26

113 8 28
                                    

Walter indietreggiò un poco con la sedia a scopo preventivo, non era del tutto improbabile che gli arrivasse in faccia il contenuto di quel mezzo bicchiere davanti a Giulia, se non addirittura il bicchiere stesso insieme al contenuto. Ma da quella distanza lo avrebbe centrato comunque. Riprese la posizione originaria, accettando ciò che il destino gli avrebbe riservato.

La reazione di Giulia non ebbe nulla di violento: si alzò di scatto e si diresse verso l'uscita senza dire una parola. Lui fece altrettanto, ma venne bloccato dalla ragazza del bar davanti alla porta. Deve pagare il conto della signorina, disse. Walter ebbe un attimo di incertezza, poi andò veloce alla cassa, pagò la consumazione al barista cinese, che lo salutò con un largo sorriso; uscì di corsa ma era troppo tardi. La 500 X nera se ne stava andando. Salì in macchina per buttarsi all'inseguimento di Giulia, ma dovette fermarsi all'uscita del parcheggio per non finire travolto da un camion, che arrivava sparato sulla provinciale.

Walter uscì dallo stop quando la macchina era già lontana: Giulia conosceva bene la zona e andava veloce, lo avrebbe seminato in pochi minuti.

A un certo punto, si trovò all'imbocco del ponte dove, qualche giorno prima, aveva visto Valerio buttarsi, l'aveva riconosciuto subito. Il pensiero che lei potesse compiere lo stesso gesto lo colse all'improvviso. Accelerò sul rettilineo. I trecento metri che lo separavano dalla 500 X si stavano accorciando in fretta, forse anche troppo. La macchina rallentò vistosamente fino a fermarsi. Un poliziotto della Stradale aveva la paletta alzata e Walter superò Giulia e la macchina della polizia, parcheggiata su una piazzola. Tirò dritto ma lanciò un'occhiata ai poliziotti incrociando lo sguardo sospettoso di uno dei due. Ebbe il timore di essere il protagonista della storia che Giulia, forse, stava raccontando agli agenti, per giustificare la velocità sul rettilineo.

Temendo di essere inseguito dai poliziotti, Walter svoltò per una stradina sterrata che si inerpicava tra i boschi, maledicendo il giorno in cui era passato su quel ponte e aveva assistito alla tragedia. Sarebbe bastato passare un minuto più tardi o guardare da un'altra parte, e non sarebbe successo nulla.

Si fermò quando gli parve di essere al sicuro. Staccò le mani dal volante portandole all'altezza della nuca, vi appoggiò la testa, chiuse gli occhi. Rimase così qualche istante senza riuscire a rilassarsi. Riaprì gli occhi, poi, senza motivo, guardò fuori dal finestrino. Si accorse, sorprendendosi, che da lì poteva vedere il ponte, seppur da lontano.

La macchina della Stradale era sempre al suo posto e stava fermando un furgone rosso. Quella di Giulia era ripartita. Veniva nella sua stessa direzione. Walter fece manovra. In pochi attimi fu all'imbocco della strada. Scese dall'auto sperando di vederla arrivare da un momento all'altro.

La 500 X nera apparve all'orizzonte. Walter si tenne pronto a fermarla, fece un calcolo rapido sulla distanza di sicurezza da tenere, poi si piazzò in mezzo alla carreggiata. Iniziò a muovere le braccia in alto, facendo segno di fermarsi. Lei si fermò, senza abbassare il finestrino.

"Che vuoi ancora?" disse. "Per colpa tua ho preso anche la multa!"

"Ascolta quello che ho da dirti, perché riguarda Valerio e una storia di ricatti" fece Walter portandosi sul lato della macchina. "Poi sei libera di andartene, però devi stare attenta perché potrebbero venire a cercarti."

Giulia accostò ma non scese dalla macchina, abbassò il finestrino.

"Sentiamo!"

Walter si avvicinò, sperava di ricucire lo strappo che si era creato dopo la rivelazione e adesso doveva giocare bene le sue carte per riuscire nell'impresa: non erano concessi errori.

"Valerio era ricattato da tre balordi" disse con aria preoccupata. "Due uomini e una donna, una certa Roberta. Avevano messo in piedi una storia che... insomma, l'avevano accusato di aver molestato una sua allieva e doveva pagare per il loro silenzio."

Giulia non parve nemmeno sorpresa.

"Sapevo del ricatto ma non il motivo e nemmeno chi fossero i ricattatori, però non ho capito perché dovrebbero venire a cercare proprio me."

Walter sentì il bisogno di una sigaretta: gli avrebbe disteso i nervi. Cercò il pacchetto senza trovarlo, doveva averlo lasciato in macchina. Rinunciò alla sigaretta.

"Scambiandomi per Valerio, quei balordi mi hanno costretto a prelevare i soldi, mi hanno minacciato con una pistola."

"Io ti avrei sparato direttamente, così impari a prenderti gioco delle persone."

Walter non replicò, fece finta di nulla. Riprese a parlare:

"Comunque stamattina sono andato in banca per fare il prelievo, ma c'era un guasto ai computer e non ho potuto farlo. Poi, non so cosa mi è preso, forse perché mi aspettavano fuori o forse perché avevo Roberta alle costole... beh, sono andato nel primo ufficio che ho trovato e ho riempito la borsa di carta, l'ho consegnata a Roberta, poi sono scappato" disse. "Credo si siano accorti che i soldi non c'erano."

"Ma va'?"

"Il fatto è che in banca c'eri anche tu. Loro penseranno che io abbia preso i soldi e li abbia dati a te."

"Questo lo dici tu" fece Giulia guardando l'orologio. "Non è detto che sia così, anzi, non lo credo proprio."

"Libera di pensarlo, però io al tuo posto starei in guardia."

Giulia avviò il motore.

"Non preoccuparti per me, so badare a me stessa."

Giulia non aggiunse altro. Ingranò la marcia.

"Non andartene!" disse Walter. "Io... non posso stare senza di te."

La macchina si imballò.

"Che cosa?" disse Giulia con un'espressione incredula stampata sul volto. "Ma che faccia tosta! Mi hai baciata sapendo di ingannarmi. E poi, chi sei?"

"Te l'ho detto, sono Walter, sono qui in vacanza e sono rimasto coinvolto in questa faccenda per caso, poi ho conosciuto te, ed è cambiato tutto."


L'altro uomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora