CAPITOLO XX

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 Fort Worth, Texas, qualche minuto prima...

Un denso liquido bruno ribolle imprigionato nelle pareti d'alluminio di una moka sporca e incrostata. Il borbottare della macchinetta è un tutt'uno con quello degli uomini nel covo. L'odore denso del caffè si perde nell'acredine del tabacco e del sudore di quei criminali ai domiciliari.

La miscela scoppietta su un vecchio fornelletto elettrico da campo, inzozzato di salsa. Non è meglio il bancone su cui è abbandonato, un mare di lerciume su cui galleggiano isole di piatti di carta che pullulano di avanzi di cibo mezzi mordicchiati e maleodoranti.

Proprio quando è prossima all'eruzione, una mano bruna e nodosa interrompe il sibilo del fornello con un giro di manopola. Le dita scheletriche si apprestano a sollevare la macchinetta ancora sfrigolante ma, per un errore di calcolo, sfiorano il metallo incandescente, piuttosto che il manico di gomma. Un'imprecazione sgusciata tra denti stretti segue il gesto. L'uomo si porta alla bocca il dito offeso e lo succhia, dopo averlo scosso per uno spasmo dovuto al dolore.

«Volete un caffè?» domanda quindi. «Nessuno?» Insiste, la voce cavernosa. «Peggio per voi. Lo bevo tutto io.»

L'uomo solleva il manico e tiene fermo il pomello nero sul coperchio. Versa il caffè viscoso in una tazzina in porcellana con il fondo già sporco di zucchero e caffè. Vi rovescia due cucchiaini di zucchero da un contenitore quasi vuoto e torna a sedersi al tavolo rotondo, al quale siedono il contabile grassoccio e il tipetto che aveva accolto tanto calorosamente il professionista.

Ora come ora, il covo non puzza nemmeno più di tensione. L'odore lugubre della rassegnazione e dell'accettazione hanno preso il suo posto. La guerra è persa. I cadaveri che rimangono aspettano solo di esplodere come Lobby.

Non c'è nemmeno più la paranoia, la paura di finire nel cono d'ombra della morte, che è ormai un dato di fatto e anche piuttosto immediato. Difatti, la stanza soffoca nell'indifferenza, forse forzata, o forse naturale. Due uomini anziani giacciono immobili sui materassi a terra, come mummie. I loro corpi sudati sono unti come gli avanzi mezzi mangiucchiati sul bancone.

In fondo, tutti i mafiosi geriatrici bloccati in questa sala d'attesa per la morte sono avanzi mezzi mangiucchiati. Alcuni, addirittura, consumati del tutto, come quello scheletro avvizzito dai capelli bianchi fini e le pupille opache seduto davanti al televisore. Uno come lui non si accorgerebbe del buio dello schermo spento, figuriamoci di quello della morte.

Tutti pensano la stessa cosa: arrendersi è da codardi, ma è l'opzione più conveniente. Questo è solo un business, no? Niente di personale. Una corporazione e non una famiglia, come si erano illusi durante il giuramento compiuto decadi fa. Forse lo hanno anche dimenticato, quel giorno che giurarono mentre le loro mani bruciavano per il santino in fiamme.

Nessuno ha il coraggio di fare questa proposta. Sal l' "Onesto" è troppo pericoloso per essere contrastato. E troppo inesperto per tenerselo come boss. Non possono smettere di domandarsi perché hanno fatto la pazzia di schierarsi con uno come lui. Prima avevano la maggioranza, sì, e alla fine i giovani turchi erano sempre stati la scelta più conveniente. O, almeno, quella che permetteva di sopravvivere. Dopotutto, erano stati anche loro i giovani turchi, quarant'anni prima.

Tutti loro vorrebbero ribellarsi, tornare a ragionare con il buon vecchio Caprio. Cazzo, molti di loro avevano lavorato per lui. Non è bravo in affari? Che importa! Almeno, se tornassero da lui, non esploderebbero come Johnny. Non aveva mai scontato un giorno di galera. Senza questa guerra, sarebbe morto da uomo libero, in un letto di casa e non nella pozza di sangue, organi e metallo in cui l'ambulanza è andato a prenderlo. Diamine, non aveva nemmeno più le gambe!

Alla fine, è questo ciò che vogliono: morire nel caldo di casa. Sono vecchi ormai, cosa gliene frega di morire in un vicolo buio o in un ristorante? La voglia di combattere all'ultimo sangue si è spenta in loro da anni. Cosa Nostra è morta, perché difenderla come deficienti? Meglio depredare il cadavere della balena prima che scoppi e sperare che i Federali si dimentichino di loro.

How to kill InnocenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora