9.1: Lo specchio maledetto Pt.2

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Un albero marcio non può far nascere frutti buoni

Dopo due ore di scalata finalmente trovarono dei massi alti e comodi dove poter riposare per qualche minuto.
Gastone spinse Anastasia che si stava per sedere su un masso più basso, quello dove c'era anche maggiore ombra mentre la sorella, ormai abituata a questi atteggiamenti del fratello, gli si sedette affianco e prese dell'acqua con lo zucchero che la tata le aveva messo con tanto amore.
Neanche a farlo apposta Gastone fece cadere la sua borraccia prima ancora di berne un sorso e si alzò arrabbiato.
"È colpa tua! Ti sei seduta troppo vicino a me e mi hai urtato il braccio!"
"N-non è vero, non l'ho neanche mai sfiorato..."
"Bugiarda, lo hai fatto apposta, vero?
Perché quel bastone l'ho tenuto per me invece che darlo alla mia cara sorellina indifesa. Mettiti in testa che io non avrò mai quel senso di protezione che ti aspetti da me, lo capisci o sei così ottusa da non comprendere neanche i concetti semplici?"

Anastasia non lo diede a vedere ma si sentì molto ferita dalle sue parole. Le era sempre un po' dispiaciuto che suo fratello mettesse avanti sempre se stesso a chiunque. Però con il tempo aveva imparato ad amare anche quei piccoli difetti. Si morse l'interno della guancia fino a farlo sanguinare e pensò bene a cosa fare.
"Va bene, forse hai ragione. Non ricordo di averti urtato ma se insisti così deve essere verità. Ecco, ti do un po' della mia acqua"

Gastone non perse secondo per togliergliela di mano con prepotenza e iniziare a bere tutta l'acqua che c'era dentro. Non lasciò neanche un sorso alla sorella che ne aveva solo portato il peso per tutta la mattinata.
"Oh scusa, avevo troppa sete e non mi sono accorto che fosse finita. È un problema?"
La tata di Anastasia le aveva sempre insegnato di rispettare i più grandi e amare incondizionatamente chiunque le stesse intorno perché se avessero fatto qualcosa di male sarebbe stato Dio stesso a punirlo. Era sciocca e molto ignorante ma l'amore per il fratello la accecava a tal punto da lasciargli correre tutto quello che facesse di male.
"N-non non è un problema, assolutamente! Neanche ne volevo"
Grande bugia perché il caldo le aveva scottato la pelle e il suo corpo aveva così tanto bisogno di qualcosa di rinfrescante.

Si riavviarono e dopo un'altra oretta si fermarono di fronte al primo ostacolo, una torre altissima.
"Speriamo non crolli come quella di Babele..."
Dopo aver fatto più di trecento scale a chiocciola, Anastasia si rese conto di sentire i sensi delle vertigini e la testa le girava come una trottola. Si appoggiò al muro e prese dei respiri profondi.

Inutile dire che Gastone non le chiese neanche se stesse bene ma si concentro sul secondo ostacolo:
Una lastra di ghiaccio, anzi no.
Una barriera vetrata li separava dalla porta che li avrebbe portati alla terza missione.
Il fratello maggiore fu il primo a correre con un martello in mano e a sbatterlo per fare crepare il muro. Un'onda d'urto magica lo colpì talmente forte che si ritrovò tra le braccia di Anastasia che era rimasta indietro.
"Maledetta strega! Volevi per caso uccidermi?"

Dopo vari tentativi trovò la soluzione. L'onda d'urto colpiva dal petto in giù quindi si mise davanti alla barriera e fece mettere stesa per terra Anastasia per farle stringere forte caviglie e, quando serviva, anche le cosce cosicché lui potesse continuare a rompere il vetro senza essere sbalzato lontano.
Ogni volta che arrivava quel forte urto magico, Gastone si abbassava per diminuire i danni mentre Anastasia veniva colpita nella sua interezza senza essere sbalzata via perché era stesa per terra.

Ad un certo punto le iniziò persino ad uscire il sangue dal naso e la cosa la spaventò molto.
"Ti prego basta fratellone! Torniamo indietro, la strega non vuole che entriamo"
"Sei molto brava, resisti un altro po' e mi raccomando, non sporcarmi le scarpe con il tuo sangue"
L'insensibilità di Gastone stava superando ogni limite, tutte le schegge finivano proprio nella direzione di Anastasia. La ragazza, troppo presa dal mantenere ferme le caviglie del ragazzo, non si rese conto di tutti i tagli rossi di sangue che si trovava sul viso, sulle braccia, sulle mani e così via.

Dopo una mezz'oretta buona Anastasia alzò lo sguardo stanco e vide da lontano un pugnale di vetro che si dirigeva a velocità inaudita dritto verso Gastone.
La ragazza cercò di alzarsi e proteggerlo ma il dolore che sentiva ovunque le rallentò i movimenti e, prima che potesse anche solo avvisarlo, si conficcò un po' più sotto nel cuore del fratello.

"NOOOOOO! GASTONE"
Il ragazzo si accasciò a terra in una morsa di dolore.
"È t-tutta colpa tua, dovevi proteggermi..."
"Hai ragione! Ho sbagliato nel mio unico compito...TI PREGO NON MORIRE, RESTA CON ME"

Ma il ragazzo chiuse gli occhi e la ragazza con i lacrimoni iniziò a sbattere i pugni sul suo petto. Le urla strazianti di Anastasia arrivavano fin ai piedi della montagna.

"Ti prego ti prego ti prego non abbandonarmi!"
La ragazza abbracciò il corpo di Gastone e chiuse gli occhi pregando ogni santo, ogni martire, pregando il Signore di aiutare suo fratello.
"Non morire! Strega, se sei qui ti prego non farlo morire. Ti dono la mia inutile vita ma non prenderti gli anni fiorenti di mio fratello"
Anastasia non credeva che la strega le avrebbe risposto, né che si sarebbe fatta vedere ai piedi del corpo morente.
"Donna, come puoi dirlo? Lui non ti ama, ti ha usata dall'inizio: ti ha lasciato senza acqua, non ti ha donato l'unico bastone trovato per salire la montagna, pur sapendo che eri nettamente più in difficoltà di lui, tutte le schegge ti si sono conficcate nelle braccia mentre lui si proteggeva sempre e non ha condiviso con te il cappello che aveva di scorta, lasciandoti sotto il sole cocente. Non ti ama, non ti merita, lascialo morire da solo rimpiangendo quello che è diventato"

"Non dire così... è comunque mio fratello, sangue del mio sangue. La sua morte sarebbe un dolore atroce per me e la mia famiglia, la mia povera mamma si ammalerebbe. Aiutami... NON PORTARMELO VIA, È TUTTO CIÒ CHE HO"
La strega rivide in questa ragazza se stessa, se stessa quando implorò di essere aiutata con il corpo bianco come un lenzuolo del suo unico e grande amore.

Il restante della storia è andato perduto.

Alcuni anziani raccontano che la strega li abbia curati, dato da mangiare e un tetto sotto cui dormire. Dopo 30 giorni dall'incidente si dice che Gastone, con l'aiuto di Anastasia, abbia tradito la fiducia della strega e l'abbia portata al cospetto del popolo.

Il popolo, riconosciuto l'errore della strega, ma consapevoli di essere la causa della sua cattiveria, la elessero nuova regina madre mentre Gastone divenne suo sottoposto, l'uomo più potente del villaggio dopo la regina.

Di Anastasia non si seppe nulla, troppo poco importante anche per essere ricordata.

Una cosa sola era certa: Gastone aveva fatto di tutto per diventare il nuove Re, voleva essere venerato e pregato come un Dio ma era finito per aiutare la strega a chiedere perdono e farsi dare una possibilità di riscatto dal popolo.

Il Principe Delle Rondini // Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora