9.4: La grande astuzia dei furbi è spesso fatta dalla stupidità degli altri

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"Dove sono finiti?"

"SETACCIATE TUTTO IL PALAZZO, GUAI A CHI TORNA A MANI VUOTE"

"Si, Signore!"

Si inchinarono a 90 gradi e rimasero in quella posa fino a quando non fosse abbastanza gonfio d'orgoglio il petto di Gastone e non avesse girato l'angolo. Dopodiché tutti presero diverse direzioni sotto ordine del comandante della squadra e i tre nascosti poterono tirare un sospiro di sollievo.
Parlando a bassissima voce, decisero il da farsi.

"Grazie per averci resi invisibili, non so come avremmo fatto ora senza di te"

"Grazie a voi ragazzi, da sola non sarei mai riuscita a fare nulla di tutto quello che stiamo facendo"

"Ok ragazzi, non vorrei interrompere il momento strappalacrime ma si dà il caso che qualcuno ci stia dando la caccia"

"Un posto dove nasconderci c'è, le fognature. Nessuno ci va per i forti odori, neanche le guardie che dovrebbero fare il giro di perlustrazione"

Minho e Hyunjin si guardarono sconvolti. Sapevano di non poter fare altrimenti.

Erano riusciti a salvare la maga ma dovevano ancora darle le giuste medicine per farla riprendere del tutto.

"Purtroppo...non c'è altro posto ragazzi. Conosco questo castello meglio di me stessa. Appena avrò recuperato le forze andremo a recuperare il mio amato e salveremo tutti"

Infatti c'era un motivo se la ex regina non avesse opposto resistenza quando poteva. Gastone, colui che nella storia sarebbe dovuto essere il buono della situazione, aveva capito quale era il punto debole di Amelia: un ragazzo di cui era follemente innamorata, Karl.

Ma torniamo un po' indietro nel tempo...

Lei e il bel giovane si conoscevano da venti anni, avevano avuto una relazione salda e piena di amore. Il giorno del loro settimo anniversario lui le aveva chiesto la mano e lei aveva detto subito di sì.

Poi le cose andarono male.

Il popolo, quando seppe delle malefatte della sorella Medea, iniziò ad aver paura dei maghi e ancor di più della sua famiglia che era una delle più potenti e ricche del posto.

Le rivolte furono sanguinose e spietate. Non c'era umanità in ciò che facevano a tutti coloro che avessero della magia nel loro corpo. Bruciavano i loro terreni, rompevano le vetrine dei negozi per far sì che fuggissero lontani da loro. Ci fu anche chi, approfittando della situazione, se fino a poco prima veniva condannato per violenze e atti di vandalismo, in quel periodo poté fare tutto ciò che voleva, consapevole che nessuno lo avrebbe fermato.

Un giorno come altri, un gruppetto di rivoltosi e servi della famiglia puro sangue decise di usare del veleno potente che aveva un non so che di oscuro. Immersero dentro la sua collana, quella che portava sempre al collo dalla sua nascita. La fortuna, o sfortuna, volle che il giorno prima del matrimonio i due si scambiarono qualcosa come promessa di eterno amore. Lui le diede l'anello di famiglia, lei quella collana.

Ci vollero un paio di mesi per indebolirlo del tutto ma di medico in medico nessuno riusciva a comprendere cosa si celasse dietro il suo malessere quasi del tutto legato alla stanchezza fisica e mentale. Una tale debolezza che lo faceva dormire quasi diciotto ore al giorno. Una tale stanchezza che un giorno lo avrebbe fatto addormentare e non svegliare mai più.

Amelia, preoccupata e dedita alla ricerca di una cura, comprese che il veleno creato era il più forte di cui avesse mai sentito parlare e che, da sola, con la sua infantile conoscenza delle arti oscure, non sarebbe mai riuscita a riportarlo umano. Così ebbe un'idea, lo trasformò in una creatura magica, un gufo e iniziò a dedicare le sue giornate alla ricerca, pur di riuscire a farlo tornare il suo bel Karl.

Il Principe Delle Rondini // Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora