi vedere!" disse voltandosi. La borsa era vuota e il sedile era pieno di fogli accartocciati. Allungò la mano, ne prese uno e lo buttò rabbioso fuori dal finestrino. "Adesso l'ammazzo quel fetente."

"Calmati!" disse Roberta. "Sappiamo dove trovarlo. Andiamo a casa sua. Quando arriva, avrà quello che si merita."

"Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo che quello ci avrebbe fregato!" fece Carmine. "L'avevo detto io che... Ma tu non hai voluto darmi retta."


John fece inversione veloce. Uno stridore di freni e una Fiesta finì di traverso andando a sbattere contro un furgone parcheggiato. Altre macchine si fermarono. Qualcuno iniziò a strombettare. Un tipo barbuto uscì dalla Fiesta, si diresse verso la Fusion e sembrava furibondo. John lo era di più e non aveva tempo né voglia di mettersi a discutere su questioni di precedenza e altre cazzate del genere. Tirò fuori la pistola e sparò un colpo in aria, un altro partì accidentalmente bucando il furgone.

"Ma che cazzo fai?" disse Carmine.

Il tipo barbuto scattò indietro. John ripartì sgommando. Sfasciò il paraurti posteriore della Fiesta, che ostruiva parte della carreggiata. Frenò di colpo per non finire contro una C3. Roberta sbatté il muso contro il vetro. Il naso riprese a sanguinare.

"Cazzo!" urlò Roberta. "Ma sei deficiente?"

"Non ti ci mettere anche tu!" disse John puntandole la pistola.

"John, ti ha dato di volta il cervello? Cerca di uscire da quest'ingorgo piuttosto!" urlò Carmine.

John fu come preso da un attacco di follia, infilò la pistola nella cintura e accelerò fino a mandare fuori giri il motore. Ripartì andando a zigzag tra le macchine. Tagliò la strada a un SUV Mercedes che stava per svoltare. Il mezzo prese lo spigolo del marciapiede, si rovesciò su un fianco. Un furgone lo centrò da dietro facendogli fare mezzo giro su se stesso. Il SUV finì in mezzo alla strada.

"Vaffanculo!" disse John. Fece retromarcia, senza voltarsi a guardare.

"Attento!" fece Carmine.

Lo schianto. Rumore improvviso di lamiere accartocciate e di vetri in frantumi.

"Hai preso il lampione!"

"Cazzo!" fece Roberta. "Mi hai spezzato l'osso del collo."

"Stai zitta!"

La macchina ripartì con una sgommata. Sbandò. Invase il selciato della piazza davanti al bar. John accelerò, fregandosene di tavolini e sedie che volavano e persone che saltavano di lato per non essere investite, tra urla e offese e maledizioni; poi si allontanò verso una via meno trafficata. L'attacco di follia prese a scemare. E nessuno parlò.


L'altro uomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora