Capitolo 8

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-mi fai male lo sai?- sussurrò Erdote mentre Erika gli stava medicando la ferita sul braccio, che Jos era riuscito a medicare approssimativamente visto il buio, e le altre che il biondo aveva su tutto il torace infatti si trovava a petto nudo difronte la moglie.

-lo so- rispose secca lei tamponando con più prepotenza mentre vedeva il biondo che aveva difronte fare una faccia sofferente.

-e tu lo fai a posta- sospirò Erdote guadando poi in direzione di Jedd che come al solito si era addormentato e stava sul loro letto. Erdote non resistette oltre e gli accarezzo la testolina castana come quella della madre. Jedd aveva i suoi occhi azzurri ma dormiva troppo perché Erdote riuscisse a vederli per tutto il giorno, suo figlio era un vero pigrone e pensare che il primo anno li aveva fatti penare perché non dormiva mai.

-be' non sono io quella che è tornata a casa alle tre di notte con ferite di lame- ringhiò Erika guardandolo male. Voleva capire, essere partecipe di quello che accadeva nella vita del marito ma lui sembrava non volerne minimamente sapere niente.

-mi dispiace Erika la cosa...mi è sfuggita di mano- sussurrò lui continuando ad accarezzare la testa del figlio.

-smettila-

-cosa?-

-smettila e basta. Ti prego non posso vivere con la preoccupazione che ti possa accadere qualcosa di male- Erika osservò la cicatrice bianca vicino al cuore del marito prima di posarci una mano sopra e chiudere gli occhi -non mi hai mai detto come te la sei fatta- sussurrò. Quando aveva visto per la prima volta quella cicatrice si era preoccupata e tanto ma Er non aveva mai risposto alle sue domande.

-non posso smettere Erika- sussurrò Erdote prendendo la mano della moglie tra le sue e stringendola forte -io...devo farlo-

-perché?- Erdote distolse lo sguardo dai suoi occhi indagatori. Non si sentiva ancora pronto a rivelarle tutto, non voleva metterla più in pericolo di quanto già non fosse essendo sua moglie. -va bene...tieniti i tuoi segreti- disse sconfitta Erika allontanandosi dal marito.

-dove stai andando?-

-a prendere una boccata d'aria- ringhiò lei lasciando Erdote completamente da solo con Jedd.

-tua madre mi odia adesso Jedd- sussurrò al bambino che stava ancora dormendo -ma non capisce che lo faccio per il vostro bene...non voglio mettervi in pericolo- Erdote si alzò dal letto prendendo in braccio il figlio e camminando fino alla finestra con la testa di Jedd che si era appoggiata al suo petto. Il bambino non aveva emesso un suono ma i suoi occhi azzurri si erano aperti e stavano scrutando curiosi il padre che osservava fuori dalla finestra il loro villaggio. -sei il mio erede Jedd e...- Erdote sospirò mentre il bambino continuava ad osservarlo confuso -sei il futuro re di Yentari...lo sarai dopo di me se riusciamo a risolvere tutto questo pasticcio io e Jos- Jedd guardò confuso il padre. Il bambino capiva in parte quello che dicevano i suoi genitori anche se quando provava a imitarli dalla sua bocca non usciva il minimo suono. Ed era anche quello che stava provando a fare in quel momento...voleva capire quello che stava dicendo il padre con aria così preoccupata. -sono certo che ce la faremo Jedd, dobbiamo solo aspettare e sperare mio piccolo principino- Erdote finalmente si girò verso il figlio e sorrise nel vederlo sveglio e con la bocca semiaperta come se stesse cercando di parlare. Lui ed Erika era un po' preoccupati visto che non aveva ancora detto una parola e anche quando piangeva non urlava mai realmente. Avevano ovviamente chiesto ad alcune anziane del villaggio per capire come comportarsi ma loro avevano semplicemente detto di aspettare ancora un po' e forse la voce sarebbe uscita.

-che c'è tesoro?- domandò Erdote accarezzando una guancia del figlio che lo guardò con i suoi occhioni azzurri prima di provare nuovamente a porre una domanda senza però che dalla sua bocca uscisse nessun suono e Erdote sgranò gli occhi -oh- sussurrò poi sorridendogli e lasciandogli un bacio sui capelli.

-si è svegliato?- domandò Erika che a quanto pareva era rientrata e aveva trovato i due in piedi difronte la finestra.

-si e...credo di aver capito cos'ha- sussurrò poi Erdote continuando a lasciare baci sulla testolina del figlio.

-in che senso cos'ha?-

-prima stava...ha cercato di parlare- disse il biondo alla moglie -ma anche se muoveva le labbra...non ha emesso alcun suono. Credo che non parlerà mai Erika- la castana guardò sorpresa i due per poi avvicinarsi a Jedd e accarezzargli anche lei i capelli.

-cosa gli hai detto?- domandò Erika al marito sorridendo al bambino che aveva allungato le mani per farsi prendere in braccio dalla madre.

-perché?-

-gli hai detto di sicuro qualcosa visto che ha tentato di parlare no?- domandò Erika andando a sedersi sul letto matrimoniale visto che non sarebbe riuscita a tenere in braccio il figlio restando in piedi contando anche la sua pancia.

-niente di importante- mentì Erdote mentre notava come suo figlio lo stava indicando con insistenza per poi indicare fuori dalla finestra: possibile che avesse capito quasi completamente il suo discorso?

-cosa stai cercando di dirmi su papà tesoro?- chiese invece Erika sorpresa anche lei dai gesti del figlio. Continuava ad indicare insistentemente Er e poi fuori dalla finestra. -papà deve uscire di nuovo fuori a fare le sue cose?- domandò dubbiosa e Jedd annuì con forza mentre Erdote scoppiava a ridere: oh eccome che il suo figlio aveva capito. Probabilmente se avesse avuto qualcosa li per indicare la parola re o principe lo avrebbe smascherato su due piedi. -gli hai detto davvero quello?-

-in parte si- rispose sinceramente Erdote sorridendo alla moglie -Erika so che ti da fastidio che non te ne parli, ma devi continuare a fidarti di me come io mi fido di te. Non voglio mettervi in pericolo e rivelarti cosa sto facendo lo farebbe. Abbi solo un po' di pazienza e poi ti prometto che sarà tutto più chiaro-

Erika non era convinta della cosa ma comunque annuì.


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