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La banca era ormai a pochi metri e Walter era sempre più incerto sul da farsi. Non aveva previsto di essere accompagnato e osservato a distanza, e ancor meno di trovarsi sotto il controllo di un altro balordo che al momento non vedeva, e di cui non sapeva nulla. Forse era meglio fare come gli avevano ordinato, poi avrebbe approfittato di qualche contrattempo per filarsela.

Roberta apparve all'improvviso, tutta vestita di nero aderente e con gli occhiali da sole. Aveva dei tacchi disumani e una sigaretta tra le dita, una ricetrasmittente nell'altra mano. Doveva essere lei la persona di cui parlavano i due balordi: il terzo elemento del gruppo, la donna che aveva incastrato Valerio. Di sicuro adesso doveva controllare da vicino l'operazione in banca e riferire ogni cosa.

Walter fece un sorriso di compiacimento alla tipa, come per rassicurarla, per dimostrarle la sottomissione che si aspettava. Ma lei rimase impassibile, non un cenno d'intesa, niente. Doveva essere certa che tutto sarebbe filato liscio. Entra, disse Roberta buttando la sigaretta.

Walter obbedì. Oltrepassò la porta a vetri e si accostò a una colonnina di ferro, aveva i battiti a mille. Roberta entrò dopo qualche secondo e si fermò dietro di lui, poi lo spinse un poco. Vai che non c'è nessuno, disse.

La cassa era stranamente libera. Un gruppetto di persone vi stazionava poco lontano, qualcuno si lamentava agitando dei fogli. Walter non stette a sentire, preso com'era dalla paura di essere scoperto e dall'ansia frenetica di concludere l'operazione. Osservò per un istante lo spazio che lo separava dal cassiere, poi, con istinto suicida, si avvicinò allo sportello.

"Buongiorno... volevo..."

"Mi spiace, ma non posso fare nulla, ci sono i computer bloccati. Non so dirle quando risolveranno. Provi ad aspettare, oppure ripassi domani" disse il tipo, mentre trafficava con delle carte.

Walter rimase in bilico tra sollievo e apprensione. Indietreggiò di qualche passo, si guardò intorno, vide Giulia tra il gruppetto di persone. La mente bloccata in una condizione indefinita. Lei lo stava guardando.


Giulia l'aveva visto entrare, gli sarebbe andata incontro, se l'arrivo di Roberta non l'avesse raggelata. Che cosa ci faceva con Valerio? Non aveva motivo di stare con lui, visto che l'aveva lasciato. C'era sotto qualcosa. Quella donna aveva fama di persona avida e manipolatrice, una di quelle che non fanno mai nulla senza un tornaconto personale. Giulia non sapeva molto sulla storia del ricatto – Valerio non era entrato nei particolari confidandosi con lei – ma quel giorno, vedendola, si convinse che, in qualche modo, vi fosse coinvolta. Valerio si era avvicinato allo sportello e Giulia aveva guadagnato qualche metro, pur rimanendo tra i clienti furibondi di quella mattina: avrebbe voluto ascoltare, sentire quale fosse la richiesta del suo amato e farsi un'idea di ciò che stava accadendo. Solo che quasi tutte le parole del dialogo si erano perse tra le voci confuse di chi le stava intorno e lei non era riuscita a capire nulla che non sapesse già: i computer erano bloccati. In compenso, Valerio si era accorto di lei. Ma rimaneva immobile.


Roberta si era accorta subito di Giulia, ma aveva finto di non vederla. Era da un po' che quella troietta ronzava intorno a Valerio e la cosa non le piaceva per niente, non tanto perché le importasse qualcosa di una sua relazione con quello zerbino ma perché avrebbe potuto creare dei problemi. Il solo fatto di averla trovata lì proprio in quel giorno era bastato ad alimentare il timore di qualche contrattempo creato ad arte per far fallire il piano. Forse Giulia era in banca proprio per quello, era d'accordo con Valerio per mandare tutto all'aria o... forse no... Chissà, che non fosse informata di ogni cosa e volesse mettere lei le mani su quei soldi prima di chiunque altro? Con quel suo atteggiarsi a santarellina aveva ingannato tutti e in particolare uno stupido come Valerio per fare il colpaccio. Solo che Roberta non gliel'avrebbe permesso: al primo movimento sospetto, avrebbe avvisato gli altri con la ricetrasmittente. Dal canto suo, doveva soltanto accertarsi che Valerio ritirasse il denaro e accompagnarlo alla macchina. L'aveva visto andare alla cassa e parlare con l'impiegato; ma si era distratta quel tanto che basta per non capire quello che doveva essere accaduto in quel breve lasso di tempo, perché adesso Valerio se ne stava lì impalato a metà strada tra lei e lo sportello, e guardava Giulia.


Walter riemerse dallo stato catatonico, distolse lo sguardo da Giulia e si diresse verso Roberta per dirle che sarebbe tornato in banca l'indomani, non foss'altro per evitare un'attesa che si sarebbe protratta per chissà quanto tempo, senza contare che, quand'anche avessero risolto il problema, rimanevano quelli prima di lui da far passare. Di sicuro Roberta aveva sentito del contrattempo e non avrebbe fatto storie. Invece, non si era accorta di nulla:

"Allora, hai fatto?"

"Ci siamo quasi ma... ecco..."

"Allora?"

"La cassa... il computer..."

"Embè?"

A pochi secondi da un'altra risposta impacciata, Walter ebbe un'illuminazione:

"Volevo dire che devo passare un attimo dal direttore perché la cassa ha dei problemi col computer" disse, sapendo che avrebbe potuto far di meglio come improvvisatore, ma poco importava: doveva soltanto trovare un pretesto per cambiare zona e togliersi dalla visuale di Roberta. Allungò il passo verso l'angolo più distante, dove c'erano le porte di altrettanti uffici; passò davanti a Giulia, senza neppure guardarla, a lei avrebbe pensato dopo, e poi non voleva coinvolgerla il quel losco affare. Il primo ufficio era aperto ma occupato da due uomini intenti a parlare con un tizio dietro la scrivania, il secondo aveva la porta socchiusa. Walter la aprì un poco, dentro non c'era nessuno, entrò senza esitare e prese a raccattare tutti i fogli presenti sulla scrivania e quelli su uno scaffale, li accartocciò e li ficcò veloce nella borsa. Forse non era quello il volume né il peso delle banconote che avrebbe dovuto prelevare, ma andava bene lo stesso, non aveva tempo di fare calcoli e stime. Chiuse la borsa e uscì nel preciso istante in cui entrava un tipo accigliato che doveva essersi accorto dell'intrusione.

"Scusi, cerca qualcuno?"

"Sì" disse Walter spaventato, evitò per un pelo di finirgli addosso. "Il direttore, dovevo parlare col direttore."

"In questo momento è occupato e poi non è questo il suo ufficio!"

"Allora torno più tardi" disse Walter allungando il passo verso l'uscita: doveva filarsela prima che l'impiegato si accorgesse dei fogli mancanti. Fece un cenno a Roberta toccando la borsa e attraversò la porta a vetri senza voltarsi a guardare Giulia.


Giulia avrebbe voluto chiedergli qualcosa, ma lui l'aveva ignorata di proposito, non l'aveva neppure salutata, e adesso che era uscito, seguito da quella poco di buono, non sapeva più che cosa pensare. Forse l'avrebbe chiamata più tardi per spiegarle il motivo di quell'indifferenza assurda, e dirle finalmente come stavano le cose.


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