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Durante il tragitto verso l'albergo, Walter maturò il proposito di anticipare la partenza. Se ne sarebbe andato all'indomani, inventando una scusa qualunque. Una decisione in netto contrasto con l'idea di pochi minuti prima, ma certamente non sofferta, perché dettata dal bisogno di lasciare quei luoghi carichi di emozioni pericolose e dalla voglia di rituffarsi nella vita di sempre: monotona, a volte anche pallosa, ma tranquilla, senza rischi.

La mattina seguente, fece una colazione veloce, poi salì a prendere i bagagli, doveva soltanto attendere che gli preparassero il conto, poi se ne sarebbe andato. Si sedette nell'atrio dell'albergo fingendo di leggere una rivista. Non voleva parlare con nessuno e tanto meno essere infastidito da qualche dannato impiccione, intenzionato a sapere il motivo di quel rientro frettoloso.

Si concentrò sulla televisione accesa che trasmetteva un programma di seconda scelta, dove dei finti esperti dibattevano sulla diffusione di droghe e alcol fra i giovani più trasgressivi. Trasgressivi? Pensò Walter basito: questi illusi giovani ribelli, di cui parlano tutti, forse non sanno che la gente si droga e si ubriaca da secoli. A un certo punto partì la sigla del notiziario regionale e Walter cercò istintivamente il telecomando: voleva spegnere perché temeva qualche annuncio preoccupante, proprio adesso che stava per andarsene. Ma il telecomando era in mano a un tizio dietro il bancone. Il tizio alzò addirittura il volume.

"Forse parlano di quello che hanno trovato sotto il ponte" disse a un ragazzo che stava pagando l'albergo. "Mi hanno detto che ne hanno parlato stamattina presto... c'è stato anche un incidente, e proprio su quel ponte!"

Il ragazzo non aveva capito, o forse aveva capito e non gliene importava nulla, sembrava più interessato alla giovane in pantaloncini che attraversava l'atrio con borsa e telo mare. Walter invece drizzò le antenne, cercò di dissimulare la tensione fingendo di concentrarsi sulla rivista che aveva in mano. La voce dell'annunciatore arrivò netta come se fosse indirizzata proprio a lui:

"Ha finalmente ha un nome l'uomo ritrovato privo di vita e senza documenti l'altro ieri sotto il ponte della statale per Sentiana. Si tratta di Valerio Dofrato, faceva l'insegnante nella scuola media locale ed era molto conosciuto nella zona.

Tre persone sono morte in un pauroso incidente avvenuto ieri nel tardo pomeriggio sullo stesso ponte. Viaggiavano su una Punto che per cause da accertare si è capovolta ed è rimasta schiacciata sotto il carico di un camion. Feriti lievemente i conducenti degli altri veicoli coinvolti. Ulteriori dettagli nell'edizione delle tredici."

Walter si sentì rinascere: non c'era nulla che potesse collegarlo agli accadimenti di quei giorni, era talmente sollevato che stava quasi per annullare la partenza e godersi in tutta tranquillità gli ultimi giorni di mare. Ma disattendere quanto aveva stabilito lo metteva a disagio e, quando venne il suo turno, pagò il conto e se ne andò senza rimpianti.


Quella stessa mattina, Giulia si era alzata più tardi del solito perché si sentiva stanca. Non aveva chiuso occhio tutta la notte per i pensieri tormentati che le ronzavano nella testa, poi, esausta, era crollata all'alba, e adesso la testa le scoppiava. Non riusciva a darsi pace per non aver capito nulla fin dall'inizio. E poi c'era la faccenda del ricatto; le venne perfino da pensare che Valerio si fosse nascosto da qualche parte e incaricato un sosia di prendere il suo posto, in fondo, i giornali non avevano dato notizia della sua morte, avevano parlato di un cadavere sotto il ponte e... No, non aveva senso. Stava farneticando.

Ripensò al giorno prima quando, pentita di aver lasciato Walter in quel modo, era tornata indietro per dargli un'altra possibilità, ma lui non c'era più, e dopo aver atteso invano, se n'era andata con la morte nel cuore, prendendo una strada secondaria. Non aveva risposto alle sue chiamate.

Accese la televisione per non pensarci più, si preparò la solita colazione a base di cereali e latte vegetale. Cambiò canale dopo qualche minuto perché non era dell'umore giusto per sorbirsi le litanie biascicate di una fiction scadente, replicata all'infinito.

Partì la sigla del notiziario regionale e Giulia fece uno sbadiglio prolungato quasi a non voler sentire notizie di litigi interni alla giunta comunale o di proteste riguardanti assegnazioni di case popolari. Il secondo sbadiglio si bloccò sul nascere, alle parole dell'annunciatore:

"Ha finalmente ha un nome l'uomo ritrovato privo di vita e senza documenti l'altro ieri sotto il ponte della statale per Sentiana. Si tratta di Valerio Dofrato, faceva l'insegnante nella scuola media locale ed era molto conosciuto nella zona.

Tre persone sono morte in un pauroso incidente avvenuto ieri nel tardo pomeriggio sullo stesso ponte. Viaggiavano su una Punto che per cause da accertare si è capovolta ed è rimasta schiacciata sotto il carico di un camion. Feriti lievemente i conducenti degli altri veicoli coinvolti. Ulteriori dettagli nell'edizione delle tredici."

Giulia cercò di resistere prendendo lunghi respiri, ma non servì a nulla. Le lacrime. Piccoli singhiozzi si tramutarono ben presto in un pianto dirotto, incontenibile. Valerio era morto! Non voleva crederci, così come non aveva creduto alle parole di Walter quando gliel'aveva detto. Cercò disperatamente un altro telegiornale. Niente. C'erano solo programmi inutili e pubblicità e televendite. E il suo malessere aumentava.

Si asciugò le lacrime con il tovagliolo, poi spense la televisione. Si accanì sul cellulare alla ricerca di altre notizie, ma quelle trovate non aggiungevano nulla a quel poco che sapeva. La morte di Valerio sembrava non interessare a nessuno, una notizia come un'altra. Se n'erano andati anche i ricattatori. Walter poteva smettere di preoccuparsi. Appoggiò il cellulare sul tavolo e andò in salotto, perché stava per arrivare un altro attacco di pianto. Distesa sul divano, lo avrebbe sopportato meglio e magari avrebbe trovato la forza di reagire, anche se, al momento, voleva lasciarsi andare alla sofferenza più sorda, elaborare quel sentimento sotterraneo per voltare pagina e pensare di riprendere, un giorno, la vita di sempre.


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